14/04/2009 – Si è concluso con la vittoria del gruppo di progettazione composto da Tomaso Monestiroli, Massimo Ferrari, Francesco Menegatti, Stefano Milani, Filip Geerts, Marco Alesi, Claudia Tinazzi e Federica Farina il concorso di progettazione per la riqualificazione urbana del lungomare di Levante – Lotto nord dell’Isola di Ortigia a Siracusa.

 

L’area di destinazione del progetto, collocata nella zona più antica di Siracusa, rappresenta oggi il punto di raccordo di differenti direzioni e giaciture urbane: il quartiere Umbertino, dal tracciato regolare; il quartiere Graziella, segnato dalle abitazioni di piccola scala del tessuto antico; il parcheggio Talete, che domina l’affaccio sul mare.

 

Il primo settore è caratterizzato dalla presenza delle fortificazioni spagnole, al cui interno sono state rinvenute tracce di un cantiere navale di epoca ellenistica. Percorrendo le antiche mura cittadine, la vista sul mare è impossibilitata dalla presenza del parcheggio Talete .

 

Il secondo ambito è collocato a ovest del parcheggio Talete, un’area da cui è possibile accedere direttamente al mare attraverso la spiaggia e che funge da cerniera urbana tra le due principali direzioni. La recente costruzione della nuova sede stradale, del terzo ponte e dell’arenile affacciato all’imbocco del porto piccolo ha segnato un “allontamento” tra la zona e il waterfront.

 

La terza sezione coincide con l’area a sud del palazzo delle poste, una zona affacciata sul porto canale, che segna il limite ovest del quartiere umbertino (ora in fase di riqualificazione). La geometria triangolare della piazza è generata dall’ortogonalità del quartiere ottocentesco, che si scontra con la direzione definita dal porto canale.

 

Nelle proposta vincitrice i tre ambiti di destinazione vengono riconfigurati attraverso due soluzioni. La prima consta nella realizzazione di spazi aperti, riqualificati nella  pavimentazione, nel verde e nell’arredo urbano, che rendano possibile la fruizione pubblica delle porzioni cittadine oggi sconnesse dal tessuto urbano. La seconda è invece rappresentata da un doppio muro che, circondando l’area del vicino parco archeologico, costituisca il un nuovo fronte del parcheggio, e funga da nuovo grande fondale urbano, opponendosi alla grande cesura del parcheggio Talete e riscrivendo l’intorno dalle diverse angolature.

 

La grande parete è pensata per diminuire la separazione tra città e mare creando nuovi scorci e inquadrature. “Il muro raccoglie in sé i caratteri dominanti del luogo trascrivendoli secondo differenti livelli di lettura. Prima di tutto risponde alla questione del bordo, del rapporto con il mare riportando l’idea della fortificazione in maniera ironica e tutt’altro che mimetica o storicistica; in secondo luogo pone l’attenzione sui tessuti, sulla loro inconciliabile diversità e sulla disarticolazione dello spazio urbano, in cui le parti non sono direttamente riconducibili all’unità, ma possono essere riconsiderate come insieme attraverso un’azione dissociata, che ne ridefinisce le possibilità di lettura. Infine sostiene la capacità dell’architettura di generare una nuova narrazione urbana rifluendo in una dimensione collettiva che la accolga e la realizzi pienamente”, spiegano i progettisti del team.

 

Nell’intercapedine del muro, sono collocati i reperti archeologici rinvenuti nel territorio: “luogo, memoria nella memoria in un cortocircuito continuo di rimandi e visioni antiche e nuove, il muro aspira a diventare parte della città, appartenente alla comunità. Proprio dove è stato realizzato il parcheggio Talete, incurante del mare e della città, il muro riporta in primo piano i caratteri di un luogo attraverso quello che è stato ritrovato, i reperti, e la visione tra il mare e la città che dai ponti-passerelle trovano una nuova espressione”, commentano i vincitori del concorso.

 

Al progetto vincitore è stato attribuito un premio pari a 10.000,00 euro.