11/09/2009 – “Un grande Parco Botanico Planetario strutturato su una griglia di tracciati ortogonali, circondato da canali d’acqua e punteggiato da grandi architetture paesaggistiche”. È così che si presenta la sede dell’Expo 2015 di Milano. Nei giorni scorsi gli architetti Stefano Boeri (Studio Boeri), Richard Burdett, Mark Rylander (McDonough & Partners) e Jacques Herzog (Herzog & De Meuron) hanno illustrato il Masterplan concettuale dell’area che dal 1° maggio al 30 ottobre del 2015 accoglierà l’Expo.
Introdotta dall’amministratore delegato di Expo 2015 S.p.A Lucio Stanca, la conferenza stampa di presentazione si è svolta a Palazzo Reale alla presenza del Presidente di Expo 2015 S.p.A.Diana Bracco, del presidente della Camera di Commercio di Milano Carlo Sangalli, del Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, del Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, e del Sindaco di Milano e Commissario straordinario di Governo per l’Expo Letizia Moratti.
Non un’opera architettonica – ha spiegato l’on Stanca – bensì un’architettura complessiva del paesaggio che ribalti il tradizionale concetto di monumentalità legato alle esposizioni del passato”. Destinata a sorgere alle porte di Milano su un’area di complessivi 925mila metri quadrati, sarà una “grande piattaforma” realizzata all’insegna della sostenibilità, perché possa essere il sito stesso dell’Expo a rappresentarne il tema centrale: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.
Le architetture monumentali del passato lasceranno dunque spazio alla “monumentale leggerezza” di un “grande Parco Botanico Planetario dove tutti i paesi del mondo verranno a coltivare la terra e a produrre cibo attraverso le tecnologie più avanzate”. Così Boeri presenta l’idea alla base del masterplan.
“Nel progettare questo inedito Giardino Planetario – spiega Herzog – ci siamo basati sui principi insediativi della città Romana e sui suoi due assi generatori: il cardo e il decumano, quello straordinario paradigma composto da due tracciati perpendicolari con un Foro al centro che ha guidato lo sviluppo nei secoli di migliaia di città in tutto il mondo”.
Un primo asse di 1 chilometro e 400 metri, disposto in linea con il tracciato storico del Sempione, ospiterà un grande Boulevard pedonale e ciclabile dove si muoveranno i visitatori. Un secondo asse perpendicolare, che riprende le geometrie dei tracciati agricoli che circondano Milano, sarà invece il riferimento per la suddivisione dei lotti destinati ai Padiglioni Nazionali. I due assi genereranno una griglia chiara e aperta di spazi; di questi, una parte sarà progettata dagli organizzatori, mentre l’altro sarà direttamente realizzata – in futuro - dai Paesi invitati.
Simbolo dell’Expo sarà il grande asse centrale, un boulevard pedonale al centro del quale sorgerà un grande “Tavolo Planetario” sul quale si affacceranno tutti i padiglioni nazionali. Questi ultimi, pensati come spazi di coltivazione, saranno raggruppati in relazione alla loro condizione geoclimatica. Il percorso centrale sarà a tale scopo perimetrato da grandi serre bioclimatiche destinate a riprodurre i principali paesaggi climatici, dal deserto alla foresta tropicale.
Agli estremi del percorso centrale saranno realizzate una grande Arena Teatrale e una vasta Collina verde costruita con il terreno ricavato dagli scavi di cantiere. I grandi Padiglioni Tematici interromperanno come contrappunti locali la griglia dei Padiglioni Nazionali.
L’intero perimetro dell’area dell’EXPO sarà inoltre circondato da una serie di percorsi navigabili che, grazie ad un sistema di fitodepurazione, raccoglierà e pulirà le acque dei canali presenti nel sito.
Incluso nel masterplan anche un importante progetto di recupero delle cascine pubbliche e comunali che punteggiano tutti i bordi di Milano sorgendo in connessione con la trama dei corsi d’acqua dell’area.
Centrale nel corso della conferenza stampa di presentazione è stato infine il tema della flessibilità, intesa quale eredità che l’Expo lascerà al territorio per le esigenze future. A tal proposito spiega Boeri: “Il Masterplan è un passo iniziale, una base forte ma flessibile su cui si dovranno sviluppare delle esperienze progettuali strutturate. Per questo abbiamo pensato ad una serie di luoghi per i quali lanciare nei prossimi mesi grandi concorsi di progettazione aperti ad architetti, designer, artisti e paesaggisti di tutto il mondo per la trasformazione di questo spazio”.
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