15/09/2008 - La Giuria della 11. Mostra Internazionale di Architettura presieduta da Jeffrey Kipnis (Usa), critico e docente all’Università dell’Ohio, e composta da Paola Antonelli (Italia), curatore del dipartimento di Architettura e Design del Museum of Modern Art (Moma) di New York, Max Hollein (Austria), direttore del Städelsches Kunstinstitut e del Schirn Kunsthalle di Francoforte, Farshid Moussavi (Iran), fondatrice del Foreign Office Architecture di Londra e docente all’Harvard University Graduate School of Design, e Luigi Prestinenza Puglisi (Italia), critico, storico e docente di Storia dell’Architettura Contemporanea alla “Sapienza” Università di Roma, ha deciso di attribuire nel modo seguente i premi ufficiali dell’11. Mostra:
Leone d’Oro per la migliore Partecipazione nazionale alla Polonia (Padiglione ai Giardini)
Hotel Polonia. The afterlife of buildings
Progetto di Nicolas Grospierre, Kobas Laksa
Commissario: Agnieszka Morawińska. Curatori: Grzegorz Piątek, Jarosław Trybuś.
Commissario aggiunto: Zofia Machnicka.
Leone d’Oro per il miglior progetto di installazione della Mostra Internazionale a Greg Lynn Form (Usa, espone alle Corderie dell’Arsenale in Installations)
Recycled Toys Furniture
Leone d’Argento per promettenti giovani architetti della Mostra Internazionale al gruppo cileno Elemental (espongono al Padiglione Italia ai Giardini in Experimental Architecture)
Alla cerimonia di premiazione e inaugurazione dell’11. Mostra sono stati inoltre consegnati il Leone d’Oro alla carriera a Frank O. Gehry, ed il Leone d’Oro Speciale per uno storico dell’architettura a James S. Ackerman nel Quinto Centenario della nascita di Andrea Palladio.
La motivazione di Aaron Betsky
Nessun altro architetto vivente ci ha mostrato più chiaramente di Frank Owen Gehry, quanto meravigliosa e produttiva può essere la sperimentazione. Oggi, nella sua quinta decade di attività, Gehry è uno dei più famosi architetti al mondo, grazie agli esuberanti design per strutture quali il Guggenheim di Bilbao (1998) o la Walt Disney Concert Hall (2005). Ciò che non possono comprendere tutti coloro che ammirano le sue forme sinuose, e l’abbraccio pieno di luce del suo spazio, è che alla base di queste forme non c’è la pura intuizione, ma anni di sperimentazione.
Dopo aver avviato un’attività di successo nella Los Angeles degli anni ’60, Gehry ha abbandonato la ricerca delle commissioni su larga scala, per il design di strutture su piccola scala, in cui ha visto la possibilità di ridurre l’architettura alle sue figure più elementari. Ha poi destabilizzato le relazioni fra queste ultime, e le ha ricomposte liberamente. È andato anche più oltre nel design della sua stessa abitazione a Santa Monica, in California (1978), nella quale ha spogliato la costruzione fino ai suoi nudi materiali, e ha incorporato i frammenti di strutture esistenti, una corsia d’asfalto e un recinto, ridefinendola in una costruzione (non) finita.
Avendo ridotto l’architettura ai suoi blocchi primari, Gehry l’ha poi ricostruita nuovamente in un villaggio senza forma, fatto di forme che lui ha ricomposto come blocchi danzanti e forme spinte. La penetrazione nelle strutture che l’ha reso famoso, deriva non dal risultato di una commissione, ma dal ritorno a elementi extra-architettonici che ha ricavato dall’arte, oppure – nel caso del pesce che è diventato il suo mantra formale – dalle sue stesse memorie.
Frank Gehry è stato anche fra i primi grandi architetti a modificare il design con l’aiuto del computer. Per lui, questa non è stata una via per creare edifici con più efficienza, ma per liberare l’architetto da una posizione dipendente da ciò che lei (o lui) vede, in una nuova posizione in cui tutto ciò che l’architetto può immaginare, può anche costruire.
Frank Gehry ha trasformato l’architettura moderna. L’ha liberata dai confini della ‘scatola’ e dalle costrizioni delle comuni pratiche del costruire. Ha dimostrato che le soluzioni tecniche che l’architettura offre, non servono altro che a realizzare strumenti culturali che ci liberano verso una nuova comprensione del nostro mondo. Sgusciante come il suo pesce, aperta come le sue costruzioni spoglie, e tanto sperimentale quanto le attività artistiche che sono state la sua ispirazione, l’architettura di Frank Gehry rappresenta il vero modello moderno per un’architettura ‘oltre il costruire’.
Le motivazioni della giuria internazionale
Leone d’Oro per la migliore Partecipazione nazionale
Nel padiglione polacco, la giuria ha riconosciuto una combinazione significativa di arguzia, tecnologia ed intelligenza che sollevano la questione del ciclo di vita degli edifici all’interno delle città contemporanee, soprattutto nei paesi ad economia più debole. Oscillando tra arte e manifesto d’architettura, il padiglione ha stimolato in direzioni molteplici l’immaginazione dei membri della giuria. Rispondendo alla difficile sfida posta dal tema della Biennale, è riuscito nello stesso tempo a esprimere una profonda sensibilità verso i problemi della propria nazione.
Leone d’Oro per il miglior progetto di installazione della Mostra Internazionale
La giuria ha apprezzato quei progetti nei quali la sperimentazione avesse dei risvolti empirici e cumulativi, tali da costituire un punto di riferimento per la successiva ricerca disciplinare. I mobili sperimentali progettati da Greg Lynn a partire da giocattoli riciclati rappresentano al meglio il tema della Biennale: Architecture Beyond Building. Pur rimanendo una provocazione e non ancora un prototipo, questo esperimento spinge la ricerca digitale ad un nuovo livello che, oltre a coinvolgere le problematiche tradizionali della ricerca architettonica, incentrate sul significato, l’estetica e il progresso della tecnologia costruttiva, ne introduce di nuove e urgenti legati all’urgenza del riciclo e della salvaguardia ambientale.
Leone d’Argento per promettenti giovani architetti della Mostra Internazionale (inteso come miglior lavoro di uno studio di architettura emergente)
Un grande numero di progetti redatti da architetti di ogni generazione ha finalmente mostrato un rinnovato interesse e coinvolgimento con i problemi del mondo reale, quali l’ambiente, la povertà e i conflitti sociali. Per incoraggiare questo atteggiamento etico, il premio è stato assegnato al gruppo cileno Elemental. La giuria ha apprezzato il progetto per l’intelligenza riguardo agli aspetti economici, costruttivi e progettuali dell’operazione, e la profonda sensibilità al contesto, per produrre un’opera a basso costo che promette un miglior futuro.
|