31/10/2008 – Dopo cinque anni di lavori viene oggi ufficialmente inaugurata a
Milano la
nuova sede della Bocconi, un edificio in pietra e cristallo che consente all’Università di riunire un campus cittadino in passato giunto a contare ben 27 sedi. Il progetto porta la firma di
Shelley McNamara e
Yvonne Farell, le due progettiste alla guida dello studio irlandese
Grafton Architects vincitrici nel 2002 del concorso di progettazione indetto per la realizzazione del complesso edilizio universitario destinato a concludere il “Piano Bocconi 2000”.
Sei anni fa la giuria del concorso apprezzava l’innovativa soluzione tecnica adottata dalle due progettiste irlandesi che immaginavano “la posizione strategica dell’Aula Magna all’intersezione tra viale Bligny e via Roentgen, in modo tale da consentire la visione immediata della sala e del suo foyer da Porta Ludovica, come portico simbolico dell’Università”.
Oggi una nuova giuria si esprime a favore di una architettura rivelatasi in grado di cogliere e restituire in modo innovativo lo spirito della città. Si tratta della giuria internazionale del World Architecture Festival di Barcellona, che ha assegnato alla nuova Bocconi il World Building of the Year Award quale migliore edificio nella categoria formazione, in un concorso al quale hanno partecipato 722 opere di tutto il mondo completate negli ultimi 18 mesi.
La nuova struttura si sviluppa su una superficie complessiva di circa 68mila metri quadrati distribuiti su sei piani fuori terra e tre interrati. Il progetto prende forma dalla combinazione di una serie di parallelepipedi disposti a pettine al di sopra di un imponente blocco che ospita l’Aula Magna. Quest’ultima, definita dalle due progettiste “la grande pietra incastonata”, si posa direttamente sul bordo della strada fungendo da ancora dell’intero edificio. Il suo muro esterno raggiunge l’altezza massima con gli edifici del piano superiore che trovano spazio nel sottotetto.
I parallelepipedi ospitano l’area amministrativa con uffici per 1240 postazioni, mentre l’area sottostante accoglie l’Aula Magna da 1.000 posti, un foyer da 2.500 metri quadrati su due livelli interrati e cinque sale congressi. Il parcheggio sotterraneo può ospitare sino a 200 auto.
Intreccio di cortili, giardini e piazze, il progetto non presenta una netta distinzione tra spazi interni ed esterni. L’ingresso si affaccia sul trafficato viale Bligny con una sorta di piazza, che porta all’ampia vetrata trasparente a precipizio sul grande foyer.
Le vetrate e la piazza su viale Bligny, la pavimentazione che, da via Roentgen, prosegue all’interno e i volumi flottanti degli uffici marcano la continuità con la città e l’incontro tra spazio celeste e sotterraneo: “L’universo degli uffici e della ricerca – spiegano le due progettiste – è sospeso fra terra e cielo; é un labirinto che sale pian piano con una rete interattiva di cortili, ponti, terrazze, corridoi che stimolano sovrapposizione, espansione, contrazione, commistioni, discussioni, possibilità di movimenti orizzontali e verticali.
Per creare questo sontuoso luogo di scambio abbiamo pensato agli uffici di ricerca come a raggi di spazio, sospesi a formare una spettacolare copertura che filtra luce a tutti i livelli.
Gli uffici formano un sottotetto popolato, generalmente profondo tre o quattro piani.
Questa copertura sospesa permette allo spazio dell’università di sovrapporsi alla vita dell’università. Permette allo spazio interno di fondersi con gli spazi pubblici esterni”.
Rifacendosi al carattere di molti palazzi milanesi, “duri all’esterno, amichevoli all’interno”, Shelley McNamara e Yvonne Farell hanno immaginato una imponente facciata su via Roentgen, dietro la quale si aprono ampi e stupefacenti spazi. “Abbiamo creato un contorno simile a una crosta, a uno scudo – spiegano le autrici del progetto – costruito in ceppo di Gré, una pietra locale presente nelle facciate di molti palazzi milanesi. Lo abbiamo poi lavorato per dare il senso di profondità, densità e massa”. Il marciapiede di via Roentgen, lungo 90 metri, costituisce “uno spazio pubblico che prosegue nell’edificio, portando con sé la superficie di pietra, la pavimentazione della città”.
A dispetto dell’imponente facciata, l’edificio è luminosissimo e stupisce per la mancanza di pilastri. Ambienti aperti, scale ed elementi in cemento armato sembrano sospesi nell’aria, grazie a un principio strutturale simile a quello dei ponti. Le solette dei piani sono appese, attraverso tiranti d’acciaio, a grosse travi e l’impatto visivo è ulteriormente alleggerito dalla presenza di vetrate e aperture che riescono a convogliare la luce naturale fino al sottosuolo. Corti interne, foyer, giardini pensili e terrazzamenti a diversi livelli sono invasi dalla luce, che raggiunge e rischiara quasi a giorno anche i piani interrati.
“Nessuno degli edifici della Bocconi, tutti opera di importanti progettisti - dichiara il presidente dell’Università Mario Monti - è mai stato costruito con il solo scopo di creare nuovi spazi per la vita universitaria; ciascuno di essi si è posto come una parte integrante dell’area cittadina. Il nostro campus è l’espressione urbanistica e architettonica della visione culturale della Bocconi, caratterizzata da innovazione e avanguardia, ma anche di una vocazione internazionale che l’Università ha in comune con la città”.
Il pubblico potrà accedere alla nuova sede Bocconi nel corso delle visite guidate gratuite previste per sabato 1° novembre.