10/02/2009 – Nella serata di lunedì 9 febbraio il Television Cultural Center (TVCC) di Pechino è andato in fiamme. Si tratta dell’edificio di 159 metri adiacente alla China Central Television (CCTV), la futura sede della televisione di stato cinese. Entrambi portano la firma dell’architetto olandese Rem Koolhaas e del progettista di origine tedesca Ole Scheeren dello studio Office for Metropolitan Architecture (OMA), vincitore nel dicembre del 2002 del concorso internazionale indetto dalla Beijing International Tendering Co.
L’incendio sarebbe scoppiato mentre la città era illuminata dai fuochi d’artificio nell’ultimo giorno delle celebrazioni del capodanno cinese. All’interno dell’edificio non si trovava nessuno.
Secondo quanto dichiarato dai testimoni, le fiamme si sarebbero pericolosamente propagate nel giro di venti minuti circa distruggendo la struttura esterna, ancora in costruzione. L’ultimazione dei lavori era infatti attesa per maggio di quest’anno. Sembra invece non esser stata intaccata dalle fiamme l’edificio principale del complesso, la CCTV, la vicina torre di 342 metri destinata ad ospitare le attività di teletrasmissione.
L’edificio colpito dall’incendio avrebbe invece dovuto accogliere, su un’area complessiva di circa 116mila metri quadrati, un albergo a cinque stelle con 241 stanze, un centro per i visitatori, un teatro da 1500 posti a sedere ed ampi spazi espositivi.
La spettacolare parete di fuoco che ha semidistrutto il Television Cultural Center è stata per diverse ore riflessa sulla facciata vetrata della CCTV tower: una architettura tridimensionale disegnata da due enormi L capovolte appoggiate l’una sull’altra ed avvolte in una griglia compressa. Si tratta di uno degli edifici che caratterizzano la ‘nuova Pechino’ costruita in vista delle Olimpiadi dello scorso agosto; un’ambiziosa operazione cui hanno partecipato diversi architetti di fama internazionale tra cui Norman Foster con la realizzazione del nuovo terminal dell’aeroporto (T3), Herzog & de Meuron con la progettazione del nuovo Stadio Olimpico divenuto famoso col nome di “nido d’uccello”, e ancora il francese Paul Andreu, ideatore del teatro dell’Opera.
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