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13/04/2007 – È in fase di costruzione a Mestre, Venezia, la futura sede della Banca dell’Occhio del Veneto, firmata dall’architetto argentino Emilio Ambasz . La struttura sorgerà all’interno del più ampio complesso ospedaliero – progettato da Emilio Ambasz insieme ad Alberto Altieri - i cui lavori di costruzione, avviati nel 2004, dovrebbero terminare entro la fine dell’anno.
La Banca dell’Occhio
La Banca dell’Occhio è destinata ad ospitare, su una superficie complessiva di 5mila metri quadrati, le attività di ricerca medica e scientifica in materia di trapianto occhi; un luogo che consentirà di potenziare il servizio di distribuzione delle cellule staminali corneali.
Un edificio dalla forma triangolare è definito da due muri trapezoidali alti 12 metri le cui estremità sembrano toccarsi.
Nello spazio triangolare che prende forma dal posizionamento delle due pareti trapezoidali Ambasz ha immaginato una serie di terrazze-giardino distribuite una per ciascun piano.
Sulla facciata opposta l’edificio presenta una serie di gradini che conducono ad un’ampia terrazza verde. In tal modo il tetto dell’edificio è trasformato in una sorta di anfiteatro all’aperto.
Gli spazi riservati all’amministrazione, alla ricerca e agli interventi chirurgici sono sistemati ai primi tre piani, mentre un’ampia corte circolare al pian terreno assicura la luce necessaria agli spazi dedicati alla formazione che si trovano al piano interrato.
Una parete di vetro che raggiunge l’altezza di due piani divide in due la corte creando un ampio ingresso. Subito fuori la corte sorge un auditorium per 450 posti a sedere.
Tutti gli spazi all’interno ricevono luce naturale diretta dalle ampie pareti vetrate sistemate all’estremità delle terrazze. Durante il giorno l’impatto del calore solare è ridotto al minimo grazie alla parziale ombra offerta dalle piante, nonché dalle profonde sporgenze della struttura.
Un parcheggio sotterraneo assicura inoltre una continuità di paesaggio verde attorno all’edificio.
Ed il verde rappresenta senza dubbio il leit-motif dell’intero complesso ospedaliero: “Vetro, acciaio e tanto verde per una sequenza dinamica di sorprese architettoniche. Da un lato una vela di vetro, dall'altro giardini pensili su terrazze digradanti allegeriscono la struttura dell'ospedale che sarà immersa in un grande parco: 117.600 metri quadri "assorbiti" nell'area complessiva di 260 mila”.
Il complesso ospedaliero di Mestre
Un’area verde di 260 mila metri quadrati, con alberi, laghetti e colline, circonderà l'edificio che si sviluppa su dieci piani, di cui tre sono interrati per rendere l'impatto ambientale della struttura meno traumatico.
“Il progetto del Nuovo Ospedale di Mestre – si legge nella descrizione del progetto a cura dello studio Altieri - si compone di due elementi principali: la Piastra, costituita da due livelli fuori terra ed uno interrato, e l’Edificio delle degenze che si eleva per sei piani al di sopra di essa.
Parte della rilevante volumetria risulta completamente nascosta: la Piastra è ricoperta dal verde così da porsi come nuovo piano di fondazione per il corpo delle degenze.
L'Ospedale è disposto con l'asse longitudinale sull'orientamento Sud Ovest - Nord Est ed è costruito con un progressivo sfalsamento dei piani di degenza di 2.50 metri verso Sud Est: questo consente, nella facciata a Nord Est, di creare dei terrazzamenti a giardino che aumentano la qualità dello spazio di pertinenza delle singole stanze e nel prospetto verso Sud Ovest di diminuire l'effetto dovuto all'irraggiamento solare, grazie alla zona d'ombra creata dall'aggetto dei piani.
L'elemento che mette in relazione la piastra con le degenze è una vetrata, alta quanto l'edificio, che si sviluppa per tutta la lunghezza e che dà vita ad un ampio e luminoso atrio su cui si affacciano tutti i servizi e gli spazi di relazione dell'Ospedale.
La grande vetrata ha anche il ruolo di migliorare il comfort ambientale per le camere di degenza esposte a Sud Ovest ponendosi come filtro al rumore prodotto dalla linea ferroviaria.
L'area dell'Ospedale appare come un parco con due grandi specchi d'acqua che, oltre a svolgere importanti funzioni quale riserva in caso di incendio e regolazione idraulica, contribuiscono a migliorare l'effetto paesaggistico e a dare l'impressione di un'oasi naturale.
Il prato riveste ogni costruzione, sale fino a coprire i parcheggi, il sistema tecnologico ed economale e la Piastra, per “arrampicarsi” infine lungo il sistema a scalare dell'edificio, avvolgendolo completamente.
La nuova costruzione si propone come una sorta di barriera verde allo sviluppo urbano: lo slogan progettuale del nuovo Ospedale di Mestre potrebbe così essere: “si restituisce al paesaggio il verde che gli viene tolto.”
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