25/11/2008 - Dopo un lungo periodo di lavori, è stata riaperta al pubblico il 14 novembre scorso la rinnovata
Art Gallery of Ontario (AGO), il noto museo di arte antica, moderna e contemporanea di
Toronto. Il progetto di ampliamento e ammodernamento della struttura porta la firma di
Frank O. Gehry.
L’edificio originale, una imponente struttura in pietra costruita nel 1918 su Dundas Street, è stato sottoposto nell’arco di quasi un secolo a più interventi di trasformazione. Già negli anni 20’ veniva annessa una nuova ala che riproponeva lo stile dell’edificio esistente; nel 1974 il museo veniva arricchito di una nuova struttura rivestita in calcestruzzo prefabbricato destinata ad ospitare un centro di scultura ed il bookshop del museo. Una ulteriore ala veniva costruita nel 1992, di fronte al vecchio edificio di Dundas Street, su progetto di Barton Myers con KPMB. Progetto che, nato con l’obiettivo di rendere il museo più accessibile, è stato tuttavia oggetto di pareri contrastanti. L’ingresso centrale del museo veniva spostato su un unico lato, costringendo i visitatori ad un percorso labirintico prima di poter raggiungere il cuore dell’edificio. L’intervento di Gehry ha comportato la demolizione dell’ala post-modernista disegnata da Myers, con il ripristino di un unico ingresso centrale. Tutte le funzioni commerciali – bookshop, caffetteria, ristorante e teatro – risultano accentrate in un’unica zona lungo l’estremità dell’edificio, in modo da restituire all’arte il suo ruolo primario creando al tempo stesso una nuova “isola” che fa della città stessa parte dell’esperienza artistica offerta dalla galleria.
L’intervento ha previsto la realizzazione di una nuova galleria lungo Dundas Street (Galleria Italia); una struttura quadrangolare blu titanio di quattro piani di fronte Grange Park, ed un nuovo ingresso in corrispondenza del centro storico della galleria (la Walker Court ) e dell'edificio denominato "The Grange".
Gli spazi di nuova costruzione hanno consentito una crescita complessiva dell'edificio del 20% circa , con un incremento degli spazi espositivi pari al 47%.
Elemento distintivo dell’intervento di Gehry, una lunga copertura ondulata lungo Dundas Street che sembra avvolgere l’intero edificio ed abbracciare i passanti al livello della strada. Si tratta della facciata della nuova Galleria Italia che, disegnata da pannelli di vetro sostenuti da travi curve in legno, consente l’illuminazione naturale delle gallerie del piano terra e del primo piano. L’imponente facciata in vetro consente inoltre ai visitatori una vista continua su Dundas Street, e ai passanti di curiosare nella galleria.
All’interno, una scultorea scala in legno a spirale si sviluppa a partire dal secondo piano passando attraverso la copertura vetrata ed offrendo un collegamento ai piani dell’esposizione contemporanea ubicati nella parte posteriore dell’edificio.
Generoso il giudizio del New York Times in un articolo a firma del critico Nicolai Ouroussoff che definisce il progetto “esempio magistrale di come infondere nuova vita ad una vecchia struttura”.
La forza del progetto di Gehry consisterebbe in una “giocosa danza tra il vecchio e il nuovo” resa possibile da un disegno che vede nuovi elementi quali rampe, percorsi e scale penetrare nel vecchio edificio sino a diventarne parte integrante.