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Mario Occhiuto per Expo Universale di Shanghai 2010
Una struttura di grandi lastre di cotto avvolgerà le facciate
Autore: cecilia di marzo
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29/05/2008 - È l’architetto calabrese Mario Occhiuto il vincitore del concorso internazionale per la "Progettazione ed il recupero ambientale di ex padiglioni industriali all'interno della BEST URBAN PRACTICES AREA" della WORLD EXPO di Shanghai 2010.

Il suo progetto nasce dall’idea di recuperare e valorizzare i padiglioni industriali esistenti, per renderli innovativi e trasformarli in edifici dal forte significato dimostrativo, nell’ambito del motto dell’esposizione “Better city, Better Life”. Il concetto portante è stato quello di una progettazione integrata: gli spazi espositivi, le aree di connessione e le zone aperte formano un unico sistema spaziale che, pur articolandosi su livelli diversi, è privo di barriere verticali e di ostacoli ed è caratterizzato dalla permeabilità tra le aree. In questo modo si realizza la massima accessibilità del complesso.
Il progetto mira al recupero della forma e della struttura originaria dei capannoni industriali, che vengono trasformati per renderli adatti alle nuove funzioni, a basso consumo e ad alta efficienza energetica e la creazione di un nuovo edificio funzionale, originale e sostenibile.
Il progetto, sempre attento ai criteri di fattibilità e nel rispetto dei requisiti progettuali, si sviluppa attorno ai punti seguenti:
1.     il mantenimento della forma originale e la creazione di un rivestimento di facciata riconoscibile, estetico e funzionale che ne accentui l’identità.
2.     la sostenibilità ambientale e l’ottimizzazione degli impianti.
3.     l’integrazione con il contesto, realizzata attraverso la progettazione di un nuovo edificio per servizi, fortemente relazionato con la piazza antistante e i padiglioni, che migliori la vivibilità degli spazi.
4.     la flessibilità funzionale e distributiva, messa in pratica attraverso il nuovo centro servizi logistici e il recupero del carroponte.
5.     l’accessibilità, resa possibile dalla facilità dei percorsi.
 
La forma originaria dei padiglioni è stata rispettata e il progetto incentrato al mantenimento e valorizzazione del disegno esistente, cercando di enfatizzarne i punti salienti e risolverne le criticità. Il manufatto industriale, rispettato nella struttura e nella forma, custodisce la memoria del luogo ma viene arricchito e reinterpretato in chiave moderna e tecnologica: una struttura di grandi lastre di cotto, di 120cm X 120cm, avvolgerà le facciate e le caratterizzerà creando un rivestimento uniforme che rispetta la sagoma originale pur preservando aperture e visibilità. All’interno alcuni elementi, come il carroponte, sono mantenuti e rivitalizzati. Le strutture dei padiglioni sono rispettate, coperture e rivestimenti migliorati nel loro comportamento energetico. L’edificio di nuova costruzione è pensato per integrarsi completamente con i fabbricati  esistenti e con gli spazi antistanti. Questa sua fluidità è dichiarata da linee costruite e verdi che partono dalla piazza e si insinuano nell’edificio stesso ricoprendolo e creando dei passaggi verso i padiglioni. Il tutto rende il nuovo edificio carico di identità propria, come nel caso dei vecchi ma rinnovati capannoni industriali.
 
Le soluzioni progettuali sono state studiate per garantire la sostenibilità energetica e il rispetto dell’ambiente, ottimizzando i sistemi impiantistici, l’illuminazione e la climatizzazione naturale.
 
La flessibilità funzionale e distributiva, obiettivo del progetto, si unisce alla constatazione che l’attività espositiva ha bisogno di alcuni servizi di supporto fissi che prescindono dalla natura delle manifestazioni. Per questo motivo, all’interno dei capannoni, è stato creato un volume che architettonicamente dialoga con il nuovo l’edificio all’esterno, per ospitare alcune funzioni invariabili e precisamente: sala riunioni, sala conferenze, ufficio relazioni con i clienti espositori, segreteria organizzativa, locali tecnici di regia delle illuminazioni e dei carroponte, servizi igienici. La struttura interna ai capannoni si collega all’edificio esterno tramite una passerella sopraelevata a quota 8m e ne ricalca l’impronta linguistica formando, questa volta all’interno, una piazza gradinata. Si compie in questo modo la totale integrazione tra piazzale esterno ed interno dei padiglioni, chiudendosi il percorso che dalla piazza porta il pubblico in quota attraverso i gradini di copertura del nuovo edificio esterno, attraversa la nuova pelle in cotto traforato con una passerella sopraelevata, e rientra nella struttura interna (scendendo dalla quota 8m della passerella a quota 0.00 nella zona espositiva).
Dal punto di vista funzionale l’interno di questo nuovo edificio sarà improntato alla massima flessibilità, così come previsto per i padiglioni, in modo che la sala conferenze possa diventare sala stampa o aula didattica all’occorrenza e che anche gli uffici possano trasformarsi in funzione di esigenze mutevoli. Inoltre, successivamente all’expo, il nuovo centro logistico potrà essere utilizzato anche come biglietteria dei padiglioni, durante le manifestazioni dedicate.
 
Nell’ottica della funzionalità ed adattabilità alle diverse situazioni espositive, il carroponte è riportato in funzione per ottimizzare i servizi fieristici. Presente in ciascun fabbricato, questo sistema è utilizzato per sollevare e trasportare dei pannelli che, come pareti mobili, una volta posizionati, serviranno a creare gli spazi espositivi delle dimensioni necessarie durante l’Expo. La movimentazione dei carroponte e dei pannelli avviene in modo semplice, seguendo i carrelli esistenti posti trasversalmente e longitudinalmente: in questo modo, la distribuzione spaziale degli ambienti avviene in tutta flessibilità, adattandosi anche alle esigenze diverse delle esposizioni future. Lo stesso carroponte è utilizzato per agganciare e stendere, su tutta la lunghezza dei capannoni, una tenda schermante per proteggere, quando necessario, dal soleggiamento.
 
Il progetto crea una forte relazione interno-esterno con il progetto della grande piazza antistante. Lo spazio aperto è invitato ad entrare nel nuovo volume e prendere contatto con i capannoni attraverso percorsi, scalinate e grandi organiche fasce verdi che formano la copertura dell’edificio, contribuendo anche alla mitigazione del clima interno.
Il nuovo edificio esterno, con la sua forma a gradinata, è una vera prosecuzione della piazza; crea una relazione fluida con gli spazi esterni per poi entrare naturalmente negli ambienti espositivi. Come nelle piazze storiche italiane, questo legame tra costruito e spazio aperto costituisce un elemento di vivibilità che migliora la percezione dell’ambiente circostante e il benessere dei fruitori. L’integrazione formale e visuale tra il progetto della piazza, il nuovo padiglione e i capannoni è garantito e questo assetto di nuova formazione permette una fruibilità superiore degli spazi.

 

  Scheda progetto: UBPA Pavilions per Shanghai Expo 2010
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UBPA Pavilions per Shanghai Expo 2010

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