17/09/2008 - Stupisce piacevolmente Towards paradise, prima installazione di architettura paesaggistica nella storia della Biennale di Venezia ideata dagli studi Gustafson Porter e Gustafson Guthrie Nichol ed ubicata negli spazi della Tesa delle Vergini all’Arsenale.
Pensata come una grande “allegoria contemporanea”, l’installazione si articola in tre grandi aree rispettivamente denominate “Remember”, “Nourishment”, “Enlightenment”, conducendo il visitatore attraverso “i dilemmi terrestri, dalla vita alla morte, verso il paradiso”.
“Remember”, prima tappa del percorso, è dedicata al passato e alla “memoria di ciò che si è perso”. Un sentiero di ghiaia conduce all’ingresso della cosiddetta Store Room che, appena visibile attraverso un boschetto di edera, ospita una sorta di camera funeraria dai cassettoni vuoti. Sulle pareti, dei pannelli neri sui quali sono inscritti i nomi della fauna e della flora estinta.
Lasciata la Store Room, il visitatore ha due possibilità: percorrere il tunnel posizionato di fronte all’uscita, o girare a sinistra ed imboccare un sentiero costeggiante un muro di mattoni. Entrambi i percorsi sono tracciati tra gli spazi verdi coltivati. Il tunnel conduce verso l’area “Nourishment”, il tragitto a sinistra conduce invece alla zona denominata “Enlightenment”.
Nourishment, “luogo dov’è possibile trovare sostentamento dell’anima e del corpo”, è una grande area simile ad un giardino delle delizie terrestri: la ricchezza delle golose piante da frutto e da ortaggio invita il visitatore a riflettere sull’abbondanza nella propria vita. In questo spazio-orto sono disseminate delle panchine dove potersi riposare e dove poter godere di una gratificante esperienza sensoriale: odori, vista e tatto vengono solleticati e piacevolmente stimolati. Ma Nourishment vuole essere anche un luogo di confronto, dove ci si possa sedere e conversare con gli altri, ascoltarne le storie, meditando e “sostentando così anima e corpo”.
Lo spazio Enlightenment ha invece l’aspetto d’una silenziosa e semplice distesa d’erba che i progettisti hanno immaginato come luogo di pace dove il visitatore possa fermarsi e riflettere, nella speranza di trovare il proprio “senso di illuminazione” ed il modo di “coltivare il proprio giardino”. L’area, di forma ovale, è costellata di cuscini bianchi che si offrono come seduta informale. Dei veli in tessuto bianco, sostenuti da suggestivi palloni ad elio, fluttuano sospesi nell’aria indicando il cammino verso la parte più remota del giardino.
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