18/12/2007 - Seconda fase al via per il progetto Milanofiori Nord ad Assago. Il Gruppo Brioschi, promotore dell’ampio intervento di sviluppo urbano, ha recentemente presentato tre nuovi edifici da inserire nel tessuto del masterplan messo a punto dall’olandese Erick van Egeraat. Si tratta dei tre volumi direzionali U13, U14 ed U15, progettati rispettivamente dagli studi ASA Studio Albanese, Park Associati, e Cino Zucchi Architetti.
Il progetto Milanofiori Nord è sviluppato da Milanofiori 2000, controllata per l’82,86% da Brioschi Sviluppo Immobiliare e per il 17,14% da Bastogi. L’intervento prevede lo sviluppo di un’area di complessivi 218mila metri quadrati a destinazione terziaria, commerciale e residenziale.
La prima fase di intervento, attualmente in cantiere, interessa un lotto di 120mila mq destinato ad ospitare uffici direzionali, residenze, spazi commerciali ed un Leisure and Entertainment Centre. Immersi nel verde, un cinema multisala, un albergo e diversi negozi sorgeranno attorno ad una piazza centrale.
L’esigenza di una relazione costante con la natura rappresenta l’elemento chiave per tutti e tre gli edifici direzionali progettati per la seconda fase dell’intervento, nonostante ciascuno di essi presenti una propria identità architettonica.
Se gli studi Park Associati e Cino Zucchi Architetti hanno dedicato particolare attenzione alla “pelle” della struttura, i progettisti di ASA Studio Albanese hanno individuato nella coordinazione e nella disposizione degli spazi interni, destinati ad attività imprenditoriali e professionali, l’elemento progettuale di partenza.
“Il corpo di fabbrica – spiega Filippo Pagliani dello studio Park Associati - è articolato in due ali, dalle forme organiche efficientemente interconnesse ed atte ad accogliere luce e verde al loro interno. La “cellula” del palazzo ad uffici si apre verso sud per dare accesso ai sistemi di circolazione pedonale legati al programma del masterplan, favorendo la compenetrazione tra edificio ed un ricco sistema a verde in continuità con il tessuto del progetto dell’intero complesso”.
“La facciata – continua l’arch. Pagliani - è concepita come una superficie continua, un nastro tecnologico che si sviluppa adattandosi alle diverse condizioni al contorno: la pelle dell’edificio si adatta e legge, in modo efficiente, l’incidenza del sole nelle diverse stagioni, nella costante ricerca di una efficienza ed ottimizzazione energetica. Pensato perciò come un grande filtro di luce dell’edificio, proprio per questa capacità intrinseca di adattarsi al contesto, genera ambienti nei quali è garantita un’elevata qualità abitativa in termini di comfort climatico ed illuminotecnica”.
Nel progetto messo a punto dallo studio CZA per l’edificio U15 “la grande dimensione del lotto e della sagoma limite dell’edificio indicata dal masterplan è interpretata piegandone i margini verso l’interno fino a generare uno schema distributivo che unisce le qualità positive di uno schema ad H con quelle di una pianta a nucleo distributivo centrale”.
“L’involucro perimetrale che delimita gli spazi interni – si legge nella relazione del progetto elaborata da CZA - è diviso in più strati e forma una facciata connotata da una forte plasticità e da uno sdoppiamento dei suoi piani: la parete interna - costituita da un involucro tradizionale che alterna una fascia finestrata e serramenti continui con una fascia opaca di parapetto di uguale altezza - e il sistema di frangisole fissi applicati esternamente. L’effetto architettonico generato da questa “pelle” contraddistinta da sottili variazioni cromatiche dal bronzo all’oro dona all’edificio un forte carattere “vegetale” di tronco o di siepe dal forte chiaroscuro in grande coerenza con le indicazioni del piano.
In corrispondenza dell’attacco a terra dell’edificio la seconda “pelle” di rivestimento si interrompe secondo un profilo leggermente ondulato, rivelando una vetrata continua sottostante che massimizza gli affacci sul verde”.
L’edificio U13 progettato da Asa Studio Albanese si sviluppa su sette livelli, cui si aggiungono il parcheggio al piano interrato ed il tetto giardino.
“Il progetto si fonda sulla definizione innanzi tutto dei vuoti interni quali spazi con una forte connotazione qualitativa: corti, antri, cavità, meandri; da questi si generano a loro volta i luoghi di permanenza e lavoro, in un indissolubile gioco tra dentro e fuori, chiuso e aperto.
La disposizione dei livelli, che hanno differenti altezze dei soffitti, dà la possibilità di guadagnare superficie acquisendo l’accesso ai piani superiori o inferiori: l’idea è quella di accrescere la qualità e l’abitabilità degli spazi puntando su ampliamenti verticali anziché orizzontali. I primi piani godono della possibilità di essere collegati al piano terra con una sorta di “jardin particulier” riparati dall’intorno. I piani dal terzo al sesto propongono moduli alternati in altezza (4,40-2,80- 4,40-2,80): collocando in sequenza ripetuta sempre un piano di altezza maggiore con uno di altezza minore.
Il settimo e ultimo piano ricava un surplus qualitativo grazie alla possibilità di un accesso privilegiato al “roof garden”, collocato sul tetto dell’edificio”.
Non manca inoltre l’attenzione all’aspetto energetico: “Al di sopra del giardino si trova un reticolato in cemento armato che forma una membrana cellulare di protezione generata dalla struttura dei pilastri sottostanti.
L’immagine è quella di un organismo capace di deformarsi e di allargarsi per captare la maggiore quantità di luce solare. Le celle di questa membrana non danno una copertura uniforme, poiché vi si alternano due tipologie. Una tipologia aperta, integralmente permeabile all’aria e alla luce, e che permette alle piantumazioni di crescere liberamente in altezza. Una tipologia a cellule fotovoltaiche, con la quale si fornisce l’autonomia energetica all’edificio”.
L’ultimazione dei lavori della prima fase, avviati ad aprile del 2006, è attesa entro il 2009, con la consegna dei primi edifici nella seconda metà del 2008. In particolare, è prevista entro fine 2008 la consegna della stecca di uffici fronte autostrada progettati dallo studio Erik van Egeraat Associated Architects, e del parco commerciale firmato dagli architetti genovesi dello studio 5+1AA_Alfonso Femia Gianluca Peluffo. Oltre 100 appartamenti progettati dai genovesi di OBR - Open Building Research saranno invece pronti entro fine 2009.
Per quanto concerne la seconda fase dell’intervento, il Gruppo Brioschi fa sapere che sono in via di definizione i progetti preliminari avanzati cui seguirà, a partire dal 2008, la stesura dei progetti definitivi.
Ancora in corso di progettazione invece la terza ed ultima fase, che prevede la realizzazione di ulteriori residenze.
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