23/11/2009 - La Fondazione Genoa 1893 ha commissionato all’arch. Roberto Burlando (BurlandoArchitettura) il progetto di ristrutturazione dello Stadio Luigi Ferraris.
26 mila mq di spazi esterni con una piastra sopraelevata, 39 mila mq di parcheggi complessivi, soluzioni architettoniche innovative come 2 nuove torri di accesso pedonale, oltre a 28 nuovi skybox, conformità alle normative UEFA, adeguamenti per gli Europei, creazione di un parco urbano di 18 mila mq e riqualificazione urbanistica del quartiere di Marassi.
Queste in sintesi le principali caratteristiche dello Studio di fattibilità per un intervento di ristrutturazione dello Stadio L. Ferraris di Genova presentato dalla Fondazione che mostra come la struttura attuale possa essere resa conforme alle vigenti normative nazionali e internazionali con un costo stimato di circa 50 milioni.
Il Parco ha una superficie di circa 18.000 mq, sufficiente a garantire la sicurezza, con ampie zone verdi, e sarà attrezzato per ospitare eventi, concerti e manifestazioni, ottenendo il duplice scopo di servire allo stadio ed essere utilizzato continuativamente dalla comunità.
Il progetto delle lame e delle Torri è stato ipotizzato in maniera da preservare la struttura originaria (1986-1989) dell’ architetto Gregotti e dell’elemento ancora esistente dell’antico Luigi Ferraris, corrispondente alla parte inferiore della facciata lato tribuna.
Al fine di ammodernare gli spazi e realizzare le superfici necessarie per gli adeguamenti interni richiesti, le alternative potevano essere quelle di ampliare il fronte fino al limite del Bisagno, oppure andare ad occupare gli spazi vuoti agli angoli della struttura. Questa seconda soluzione consente di recuperare non solo spazi per attività commerciali e “vitali” per lo Stadio, ma permette di realizzare alcune aree di calma e in sicurezza, per la distribuzione interna e per il flusso e deflusso agevole degli spettatori.
Il fronte del Ferraris, lato Bisagno, verrà valorizzato da una volumetria in vetro e acciaio realizzata sul prospetto storico, fino al tetto, ampliando gli spazi della tribuna e consentendo la distribuzione interna degli spettatori in arrivo dalle Lame di accesso.
Tutta l’architettura diventa così un complesso che vive in simbiosi col parco urbano, le lame diventano radici dalle quali prende vita la struttura che si ancora nel terreno e che, grazie al flusso continuo della linfa vitale degli spettatori e dei tifosi, può continuamente rinascere.
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