23/04/2009 – Parte integrante del Centro di Cardiochirurgia “Salam” realizzato in Sudan per conto dell’organizzazione umanitaria EMERGENCY, il Padiglione di meditazione e preghiera è stato ultimato nel maggio 2007. Il progetto porta la firma di TAM associati, una organizzazione professionale attiva nella elaborazione di progetti per l’architettura e la comunicazione sociale, che opera dal 1987 come atelier di progettazione con sedi principali a Venezia e Parigi.
“Il Sudan – spiegano i progettisti di tamassociati – è un paese che nel corso degli ultimi vent’anni è stato flagellato da numerose guerre inter-etniche ma soprattutto inter-religiose. Etnicamente gli Arabi costituiscono il 39% della popolazione gli Africani il 61%; dal punto di vista religioso il 70% dei Sudanesi risultano essere di fede musulmana, mentre il restante 30% è costituito da cristiani e altre fedi religiose (Dati tratti dal rapporto di "Human Rights Watch": Q&A: Crisis in Darfur del 05/05/2004).
Quando ci siamo trovati a dover pensare ad un luogo che ospitasse la preghiera, com’è consuetudine avvenga in qualunque luogo di cura, ci siamo dovuti confrontare con questo difficile dilemma: pensare uno spazio che potesse ospitare la complessità spirituale che alberga in questo paese.La scelta è stata quella di non privilegiare alcuna forma di culto ma di creare uno spazio capace di ospitare la preghiera e meditazione di tutte le fedi”.
L’esterno è dominato dalla grande vasca d’acqua, carica di significati simbolici in questa zona subsahariana. L’acqua è prelevata dal vicino fiume Nilo e poi reimpiegata per l’irrigazione delle aree verdi dell’ospedale. La vasca crea un distacco spirituale tra macrocosmo esterno dell’ospedale/mondo e microcosmo, ventrale, dell’edificio. Quest’ultimo è formato da due cubi bianchi sfalsati e comunicanti con copertura semitrasparente realizzata con le anime di foglie di palme.
Gli interni dei due cubi sono caratterizzati dalla presenza di due alberi che rendono questi spazi contemporaneamente sacri ma anche profani per la presenza di un elemento naturale all’interno di uno spazio artificiale.
“Abbiamo dovuto confrontarci con la religione musulmana che è la fede professata dalla maggioranza dei Sudanesi – continuano gli autori del progetto – e con le regole imposte da questo culto (le abluzioni, la separazione uomini donne) ma abbiamo calato queste regole in un contesto straniante che non le rendesse dominanti. La cosa è stata possibile occultando tutti i simboli e gli elementi religiosi che potessero essere ricondotti ad un’unica religione. Ad esempio lo spazio per le abluzioni non è altro che uno spruzzo d’acqua più alto che, prima dell’ingresso, permette il lavaggio ma che non ha alcuna connotazione religiosa e che viene percepito come un elemento della vasca d’acqua”.
Il progetto ha ottenuto una menzione speciale nella categoria Premio Architectur-Xport del Detail Prize 2009. Così la giuria ha motivato tale scelta:
“Gli architetti sono riusciti a creare un luogo neutrale per la meditazione di tutte le religioni e i gruppi etnici presenti nel Sudan. Attraverso l’utilizzo di materiali del luogo ed una progettazione chiara, hanno realizzato uno spazio di evidente semplicità, valorizzata da un gioco di luci e ombre, che trasmette un senso di tranquillità rafforzato dall’acqua che domina lo spazio esterno”.
Aderendo alla filosofia del lavoro in network, TAM ha mantenuto una struttura aperta per favorire la più ampia collaborazione e partecipazione ai progetti sia all’interno che all’esterno della propria organizzazione. Si tratta di una scelta operata contro la figura individuale dell’autore, a favore di una più marcata consapevolezza del significato sociale e collettivo del proprio operato. In questa ottica TAM, a partire dagli anni ‘90, ha sviluppato un’attività di progettazione orientata alla realizzazione di spazi pubblici con tecniche di progettazione partecipata e comunicativa, con incarichi attualmente in corso con varie Pubbliche Amministrazioni in ambito nazionale.
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