08/10/2008 - È attorno al tema della nascita che si muove “Bornhouse”, mostra presentata alla 11ª Mostra Internazionale di Architettura di Venezia dall'11 settembre al 26 ottobre 2008. L’esposizione, ideata e curata dal moscovita Yuri Avvakumov, fa tappa in Italia scegliendo come location la chiesa di San Stae, raccogliendo i lavori di 26 architetti russi e internazionali.
Yuri Avvakumov ha chiesto agli espositori di presentare degli oggetti, di nuova ideazione o già esistenti, la cui unica prerogativa fosse “l’essere in linea col titolo dell’esposizione” (che, tradotto alla lettera, significa “CasaNata”), e le cui dimensioni in termini di altezza e peso fossero simili a quelle di un neonato.
Partendo dall’assunto per cui il corpo femminile “rappresenta la forma perfetta per la creazione di una nuova forma”, Bornhouse invita a riflettere su come, storicamente, l’unico artefatto ideato dall’architettura in relazione al tema della nascita siano stati i reparti maternità negli ospedali e nelle case di cura. A tal proposito, ha asserito il curatore della mostra, “nella cultura russa, è come presente una certa curiosità riguardo a questo genere di luoghi, in qualche modo connessi al sacro mistero della vita”. Il tema delle “casa di maternità” è stato, d’altra parte, un topos ricorrente nella retorica dell’“uomo nuovo”, promossa dai regimi totalitari di stampo sovietico.
I lavori esposti in Bornhouse, consapevoli di tutto questo, rispondono all’appello lanciato da Yuri Avvakumov mostrando una gran varietà formale ed ideativa. Se in alcuni di essi è piuttosto semplice riconoscere il marchio autoriale, altri progetti spiccano per il loro spirito ironico o paradossale. Tutte le opere sono esposte singolarmente su dei piedistalli appositi, alla maniera di “mini-monumenti”, “embrioni di architettura” osservabili e criticabili uno per uno.
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