24/10/2006 - Dal 7 all’11 novembre 2006 a Venezia si svolge Urbanpromo, evento di marketing urbano e territoriale. Abbiamo incontrato il presidente di Urbit, prof. Stefano Stanghellini, ideatore dell’evento.
Urbanpromo è giunto alla terza edizione e si fregia di un importante riconoscimento da parte della Fondazione Biennale di Venezia: “Evento collaterale della 10 Mostra Internazionale di Architettura”. E’ certamente un onore ma anche una grande responsabilità.
Quali sono i criteri seguiti per individuare i progetti ed i casi presentati?
R: L’idea di Urbanpromo quale focus permanente sul progetto urbano nasce in seno all’Istituto Nazionale di Urbanistica. La sua realizzazione si basa sulla conoscenza di ciò che avviene nelle città italiane posseduta dai soci dell’Istituto; una conoscenza diretta, frutto delle loro strette relazioni con le pubbliche amministrazioni ed il mondo professionale. Quando una nuova edizione viene lanciata, talvolta sono gli enti pubblici e gli operatori privati a proporre i loro progetti, altre volte sono le antenne dell’Istituto ad individuarli ed a sollecitarne la presentazione. Poiché Urbanpromo è centrato sugli aspetti e le problematiche della fattibilità, sia gli enti che i privati esibiscono solo progetti con un’alta probabilità di realizzazione e un’ampia condivisione locale. La ricerca delle innovazioni, per finalità di studio e di divulgazione, è la molla che spinge le attività di ricerca ed analisi che ruotano attorno a Urbanpromo.
Che ruolo ha Urbanpromo tra le manifestazioni in Italia
R: Due aspetti distinguono Urbanpromo da manifestazioni similari.
Uno è la preminente finalità culturale. E’ evidente che gli enti ed i privati che espongono i loro progetti traggono rilevanti benefici in termini sia di prestigio che di promozione, e quindi economici, come dimostra l’esperienza delle prime due edizioni. Tuttavia l’evento veneziano non è la sede in cui si espone soprattutto per “fare affari”, come avviene nelle manifestazioni fieristiche ma un luogo molto qualificato, in cui si mostrano saperi e soluzioni che possono essere utili anche in altri contesti, si trasferiscono conoscenze e sensibilità dal settore pubblico a quello privato e viceversa, si integrano approcci e interventi settoriali, si contribuisce ad una positiva evoluzione del quadro normativo.
L’altro tratto distintivo è il centro dell’attenzione, che non è prioritariamente l’Immobiliare – il Real Estate – inteso come comparto economico rispetto al quale il progetto urbanistico è un mero fattore strumentale. Al contrario, al centro dell’attenzione di Urbanpromo c’è il progetto. L’Immobiliare diventa quindi di grande importanza non in sé, ma in quanto contesto economico che pone vincoli ed offre opportunità per il concepimento e la promozione del progetto. La prospettiva cui guarda la manifestazione promossa dall’Inu, in breve, è il futuro delle città italiane, e non solo le sorti di uno o più comparti economici.
Quali sono le novità di questa edizione dal punto di vista tematico e quali sono i temi consolidati su cui è sempre necessario tornare a riflettere?
R: Numerose sono le novità. La mostra di questa terza edizione si tematizza e valorizza temi rilevanti.
Spiccano i progetti che le Fondazioni bancarie hanno ideato e promosso per i territori in cui operano. Per la prima volta c’è la possibilità di avere una visione d’assieme della variegata ed originale progettualità espressa da questo nuovo protagonista della scena urbana. Importante è anche la sezione dei Contratti di Quartiere: una progettualità pubblica condivisa con i privati che è stata sollecitata dallo Stato e a cui i Comuni hanno partecipato con entusiasmo: ora le Regioni e i Comuni vogliono realizzare i progetti e richiamano lo Stato a rispettare gli impegni finanziari assunti.
Altri rilevanti tematismi sono le iniziative delle società di trasformazione urbana e più in generale i progetti frutto del partenariato pubblico privato, le opportunità di investimento offerte dai Comuni attraverso apposite strumentazioni urbanistiche e promozionali, le iniziative di valorizzazione e dismissione di beni immobili pubblici. Una parte della mostra raccoglierà poi alcuni fra i più significativi progetti infrastrutturali e immobiliari concepiti nella prospettiva della realizzazione dei grandi corridoi europei.
I tematismi della mostra si riflettono nel programma dei convegni. Proprio alla realizzazione dei corridoi infrastrutturali europei ed ai progetti che si stanno approntando nei territori che ne beneficeranno, è dedicato il convegno di apertura. Il programma è tuttavia arricchito da molti altri temi, quali le problematiche urbanistiche generate dall’immigrazione, il risparmio energetico in ambito edilizio ed urbanistico, i nuovi strumenti per le politiche abitative, il finanziamento di un efficiente trasporto pubblico, le cosiddette autostrade del mare, e altri ancora. Importanti anche le presentazioni del “sistema Venezia” e del “sistema Milano”.
C’è un ampliamento degli spazi e della durata temporale rispetto alla precedente edizione?
R: Crescono sia gli spazi che la durata. I giorni diventano cinque e la Chiesa di San Vidal si unisce alle quattro sale di Palazzo Franchetti. Si dilata quindi lo spettro dei temi affrontati ed aumenta il numero dei progetti esposti.
