19/11/2009 – Sono quattro mesi dedicati alla cultura italiana quelli in corso a Tokyo fino al prossimo 30 dicembre col prestigioso calendario di “Italia in Giappone 2009”, manifestazione che conta 59 eventi culturali, 20 “appuntamenti” scientifico-tecnologici e 77 happening di carattere economico, commerciale e turistico.
Design, moda, lusso, alta tecnologia e prodotti del settore eno-agroalimentare sono i protagonisti della kermesse. Così, accanto alle mostre dedicate alla civiltà Romana Imperiale dell’epoca di Augusto, ai capolavori della Galleria Borghese o all’industria aerospaziale italiana, si svolge in questi giorni, presso il Tokyo Design Center, la mostra “Cantine d’autore”, organizzata dall’Istituto nazionale per il Commercio Estero. Al centro dell’esposizione, nove cantine italiane progettate da alcuni tra i più famosi architetti contemporanei.
Tecnologiche ed ecosostenibili, le “cantine d’autore” sono il risultato di un connubio pressoché unico tra tradizione e innovazione architettonica, dove il talento e la maestria del progettista è chiamato a rispondere in modo rigoroso eppure creativo alle ferree esigenze della produzione vitivinicola made in Italy.
Pensata come una “nobilissima fabbrica del vino” la cantina “Rocca di Frassinello” di Renzo Piano sfrutta esclusivamente la forza di gravità (e non le pompe meccaniche) per rimestare il mosto. “È stato immediato capire che era la sommità della collina il posto giusto dove realizzare la struttura: prendere la collina, scavarci dentro la cantina, farci sopra una piattaforma che fosse più o meno come un altopiano dal quale si potesse vedere il paesaggio straordinario. È un edificio che più semplice non si può immaginare”, spiegava qualche tempo fa l’architetto genovese.
Tra gli interessi di sviluppo tecnologico della ricerca sperimentati nella realizzazione della cantina Perusini, progettata da Augusto Romano Burelli, si annoverano lo sviluppo della tecnologia in lastre Cottostone “fuori dal piano verticale” per pareti ventilate e di modanature in Cottostone ottenute con l’incollaggio di profili lunghi e stretti di cotto rigenerato; lo sviluppo della tecnologia del legno lamellare, applicata all’incollaggio di elementi curvati per formare gusci o calotte sferiche, oppure elaborati per produrre solai.
E ancora: sono presenti in mostra i due progetti del team italo-giapponese Hikaru Mori - Maurizio Zito per le aziende Feudi di San Gregorio e Bisceglia; le architetture delle Cantine Mezzacorona e Rotari, disegnate da Alberto Cecchetto; la “Marco Felluga” di Marco Bernadis; “Terre da Vino” di Gianni Arnando; “Badia a Coltibuono” di Natalie Grenon e Pietro Sartogo; la Cà Marcando di Giovanni Bò.
Se lo svizzero Mario Botta immaginava “un’architettura del lavoro e dell'accoglienza” quando progettava la cantina “PETRA”, un’opera serafica e solenne, Massimiliano Fuksas pensava a due “bolle in vetro” per la “Distilleria Cardini” a Bassano del Grappa, un’opera decisamente futurista, parzialmente ipogea, sospesa su due gambe di acciaio ed immersa nel paesaggio montano del Montegrappa.
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