11/09/2008 - Non c’è dubbio, quello della “questione casa” sarà uno dei temi ricorrenti nel lavori presentati all’11ª Mostra Internazionale di Architettura. Se la Gran Bretagna si concentra sulla crisi dell’edilizia abitativa nel Regno Unito, proponendo un’exibition dal titolo “Home/Away: Five British Architects Build Housing in Europe”, il padiglione tricolore partecipa all’edizione 2008 della Biennale con l’esposizione dall’eloquente titolo “L’Italia cerca casa / Housing Italy”.
Videoclip, mappe, progetti e installazioni selezionati da Francesco Garofalo, curatore del Padiglione, guideranno il visitatore in un percorso articolato tra presente, passato e futuro dell’edilizia per la casa nel Belpaese, passando “dagli alloggi popolari degli anni ‘30 al ‘piano casa’ degli anni ‘80, dal boom edilizio al trading immobiliare, dal caro affitti ai mutui facili degli anni ’90, fino alla ‘casa possibile’ per il XXI secolo”.
A tal proposito, commenta Garofalo: “ 'L’Italia Cerca Casa mette alla prova la cultura architettonica italiana nella sfida posta dalla domanda di abitazioni di qualità e a costi accessibili. La fine dell’edilizia popolare, la crisi del mercato dei mutui, le situazioni di disagio urbano e le domande di nuovi utenti hanno spinto in primo piano la questione nel dibattito pubblico. Oggi che tutti nelle istituzioni si impegnano a investire sugli alloggi, occorre chiedersi con quali programmi e con quali progetti è possibile rispondere. Dal revival della ‘casa per tutti’, il padiglione italiano intende passare alla proposta della ‘casa per ciascuno’”.’
Prima tappa deIl’esposizione sarà costituita dall’area dedicata al “Presente”, ospitata nella cosiddetta “sala ellittica” del Padiglione. Il videoclip “Dalla casa all’abitare” (regia del videomaker Maki Gherzi, animazione grafica dell’emiliano Studio Kalimera, testi di Giovanni Caudo) “snocciolerà” in una manciata di minuti i dati clamorosi del nuovo “problema casa” (un esempio fra tutti: il debito delle famiglie italiane ammonta a 300 mld di Euro, di cui 250, oltre l’83%, dovuto ai mutui) per poi proporre “quattro condizioni per la casa possibile”.
Un collage di 350 metri quadri, messo a punto da Mario Lupano e dallo studio Laboratorium, campeggerà invece sulle pareti della cosiddetta “sala rettangolare”, celebrando la “mitologia” sorta attorno al tema della casa popolare, la cui eredità è oggi “sospesa tra nostalgica riscoperta e ideologiche smanie di demolizione”. Leitmotiv di questo disegno, dedicato al “Passato”, saranno le riflessioni attorno a topoi come “il quartiere”, “il grande edificio”, “lo spazio pubblico”, “i servizi collettivi”, “la sfera domestica”.
Al“Futuro”, ed al tema della “Casa per ciascuno”, saranno invece dedicati i 12 lavori esposti al centro del padiglione nella volontà di offrire a committenti pubblici e privati, si legge nel comunicato stampa, “proposte esemplari come quelle per il recupero di quartieri di edilizia sociale, per la riconversione residenziale di aree produttive, strategie per sfruttare meglio la risorsa città, piuttosto che consumare altro territorio, idee di nuovi habitat e di case sostenibili, e quelle per gli insediamenti di specifiche comunità immigrate nel nostro Paese”.
È sufficiente dare una scorsa alla “lista degli invitati” per immaginare la molteplicità di prospettive stilistiche offerte dall’esposizione made in Italy: Andrea Branzi (Milano), storico rappresentante dell’architettura radicale degli anni Sessanta, illustre designer e innovatore del concetto di “habitat”, Baukuh (Genova), gruppo di progettisti trentenni attualmente all’opera per la realizzione di alloggi sociali ad Amsterdam (dopo aver vinto un concorso Europan riservato a giovani architetti), Studio Albori (Milano), Cliostraat (Torino), Mario Cucinella (Bologna), Luca Emanueli (Reggio Emilia), Ian+ (Roma), Marco Navarra_NOWA (Caltagirone), Italo Rota (Milano), Salottobuono (Venezia), Beniamino Servino (Caserta), Stalker / Osservatorio nomade (Roma).
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