I numerosi attori di Urbanpromo, che scelgono le sale di Palazzo Franchetti per confrontare le loro idee, hanno un carattere comune?
R: Ciò che unisce i protagonisti di Urbanpromo è la comune visione sul futuro delle città italiane: città rinnovate e riqualificate, più efficienti, più solidali, in un Paese più attraente, sicuro e competitivo. La concretizzazione di questa visione comporta un approccio positivo e costruttivo agli innumerevoli problemi che oggi ostacolano la riqualificazione delle città italiane: si pensi ai disordinati waterfront, agli inadeguati sistemi della mobilità, ai complessi immobiliari in abbandono, ai quartieri residenziali privi di qualità urbana. Chi viene ad Urbanpromo è ben consapevole che gli interessi sulla città sono molto diversi e spesso antagonisti, ma sa anche che occorre darsi da fare per trovare forme di cooperazione a tutti i livelli: dalle iniziative economiche alla ricerca scientifica.
La ricerca e l’innovazione sono tratti distintivi dell’ evento. Gli Istituti di ricerca tornano ad Urbanpromo per comunicare nuovi traguardi: Scenari Immobiliari, Censis, Nomisma, ora anche Osmi…
R: Urbanpromo si fregia dell’importante apporto che gli Istituti di ricerca offrono alla costruzione del suo programma. Oltre a quelli citati, un numero crescente di Dipartimenti e Dottorati universitari elegge Urbanpromo quale sede di presentazione e discussione dei risultati della propria attività di ricerca e di formazione. Così si mescola, con grande beneficio per tutti, la ricerca fatta da Istituti privati di grande prestigio in risposta a concrete esigenze pratiche, con la ricerca che nasce e si sviluppa in ambito accademico.
Ci sono anche molte associazioni che hanno confermato la scelta di Urbanpromo per incontrare i propri soci.
R: Fin dall’inizio, in sintonia con la sua mission, Urbanpromo ha voluto tenere in grande considerazione il contributo culturale che gli organismi associativi producono negli ambiti disciplinari e nei settori economici che aggregano i loro soci. Urbanpromo provvede a collegare tali specifici contributi in un sistema relazionale – di persone, di saperi – molto esteso e qualificato. Le Associazioni presenti con autonome iniziative alla manifestazione veneziana non solo mantengono la propria identità, ma rendono molto visibile all’esterno la loro attività. Associazioni di enti locali, di diverse categorie imprenditoriali, di studiosi di vari settori scientifico-disciplinari, o ancora associazioni formatisi su specifici campi di attività (aree dismesse, waterfront, trasporto locale, ecc.) trovano nella manifestazione veneziana una comune cornice.
Anche l’Acri. Le Fondazioni Bancarie che si aprono al parternariato culturale tornano a discutere a Palazzo Franchetti…
R: L’anno scorso la Fondazione di Venezia organizzò un convegno per discutere, con le altre Fondazioni bancarie, delle possibilità aperte da recenti provvedimenti legislativi nel settore immobiliare e nella riqualificazione urbana. L’ottimo esito di quell’iniziativa ha suggerito alla Fondazione di Venezia di riprendere, in modo più strutturato, quel tema. E’ stato inoltre attivato un rapporto collaborativo con l’Acri, l’Associazione delle Casse di Risparmio e delle Fondazioni di origine bancaria. Grazie ad esso a Venezia si potrà avere il primo quadro d’assieme di una progettualità molto originale e diversificata, in quanto sintesi della sensibilità sociale delle Fondazioni e dello “spirito dei luoghi”.
Che connotazioni ha il visitatore di Urbanpromo?
R: La partecipazione di numerose associazioni rappresentative di più interessi culturali, tecnico- scientifici e professionali, degli enti e società che espongono i progetti nella mostra, dei relatori ai convegni, fa sì che il nostro visitatore sia persona provvista di alte competenze specialistiche. Inoltre la possibilità di fruire, in un’unica sede ed in pochi giorni, di un panorama ampio e nello stesso tempo approfondito di ciò che sta accadendo in Italia sollecita ad essere presenti non solo gli addetti ai lavori, ma anche i ricercatori e i giovani laureati. Alcuni Master universitari hanno incluso la partecipazione ad Urbanpromo nel loro programma formativo.
La partnership con la Biennale quali sviluppi futuri fa prefigurare? Contribuirà a far maturare il carattere internazionale della manifestazione?
R: Mi auguro che la collaborazione avviata con la Biennale si sviluppi ulteriormente. Da parte nostra, c’è la consapevolezza che essa potrebbe assumere carattere strategico. Ad esempio, nell’anno in cui la Biennale Architettura non ha luogo, Urbanpromo potrebbe ospitare qualche sua significativa iniziativa. Urbanpromo è rivolto in via prioritaria al nostro paese. E’ tuttavia evidente che la visione delle problematiche affrontate non può essere domestica: già adesso alcuni elementi di internazionalizzazione vi si manifestano in modo spontaneo. L’accentuazione della dimensione internazionale richiede un salto di scala che solo la partnership con un organismo già introdotto in ambito internazionale e dotato di una struttura organizzativa permanente ci può garantire.
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