02/05/2008 - Sabato 19 aprile, evento good luck Beijing: lo Stadio Olimpico di Pechino firmato Herzog & de Meuron apre al pubblico.
L’immagine iconica, nota per le numerose pubblicazioni, si dissolve in un intreccio di elementi strutturali. L’effetto spaziale, di un’immediatezza diacronica e atemporale, lascia spazio ad una semplicità e radicalità stupefacente. La semplicità delle parti si mescola nella complessità del disegno generale.
La struttura-facciata dello stadio si lascia attraversare. Uno spazio vibrante si modula tra interno ed esterno, uno spazio urbano che si spinge fino all’anfiteatro che accoglie la gara inaugurale di atletica.
Non vi è limite da attraversare, non c’è un involucro. La facciata è struttura, la struttura è facciata. La circolazione si svolge ad anello in un viale che si snoda all’interno dell’intreccio strutturale ed accoglie negozi, bar e ristoranti. Uno spazio urbano coperto instaura relazioni spaziali e visuali con i tre anelli delle gradinate. L’accesso a questi avviene per mezzo di scale integrate nella facciata-struttura. Invisibili nella lettura esterna si snoda nello spazio inbetween tra facciata e gradinate in un’interessante modulazione spaziale.
Gli spazi accessori (toilette, spazi tecnici, spazi commerciali) sono unità autonome indipendenti, si articolano nell’intelaiatura tridimensionale degli elementi strutturali. Nascono relazioni visuali inaspettate mentre la struttura si lascia attraversare dal vento.
4 miliardi di RMB (circa 420 milioni di euro) sono stati investiti da privati e dalla municipalità di Pechino per la creazione di questo stadio da 91mila posti (80mila post olimpiadi), esito di un concorso bandito nel 2002.
Rimane l’attesa per l’inaugurazione ufficiale in programma il prossimo 8 agosto con l’apertura dei giochi. Per l’occasione saranno aperti al pubblico gli anelli superiori, sarà completato il progetto del verde e l’accesso avverrà dal viale centrale.
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