24/02/2010 – Cresce esponenzialmente, di anno in anno, il successo della Biennale Internazionale di Architettura "Barbara Cappochin". A confermarlo in questi giorni è l’annuncio della mostra retrospettiva che verrà allestita dalla Fondazione “Barbara Cappochin” presso l’Istituto italiano di cultura di Tokyo dal 20 settembre al 11 ottobre prossimi.
L’esposizione "giapponese" illustrerà la storia della Biennale padovana dalla prima edizione nel 2003 a oggi. L’evento è inserito nel programma "Architettura e Design 2010. Italia e Giappone a confronto", promosso dall’Istituto italiano insieme all’Ambasciata italiana e al Japan Istitute of architect, in collaborazione con l’Università Hosei.
“Si tratta di un significativo riconoscimento alla Biennale – ha commentato l’architetto Giuseppe Cappochin, presidente della Fondazione e dell’Ordine degli architetti di Padova – che è stata scelta e indicata per il suo contributo importante al confronto e dialogo tra le due culture. Fin dalla prima edizione, infatti, il Premio ha visto numerose le candidature di progetti dal Giappone, alcuni dei quali negli anni sono anche risultati vincitori o menzionati. A ciò si aggiunga che nel 2007 Palazzo della Ragione aveva aperto le porte a Kengo Kuma, quell’anno ospite d’onore della Biennale”.
Intanto, fino al prossimo 1 marzo, il pubblico italiano avrà ancora la possibilità di visitare, presso il Palazzo della Ragione di Padova, l’ esposizione monografica al centro dell’ultima edizione della Biennale padovana , dedicata al lavoro dell’archistar angloirachena Zaha Hadid e il Tavolo dell’Architettura, in piazza Cavour a Padova.
In questi mesi la mostra ha attratto oltre 20000 spettatori. “Il palazzo ha rappresentato per Zaha Hadid un’avvincente sfida progettuale, considerata la qualità storica degli ambienti. L’intento è stato quello di rispettare le caratteristiche spaziali e contestuali pur intervenendo su di esse. Il salone è interpretato come un campo sul quale i dati spaziali esistenti, come l’ingresso o le aperture, agiscono come forze strutturanti. Questo “campo di forze” ha comportato la creazione di un mondo di forme ondulate, ricavate da blocchi, plinti, e pavimenti stampati", dichiaravano qualche tempo fa i progettisti di Zaha Hadid Architects.
Grazie alla loro geometria snella, i blocchi, utilizzati sia come installazione che come mezzo espositivo, permettono ai visitatori di apprezzare gli affreschi e le sculture collocate nello spazio. I plinti fungono sia da espositori per i diversi oggetti e i pezzi d’arredamento firmati Hadid, ma anche da sedute per i visitatori. I pavimenti stampati generano ulteriore coerenza all’intero ambiente, agendo come segni grafici di orientamento nello spazio.
Con la loro presenza i blocchi ondulati circoscrivono 6 differenti isole espositive, ciascuna delle quali immerge il visitatore in altrettante, suggestive “Morfologie Concettuali” caratteristiche dell’architettura della Hadid, quali: “Linee, Fasce, Reti”; “Onde, conchiglie, bozzolo”; “Aggregazioni/Grappoli/Mosaici”; “Campi”; “Paesaggio e Topografia”; “Parametrismo".
Ampio 355 metri quadri, lungo quasi 20 metri e pesante 7,3 tonnellate il Tavolo dell’architettura presenta i 430 progetti partecipanti al Premio 2009. Il modello tridimensionale del manufatto in legno di pioppo è stato disegnato dallo studio Zaha Hadid Architects ed elaborato dalla ditta Ar.Te, che lo ha riprodotto, grazie alla tecnologia del laser, su di un grosso volume di legno lamellare.
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