08/05/2008 – “L’architettura non è ‘il costruire’. Gli edifici sono oggetti, e l’atto del costruire produce gli oggetti-edifici, ma l’architettura è qualcosa d’altro. È il modo di pensare e di parlare sugli edifici. È il modo di rappresentarli, di realizzarli: questo è architettura. Più in generale, l’architettura è un modo di rappresentare, dare forma e forse anche offrire alternative critiche all’ambiente umano. Infatti, gli edifici non sono abbastanza: sono la tomba dell’architettura, ciò che resta di quel desiderio di costruirci un altro mondo, un mondo migliore e aperto ad altre possibilità oltre il quotidiano. In concreto, architettura è ciò che può farci sentire ‘a casa’ nel mondo”.
È così che Aaron Betsky, Direttore della 11. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, spiega il tema scelto per l’edizione 2008 della celebre manifestazione dal titolo Out There: Architecture Beyond Building.
In programma a Venezia dal 14 settembre al 23 novembre 2008, l’11. Mostra è stata ufficialmente presentata lunedì 5 maggio, presso la Facoltà di Architettura “Valle Giulia” dell’Università “La Sapienza” di Roma.
Una architettura “oltre il costruire”, libera dagli edifici e pronta ad affrontare i temi centrali del nostro mondo e della nostra società. E, se gli edifici sono le “tombe dell’architettura”, la sperimentazione darà spazio ad una architettura in grado di interrogare la realtà ponendo, evidenziando e articolando nuovi problemi, piuttosto che risolverli.
“La sfida dell’11. Mostra – continua Betsky – consiste nel raccogliere e incoraggiare la sperimentazione: quella delle strutture effimere, delle visioni di altri mondi o di prove tangibili di un mondo migliore. Questa Biennale non vuole presentare edifici già esistenti e di cui si può godere nella vita reale. Non vuole proporre soluzioni astratte a problemi sociali, ma intende vedere se l’architettura, sperimentando nella e sulla realtà, può offrire forme concrete e immagini seduttive”.
Di qui la scelta di installazioni site specific, manifesti d’intento stampati e su video, e scenari utopici.
Le Corderie dell’Arsenale si apriranno con Hall of Fragments: una rassegna di film di fantascienza che in passato hanno immaginato il nostro potenziale mondo nel futuro, e film storici che hanno ricostruito mondi antichi.
Seguiranno Installations, installazioni di grandi dimensioni e site specific, che si domanderanno come è possibile sentirsi “a casa” nel mondo. Queste installazioni saranno accompagnate da Manifestos, manifesti d’intento per un’architettura oltre il costruire, che saranno sia su video, sia stampati. I partecipanti sono: Diller Scofidio+Renfro, UN Studio, Massimiliano Fuksas, Nigel Coates, Work Architecture, Droog Design, Philippe Rahm, M-A-D, Coop Himmelb(l)au, Vicente Guallart, Zaha Hadid, An Te Liu, Greg Lynn, MVRDV, Penezič e Rogina, Asymptote, Atelier Bow Wow, Barkow Leibinger Architects. A continuare questo tema, ricordando l’Arsenale, una capanna odierna dal Kazakistan e un “giardino paradisiaco” di Kathryn Gustafson.
Le Artiglierie dell’Arsenale accoglieranno Uneternal City. Trent’anni da “Roma interrotta”, dodici visioni progettuali su Roma e la sua periferia di Centola Associati, Delogu Associati, Giammetta & Giammetta, Labics, n!studio, Nemesi, t-studio, BIG (Danimarca), Clark Stevens-New West Land (Usa), Koning Eizenberg Architecture (Usa), MAD office (Cina), West 8 (Olanda). Alle Artiglierie saranno inoltre ospitati i lavori dei primi 10 classificati e delle 40 menzioni d’onore del concorso online per studenti universitari EveryVille 2008. Comunità oltre il Luogo. Senso civico oltre l’Architettura.
Gli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia, accoglieranno le mostre delle 65 Partecipazioni nazionali. Il Curatore del Padiglione Italiano alle Tese delle Vergini dell’Arsenale è Francesco Garofano la cui proposta, intitolata L’ITALIA CERCA CASA. Progetti per abitare e riabitare le città, pone l’abitare come “questione operativa centrale della nostra cultura architettonica”.
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