19/09/2008 – È atteso entro la fine del mese l’avvio della procedura per l’affidamento dei lavori del MUSE di Trento, il nuovo museo della scienza progettato dallo studio Renzo Piano Building Workshop. A febbraio scorso il Comitato tecnico amministrativo dei lavori pubblici e della protezione civile della Provincia Autonoma esprimeva parere favorevole sulla congruità del valore di stima finale dell’edificio. A giugno è stato completato il progetto esecutivo. Nei giorni scorsi i progettisti di RPBW hanno inviato le prime tavole Patrimonio del Trentino SpA, la società che ha acquistato formalmente l’edificio.
Il MUSE sorgerà nell’area dismessa dell’ex fabbrica Michelin, che l’architetto Piano intende restituire ai cittadini. L’area si estende su 11 ettari da palazzo delle Albere a Via Monte Baldo e dalla linea ferroviaria fino alla sponda sinistra dell’Adige; obiettivo dell’intervento è restituire alla città il suo corso d’acqua riqualificando l’area tra il centro storico ed il fiume.
Le funzioni commerciali, residenziali e di terziario “abbracceranno” fisicamente, insieme al parco, l’intero nuovo quartiere divenendo al tempo stesso importanti magneti urbani per l’intera città. Un “abbraccio” ulteriormente sottolineato dall’acqua, che in forma di canale, attraversa da sud a nord l’intera area per poi duplicare, come riflesse in uno specchio, le forme del Museo.
“La forma architettonica – spiegano dallo studio RPBW – nasce, oltre che dalla interpretazione volumetrica dei contenuti scientifici del museo, anche dai rapporti con il contesto: il nuovo quartiere, il parco, il fiume, palazzo delle Albere”.
L’ edificio è costituito da una successione di spazi e di volumi, di pieni e di vuoti, adagiati su un grande specchio d’acqua sul quale sembrano galleggiare, moltiplicando gli effetti e le vibrazioni della luce e delle ombre. Il tutto è tenuto insieme in alto dalle grandi falde della copertura, che ne assecondano le forme, rendendole riconoscibili anche all’esterno.
La struttura si sviluppa su 2 livelli interrati e 5 livelli fuori terra, innalzandosi sino a 18,5 metri. In pianta raggiunge una lunghezza massima (est/ovest) di 130 m fuori terra ( 140 m a livello interrato), ed una larghezza massima (nord/sud) di 35 m fuori terra (45 m a livello interrato).
Le coperture sono caratterizzate da una successione di grandi falde con orientamento est ovest, in parte opache con finitura in zinco, ed in parte in vetro trasparente. Tutte le falde sono dotate di generosi sbalzi, caratterizzati da un progressivo alleggerirsi del telaio strutturale e un diradarsi, in fasce sempre più strette, del manto di copertura.
Per i prospetti nord e sud è stato immaginato un rivestimento lapideo in verdello bocciardato sostenuto meccanicamente da una sottostruttura metallica; si riprende in tal modo una finitura che caratterizza gli angoli di maggior pregio dei vari edifici nel nuovo quartiere.
Alle “masse” rivestite in pietra, si alternano le superfici vetrate. I nodi in acciaio dei serramenti, riprendono per forma, passo e dimensioni, gli elementi già utilizzati nel resto dell’intervento.
Il fronte est, corrispondente alla porzione dell’edificio che contiene la biblioteca e gli uffici, è caratterizzato dalla cosiddetta “facciata verde”: una successione di montanti in legno lamellare, con un sistema di mensole metalliche che sostiene dei “vasi” destinati a far crescere lungo la facciata - attraverso appositi sostegni verticali tra vaso e vaso – delle specie rampicanti.
Il fronte ovest è caratterizzato dalla vista in successione delle falde di copertura, con in primo piano quelle in vetro della serra tropicale.
Il progetto è testimonianza di una particolare attenzione ai temi della sostenibilità e del risparmio energetico. Prevede infatti una serie di scelte ed accorgimenti atti a conseguire la certificazione LEED.
Alla razionalizzazione dell’approvvigionamento energetico di base – ottenuta mediante l’installazione di un sistema energetico centralizzato che ottimizza le risorse e riduce i costi gestionali dell’edificio – si aggiunge una attenta scelta dei materiali finalizzata a contenere il più possibile la dispersione termica, nonché l’istallazione sulle coperture opache di 340 mq di pannelli fotovoltaici.
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