10/10/2008 – Il Padiglione Ungheria fa la sua settima apparizione alla Biennale di Venezia con l’opera Corpora in Si(gh)te doubleNegatives Architecture.
L’esposizione, a cura di Gyula Július, in atto dal 14 settembre al 23 novembre presso i Giardini di Venezia, ospita quest’anno un lavoro messo a punto dal gruppo nippo-svizzero-ungherese doubleNegatives Architecture.
I natali dell’opera risalgono al 2004 quando il team, guidato dall’architetto giapponese Sota Ichikawa, e composto dagli artisti del software Ákos Maróy, Max Rheiner e Kaoru Lobata, ha deciso di realizzare “una raccolta di punti di vista e ricerca” al fine d’indagare “come siano strutturati i processi di percezione, cattura e controllo dello spazio operati tanto dalla mente umana, quanto dalle tecnologie digitali”.
In vista dell’esposizione il lavoro originale è stato arricchito. Nello spazio attorno al Padiglione una rete di 40 sensori wireless a bassa tensione capta ed elabora in tempo reale i dati fisici relativi a temperatura, luce, umidità e suoni dell’ambiente circostante, ritrasmettendoli all’unità generativa di elaborazione delle informazioni di Corpora. Al contempo, delle telecamere riprendono e trasmettono in real time le immagini di quanto accade all’esterno dello spazio espositivo, a loro volta proiettate sulle pareti dello spazio espositivo.
Fine ultimo dell’operazione, far sì che il visitatore possa comprendere come la struttura influenzi e “riempia” di sé l’area che occupa. Per questa ragione doubleNegatives Architecture ha fatto ricorso ad un approccio olistico, dove viene superato il confine tra spazio virtuale e spazio naturale, in vista di un movimento in cui convergono architettura, design e media art.
Auspicio del progetto, quello di “creare edifici che conversino con l’ambiente che li circonda in modo interattivo, che mutino in base alle esigenze dell’uomo, e che agiscano in modo coerente”.
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