10/11/2009 – A un anno di distanza dalla mostra “ Milano Work-In-Progress”, lo SpazioFMG di FMG Fabbrica Marmi e Graniti, in Via Bergognone a Milano, torna a raccontare le trasformazioni in corso nella città dell’Expo 2015 con la mostra "Milano work-in-progress 2”.
Al centro dell’esposizione, in corso fino al prossimo 28 novembre, i progetti degli studi MAbarquitectura, Consalez Rossi + Vudafieri Saverino Partners, Paolo Pasquini e 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo. Le opere in mostra riguardano la residenza pubblica e gli spazi commerciali. L’evento è curato da Luca Molinari e Siman Galateo.
MAbarquitectura presenta in pubblico per la prima volta il progetto per il nuovo quartiere urbano in Via Gallarate. “Il nuovo quartiere sorgerà all’interno di una lunga fascia di spazi aperti inutilizzati, nella zona tra via Gallarate e via Appennini. Il progetto prevede la realizzazione di quattro nuovi edifici residenziali, per un totale di 184 alloggi di tipologia varia, dal disegno lineare o a torre, disposti in modo da creare un ampio parco condiviso con gli edifici esistenti di via Appennini. Visto il posizionamento dei nuovi edifici lungo una strada ad alto scorrimento saranno realizzate opere di protezione del parco e delle residenze, che permetteranno comunque agevoli attraversamenti tra la strada e il parco in vari punti. Gli accessi ai parcheggi interrati per la residenza saranno posizionati lungo via Appennini. Il nuovo parco, di mq 28.000 circa, definirà il limite del quartiere Gallaratese verso via Gallarate, dando vita a uno spazio protetto, animato dalla presenza di spazi commerciali e di nuovi servizi al quartiere, con particolare attenzione alla tipologia del contesto. In questo quadro, per aumentare e diversificare l’offerta di servizi, oltre ad accrescere il livello qualitativo complessivo del quartiere, saranno realizzati: un micro-nido di 30 posti circa per bimbi da 1 a 3 anni; un Centro aggregativo diurno per anziani; un Centro Socio Culturale. Il parco si svilupperà intorno a quattro piazze, ognuna delle quali caratterizzate da funzioni diverse per vocazione, uso e materiali”, spiegano dal Comune di Milano.
Studio Consalez Rossi con Vudafieri Saverino Partner è autore del progetto in via Civitavecchia. Sono previsti: quattro edifici residenziali per un totale di 110 alloggi di tipologia varia, un nuovo parco pubblico, attività commerciali e servizi dedicati al quartiere e alla città. L’area verde, ampia circa 14.500 metri quadri, fungerà da zona di connessione tra la città e il Parco Lambro. “La continuità tra parco e città sarà il tema dominante delle nuove strutture, soprattutto a livello architettonico e in particolar modo nei piani terra che saranno fortemente integrati con il verde - si legge nella relazione di progetto fornita dall’ Assessorato alla Casa di Milano. Le aree pubbliche saranno attrezzate e favoriranno la rivitalizzazione di quest’area periferica. Priorità sarà data all’accoglienza e al ristoro per i cittadini residenti, per il nuovo polo terziario RCS e per il “turismo” sportivo e ricreativo del parco. Il nuovo quartiere offrirà servizi utili anche al resto della città. Si prevede, infatti, la realizzazione di un “Centro per la cura e il benessere con l’acqua” connesso ad un bar-caffetteria, dove si sfrutteranno i benefici dell’acqua per il relax e la cura del corpo e dove sarà possibile effettuare attività basate sull’acquaticità per genitori e figli. Verrà inoltre realizzato un micro-nido di 30 posti, destinato a bimbi da 1 a 3 anni”.
La realizzazione di entrambe le proposte residenziali (vincitrici del concorso “ Abitare a Milano”, nato da una partnership privata tra Comune di Milano e F ondazione Cariplo) è in fase di ultimazione.
