01/10/08 - E’ la ricerca di essenzialità il filo conduttore che ispira Giano, l’innovativo sistema di arredi che evoca già nel nome il dio romano bifronte. Una essenzialità che ‘si impone’ con naturalezza a partire dal processo produttivo - con l’utilizzo di un unico estruso per lo sviluppo della parte sia orizzontale che verticale - per poi declinarsi nei singoli elementi progettuali di linee, piani e volumi. Sempre questa essenzialità si traduce in flessibilità per rispondere indifferentemente ed efficacemente, proprio come il dio dal volto mutevole e versatile, ad ogni esigenza dell’ufficio: dalla postazione singola a quella aggregata fino all’operativo di alto livello.
Giano è una ‘creazione’ del giovane designer Egidio Panzera, ma non propone un approccio progettuale univoco. Grazie ai suoi molteplici aspetti, coerentemente con il proprio ruolo di osservatore al tempo stesso di passato e presente, può infatti diventare l’acuto testimone - e protagonista - del passaggio dalla vecchia ad una nuova interpretazione dell’ambiente ufficio.
Tradurre in parole un’idea che si è concretizzata in progetto evolvendo gradualmente grazie agli stimoli di un affiatato team di lavoro non è facile. A maggior ragione se questa idea, come nel caso di Giano, ha saputo via via prendere corpo articolandosi in un susseguirsi di emozioni e, quindi, di applicazioni diverse e spesso insospettate.
Il primo spunto legato alla sua realizzazione va ricercato nella ‘filosofia progettuale’ che da anni guida Sacea: puntare sulla persona come vera ‘risorsa’ per l’ufficio. E proprio dalla valorizzazione della risorsa umana - oggi presupposto imprescindibile per considerare l’acquisto di arredi come un investimento strategico - si è sviluppata la mia intuizione. Ad un dirigente o professionista di elevato livello operativo si richiede infatti di essere sobrio, versatile, pratico e così duttile da adattarsi ad ogni situazione. Questi stessi requisiti mi sono sforzato di trasferire in Giano per far sì che ciascun utilizzatore possa in essi riconoscersi.
Grazie a questa identificazione il sistema non poteva che essere … Giano cioè in grado, proprio come il mitologico dio bifronte, di piegarsi nella sua ecletticità ad ogni funzione ed applicazione nell’ambito dell’ufficio.
Del professionista, a mio avviso, il sistema intreccia e coniuga perfettamente tutte le peculiarità, ispirandosi ad un principio che propone un’estetica dettata dalla sottrazione di elementi e dalla modulazione della loro assenza e lascia esprimere il … vuoto piuttosto che il pieno.
Il contesto ‘ambientale’ per il quale è stato pensato Giano si presentava come un’equazione a più variabili. Prevedeva infatti un abaco di elementi e composizioni variegato sia in termini formali che dimensionali: scrivanie rettangolari, quadrate e con allungo, tavoli riunione rettangolari e quadrati, librerie a giorno ed elementi contenitori.
Già in fase progettuale mi sono mosso in un’ottica di essenzialità cercando di scomporre l’equazione in elementi geometrici basici quali linee, piani e volumi: le linee orizzontali e verticali della struttura; i piani delle mensole e delle scrivanie; i volumi degli elementi contenitori.
Un approccio, questo, che ho mantenuto e confermato nella scelta di un materiale - l’alluminio - leggero, resistente ed ecologico. Il materiale che, sia in termini tecnici che funzionali ed estetici, rende meglio l’idea di modernità.
La struttura in alluminio del sistema, con finitura brillantata e naturale, permette infatti da un punto di vista produttivo di modulare liberamente, attraverso semplici tagli, le diverse dimensionature richieste. Il sistema riesce di fatto a circoscrivere con un unico profilato i piani delle scrivanie e delle librerie consentendo a Giano di mostrare alternativamente uno dei suoi due lati e, conseguentemente, un’estetica differente e mutevole.
Ma l’approccio ‘duale’ si ripropone anche nelle gambe della scrivania e nelle spalle della libreria, composte dall’accoppiamento di due spezzoni dello stesso profilato.
Alla struttura si sovrappongono i piani con finiture e materiali diversi - dal vetro retroverniciato all’essenza lignea - sofisticati nella loro apparente essenzialità.
I volumi contenitori e le cassettiere sono immaginati come oggetti da riporre sui vari piani esprimendo un’idea di leggerezza che prescinde dalla loro collocazione, su mensole o a pavimento. Ogni libreria può quindi essere accessoriata liberamente con i vari moduli contenitori lasciando piena libertà compositiva e funzionale e senza mai risultare ridondante.
La flessibilità di Giano può così essere ‘declinata’ nello spazio adiacente una parete o, ancora, tradursi in una diafana parentesi di separazione tra ambienti dello stesso ufficio, ma con mansioni diverse.
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