24/09/2007 - Mestre presenta oggi ufficialmente il nuovo complesso ospedaliero progettato dall’argentino Emilio Ambasz insieme ad Alberto Altieri. Ultimata anche la Banca dell’Occhio, la nuova struttura progettata da Ambasz per le attività di ricerca medica e scientifica in materia di trapianto occhi. Nei prossimi tre mesi si procederà all’arredamento degli spazi interni e al montaggio delle attrezzature mediche. Iniziati nel 2004, i lavori terminano nel pieno rispetto dei tempi previsti. La definitiva operatività del nuovo ospedale è attesa entro pasqua 2008.
Il nuovo complesso, immerso in un’area di 260 mila metri quadrati, è circondato da alberi, laghetti e colline. Concepita all’interno di un enorme parco popolato da numerosi alberi, la struttura si propone come una sorta di barriera verde allo sviluppo urbano. “Si restituisce al paesaggio il verde che gli viene tolto”. Questo lo slogan progettuale del nuovo Ospedale di Mestre individuato dagli stessi autori del progetto.
Il progetto si compone di due elementi principali: la Piastra, costituita da due livelli fuori terra ed uno interrato, e l’Edificio delle degenze che si eleva per sei piani al di sopra di essa.
Parte della rilevante volumetria risulta completamente nascosta: la Piastra è ricoperta dal verde così da porsi come nuovo piano di fondazione per il corpo delle degenze.
L’elemento che mette in relazione la piastra con le degenze è una vetrata, alta quanto l’edificio, che si sviluppa per tutta la lunghezza e che dà vita ad un ampio e luminoso atrio su cui si affacciano tutti i servizi e gli spazi di relazione dell'Ospedale.
La grande vetrata ha anche il ruolo di migliorare il comfort ambientale per le camere di degenza esposte a Sud Ovest ponendosi come filtro al rumore prodotto dalla linea ferroviaria.
Essendo l’edificio costruito con un progressivo sfalsamento dei piani di degenza di 2.50 metri verso Sud Est, è stato possibile creare, nella facciata a Nord Est, dei terrazzamenti a giardino che, in tutte le stanze dal secondo piano in poi, offrono una piacevole vista sul verde panorama che domina all’esterno.
Il prato riveste ogni costruzione, sale fino a coprire i parcheggi, il sistema tecnologico ed economale e la Piastra, per “arrampicarsi” infine lungo il sistema a scalare dell’edificio, avvolgendolo completamente.
Pronta anche la Banca dell’Occhio, una sorta di anfiteatro all’aperto realizzato nella stessa area del complesso ospedaliero che sarà presto sede di ricerche sulle cellule staminali corneali.
Si tratta di un edificio dalla forma triangolare, definito da due muri trapezoidali alti 12 metri le cui estremità sembrano toccarsi. Nello spazio triangolare che prende forma dal posizionamento delle due pareti trapezoidali Ambasz ha immaginato una serie di terrazze-giardino distribuite una per ciascun piano. Sulla facciata opposta l’edificio presenta una serie di gradini che conducono ad un’ampia terrazza verde.
Gli spazi riservati all’amministrazione, alla ricerca e agli interventi chirurgici sono sistemati ai primi tre piani, mentre un’ampia corte circolare al pian terreno assicura la luce necessaria agli spazi dedicati alla formazione che si trovano al piano interrato.
Una parete di vetro che raggiunge l’altezza di due piani divide in due la corte creando un ampio ingresso. Subito fuori la corte sorge un auditorium per 450 posti a sedere.
Tutti gli spazi all’interno ricevono luce naturale diretta dalle ampie pareti vetrate sistemate all’estremità delle terrazze. Durante il giorno l’impatto del calore solare è ridotto al minimo grazie alla parziale ombra offerta dalle piante, nonché dalle profonde sporgenze della struttura.
La realizzazione dei lavori di costruzione è stata effettuata in project financing da Veneta Sanitaria Finanza di Progetto S.p.A., l’associazione temporanea di imprese che riunisce le società Astaldi (capofila), Mantovani, Gemmo, Cofathec Progetti, Aps Sinergia, Mattioli, Studio Altieri.
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