Il terzo progetto in mostra è quello del Food Park nell’area Maciachini, firmato da Paolo Pasquini (Studio Elementare). In una recente intervista l'architetto commentava la proposta con queste parole: In una recente intervista Paolo Pasquini descrive con queste parole: “…Il Comune ci ha chiesto di creare una nuova strada al centro dell’area che collegasse via Imbonati e via Crespi. Oggi la maggior parte di noi si muove su gomma e far entrare le macchine nell’area sanciva, in qualche modo, il definitivo ingresso della città nel Maciachini. E’ a questo punto che ci è sembrato necessario affiancare alla città più veloce, quella delle macchine una fascia per i pedoni con al centro l’edificio lineare che possa accompagnare a due velocità il cittadino che attraversa Maciachini e con un segno riconoscibile, un landmark, pensato con la natura e da essa ispirato. Dal punto di vista funzionale la nuova strada offriva nuovi affacci visibili, vendibili come negozi o ristorazione, in un primo momento il food park era formato da quattro padiglioni tutti destinati alla ristorazione di diverse culture, poi molti padiglioni di vari gestori, alla fine il progetto si è semplificato prevedendo due sole strutture un bar-pizzeria e un ristorante, dello stesso gestore Autogrill, ma collegate solo all’interrato e distanziate per garantire il passaggio a uno degli accessi principali allo spazio verde pubblico centrale dall’angolo di via Imbonati lungo il comparto progettato da Sauerbruch e Hutton. La fascia verde che affianca la nuova strada è l’unica porzione di sviluppo che non prevede parcheggi interrati e che ci ha consentito quindi la piantumazione di alberi di prima grandezza, saranno oltre cento, nell’intenzione di affiancare alla strada stessa in futuro un vero e proprio bosco. Le essenze sono state scelte nel rispetto delle specie tipiche della Foreste Planiziale Lombarda, secondo un progetto della Regione Lombardia, nell’ideale tentativo di ricreare un ambiente primitivo. Al centro di questa fascia verde il padiglione stretto e lungo, quello che da sempre è stato immaginato come “diaframma” coperto da una copertura che si ispira e si interseca con il bosco vero. Insieme alle funzioni e agli utilizzatori finali, è cambiato anche il progetto, la versione finale è definita, oltre ovviamente dal bosco intorno, da un lungo basamento in calcestruzzo verde colorato largo sei metri e lungo duecento con alcuni vuoti che lasciano spazio agli alberi; una fitta e sottile struttura libera di pali anch’essi verdi, come tronchi; il diaframma di chiusura dei locali con delle vetrate continue sull’esterno e sui patii interni; ed infine la copertura e la chiusura delle parti cieche dell’edificio con calcestruzzo a faccia-vista pensato con una trama, delle aperture, e delle colorazioni impregnanti agli ossidi naturali che riproducono l’immagine ingigantita della percezione mentale delle fronde di un bosco o della visione ravvicinata di una corteccia, una sintesi quasi televisiva o digitale della nostra immagine del bosco artificiale. Il bosco artificiale poi, landmark del primo periododi vita del centro ci auguriamo possa a poco a poco scomparire e amalgamarsi con quello che dovrà diventare il vero landmark definitivo che affiancherà un lato della nuova strada.
5+1 AA presenta il progetto per la Retail ParkArea a Milanofiori. “ L’edificio si presenta come un triangolo compatto nel suo perimetro ma frammentato nella volumetria e nella proposta architettonica del trattamento delle coperture e dei prospetti si legge nella relazione di progetto redatta dallo studio genovese. Il principio compositivo su cui si basa un primo ragionamento sul tema si può evincere pertanto dai seguenti punti:
- il suolo/i, ovvero l’edificio come unicum prima di essere definito volumetricamente si articola come successione di linee naturali/artificiali relazionate al suolo;
- il perimetro, ovvero l’enfatizzazione del perimetro esterno ad angolo acuto attraverso una deformazione/stratificazione del suo limite;
- i volumi, ovvero la ricerca di un disegno orizzontale come sovrapposizione di piano contro la sequenza/parata di volumi che non dialoghino sino a formare un unicum;
- la natura, ovvero nell’impossibiità di poter conquistare una quarta dimensione attraverso la ricerca di un materiale artificiale che oltre a risolvere tutt gli aspetti tecnici sia in grado di fornire un identità al progetto gradevole ed accettabile dalla maggior parte dei fruitori, si percorre la strada di una natura che crea e articola l’edificio nel suo complesso e che vuole costituirsi, come un Giano bifronte, come seconda TESTA al sistema dove la natura ricorre all’artificio per crearsi il suo spazio;
- solido/virtuale, trasparenze, opacità, pixel che sfumano determinando una line a ora precisa ura confusa di un limite quello dei piani, che vuole confondersi con la luce sia naturale che artifiviale; un racconto unitario da est a ovest da linra a punto, lasciando che le persone interagiscano e varino le percezioni; un basamento trasparente, un elevazione translucida, un coronamento effimero e mediatico come una trascrizione storica , ironizzando inchiave contemporanea sull’identificazione del “tempo” o del “museo” o soprattutto dello “spazio pubblico”, capace di accettare sovrapposizioni fogaci e/o durature di aspetti propriament ecommerciali che troveremoall’interno senza doverle subire all’esterno;
- le promenades, ovvero la ricerca di un percorso che non sia soltanto un accesso agli edifici ma sia capace di diventare un luogo: ora si passeggia sotto un cielo/pensilina sorretto da pilotis alti e che raffigurano un peristilio continuo sul lato che conduce alle residenze; ora, dopo aver svoltato l’angolo, si passeggia sotto un volume che mi comprime lo spazio precedente e mi protegge come una nicchia inquadrandomi il paesaggio dinamico e cinetico della tangenziale;
- il bordo, ovvero la ricerca di una “curva” di livello naturale che in maniera organica definisca il limite del parcheggio del centro commerciale come la sovrapposizione di un sistema naturale/artificiale capace di creare un paesaggio anticipatore e invitante ora denso ora lineare;
- comunicazione versus monumentalità, il coronamento dell’edificio è un grande testo sfondato che corre in maniera continua sui due grandi sfondi conferendo una certa monumentalità all’edificio e giocando su uno spazio che costituisce oggi come categoria “lo spazio per eccellenza” e che pertanto conferendo una certa ironica aulicità(tra las vegas e la roma augustea), giochi su una comunicazione di “facciata” da una sovrapponibile commerciale variabile nel tempo”.
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