25/05/2009 – Sta sorgendo a Greve in Chanti (FI) la Nuova Biblioteca Comunale di MDU Architetti, giovane studio pratese composto da Valerio Barberis, Alessandro Corradini, Cristiano Cosi e Marcello Marchesini.
Il progetto, su una superficie totale di 400 mq, nasce dalla volontà di realizzare una struttura in grado di rispondere alla crescente e sempre più diversificata richiesta culturale del capoluogo e delle aree limitrofe.
La scopo della biblioteca di Greve, la cui realizzazione terminerà il prossimo anno, sarà quello di costituirsi come nuova centralità e luogo di incontro pubblico, oltre che come sito preposto allo svolgimento di precise attività culturali, un elemento significativo nel tessuto urbano e sociale del paese con un immagine fortemente riconoscibile e rappresentativa propria di un istituzione pubblica.
L’immagine architettonica della biblioteca è riconducibile a due soli temi: la “solidità” del basamento formato da blocchi in travertino, e la leggerezza del volume in terracotta sovrastante. Il basamento, appare pesante, durevole, solido, ma al suo interno trova posto un ampio atrio di ingresso a doppia altezza, il banco informazioni e prestito, mentre una grande scaffalatura alta due piani divide questo spazio dall’ufficio dell’amministrazione e da altri locali destinati ad attività di carattere culturale e ricreativo. Al piano superiore, all’interno del volume in cotto, si trova la sala di lettura (255 mq), che si affaccia sul vuoto centrale a tutta altezza, garantendo lo svolgimento delle diverse funzioni in ambiti separati ma comunicanti visivamente tra loro.
Nella sala di lettura il dosaggio della luce naturale, e la sua diffusione in modo armonico, avviene attraverso l'utilizzo di pareti “diaframma” realizzate con elementi in cotto.
Queste pareti si presentano ricche di fenditure, tessiture, e di ritmi chiaroscurali, dando vita ad un’affascinante variazione materica che arricchisce l’immagine complessiva dell’edificio.
Un trattamento particolare che conferisce al volume superiore l’aspetto di una grande “trina in terracotta”, in grado di trattenere e riflettere la luce secondo un ritmo variabile sia in base all’articolazione delle pareti sui diversi lati dell’edificio, sia in base alle condizioni atmosferiche esterne.
Al calare del sole il volume in cotto si accende internamente e svela in negativo la sua trama di vuoti e cavità, configurandosi come una grande “lanterna”, segno nel territorio.
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