26/10/2007 - Venerdì 19 ottobre 2007 sono stati svelati i nomi dei vincitori della gara per il nuovo Museo Egizio di Torino che si presenterà al mondo in una nuova e splendida forma nel 2011. Il progetto vincitore è stato scelto tra quelli presentati da 16 grandi studi internazionali (tra cui Isozaki, Purini e Thermes, Chipperfield, Gae Aulenti, Wilmotte). Coniugando le capacità progettuali di Aimaro e Saverio Isola (ISOLARCHITETTI), di Carlo Aymonino e di Luciano Luciani con le scenografie del Premio Oscar Dante Ferretti e con il progetto di restauro pensato con Paolo Marconi, il gruppo tutto italiano presenterà un’architettura in grado di dialogare con il contenitore in cui si trova ma completamente tecnologica e contemporanea.
Il Progetto
Dare nuova vita ad un’architettura storica di Torino e farne un museo moderno, trasformando un vincolo apparente in un’opportunità unica: ecco la proposta progettuale vincente che terrà conto della più recente geografia museografica internazionale e delle strategie espositive più avanzate, coniugando tali esperienze con le specificità dell’edificio guariniano e del tessuto urbano/museale torinese. Per questo il progetto valorizzerà la dimensione storica dell’edificio e ne libererà, con un restauro interpretativo, il linguaggio architettonico più autentico; mentre con allestimenti scenografici, dialoganti con un’architettura già pronta a sorprendere, si occuperà di conservare ed esporre le collezioni attraendo, sorprendendo e documentando visitatori e studiosi.
Saranno filo conduttore del progetto l’approfondimento della concezione originaria dell’edificio e delle sue trasformazioni nel tempo associate ad una concezione critica e non banalmente conservativa del restauro: il processo ideativo nascerà allora da un colloquio architettonico con i progetti del Guarini, Garove, Talucchi e Mazzucchetti, rivedendo con una certa severità le modifiche più recenti e ripensando gli spazi più compromessi.
L’allestimento stesso sarà concepito con lo sguardo al Guarini, già pronto allora a “meravigliare” con i suoi allestimenti scenografici e caleidoscopici riflessi; verrà mantenuto il carattere aulico degli spazi guariniani insediando in essi soltanto funzioni museali primarie, mentre porzioni aggiunte in epoche successive e i nuovi volumi ipogei saranno dedicati ai servizi generali e direzionali.
L’ipotesi di lavoro nasce dall’intuizione di liberare il piano terra dalle funzioni ad alta frequentazione, portare attraverso la manica Schiaparelli gli ospiti nel ventre del museo (corte ipogea) e da lì accompagnarli attraverso un’esperienza emozionale e culturale verso l’alto delle gallerie restaurate.
L’allestimento
L’allestimento, l’architettura e la tecnologia concorrono a rappresentare e mettere in scena storia e fascino della cultura egizia; attraverso una composizione raffinata e mai volgare lo spettatore, lo studioso, viene accompagnato in un cammino emotivamente legato ai luoghi dell’antica civiltà.
La scenografia degli spazi è studiata per ottenere un sapiente allontanamento dalla città e dal presente. Il racconto dei reperti, la coralità delle collezioni, il lavoro di generazioni di archeologi sono accompagnati da profonde suggestioni sensoriali.
Lo sguardo del visitatore è accompagnato dalla luce al buio e ancora alla luce, in un movimento circolare; lo spettatore, dagli spazi scuri e misteriosi della corte ipogea, viene portato alla luce che gradualmente cambia ai livelli superiori, e ancora alla penombra delle tombe, in un percorso ciclico come la rotazione della notte sul giorno, della vita sulla morte, del silenzio sulla festa.
Da sacri luoghi sotterranei alle sale calde di colori e infinite come i deserti, allo spazio verde dell’oasi di riposo: la scenografia in costante mutamento ci porta a sentire i luoghi per potere dalla loro storia trarre conoscenza.
L’allestimento permette sempre, con luce e trasparenza, la percezione del contesto architettonico di cui il museo è ospite e la visione d’insieme delle collezioni nella loro esposizione corale si alterna con la possibilità di uno studio attento e ravvicinato del singolo reperto: un museo per la città che alla città regala squarci segreti attraverso la corte-piazza e, come fata Morgana, attira l’attenzione verso uno spazio reale e vivo, verso l’allestimento ed il contesto architettonico.
Il gruppo di progettazione che ha dato vita a tale progetto è costituito da:
• prof. arch. Aimaro ISOLA, arch. Saverio ISOLA (ISOLARCHITETTI), capogruppo
• ing. Luciano LUCIANI (I.C.I.S. S.r.l.)
• dott. Dante FERRETTI
• prof. arch. Carlo AYMONINO
• prof. arch. Paolo MARCONI
• arch. Giancarlo BATTISTA
• dott.ssa Maria Gabriella DE MONTE
• ITACA S.p.A. , servizi di ingegneria
• PROECO s.s
• dott. geol. Secondo Antonio ACCOTTO
• ing. Andrea BARACCO
• arch. Marco GRIMALDI
Fonte: comunicato stampa Isolarchitetti
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