03/05/2010 – S’intitola "Signs of life on an evocative ground" il progetto con cui l’architetto agronomo Flavio Pollano e l’architetto Maurice Kanah parteciperanno alla XIX edizione del Festival International des Jardins a Chaumont-sur-Loire (Francia). La proposta è stata selezionata assieme ad altre 19 tra i 300 lavori provenienti da tutto il mondo pervenuti alla giuria del concorso, sotto il patrocino del neurologo e biologo Jean-Pierre Changeaux.
Giunto quest’anno alla diciannovesima edizione, il Festival Internazionale dei Giardini di Chaumont è una prestigiosa iniziativa oggi conosciuta in tutta Europa. Scopo della manifestazione è mantenere viva l’arte del giardinaggio e dare visibilità al lavoro dei professionisti del settore con un mix di fiori, materiali e idee.
Ogni progetto vanta la presentazione dei lavori di architetti paesaggisti, architetti progettisti e giardinieri. Il Festival sarà inaugurato il prossimo 6 maggio e sarà visitabile fino al 17 ottobre 2010.
“Il percorso che Maurice Kanah e Flavio Pollano propongono a livello del suolo evoca e sintetizza una loro visione del cammino della vita, dove i passaggi ed il superamento delle tappe sono garantiti da sorte di sinapsi, connessioni ottenute attraverso evocatrici foreste fatate, materializzate negli allineamenti di bambù.
I colori, la luce, i suoni, la tattilità, tutti questi elementi e questi avvenimenti, scaturiscono dal giardino, lui stesso vita, senza bisogno di null’altro per vivere, se non dell’energia solare e degli alimenti, che giungono dall’alto attraverso l’aria (pioggia e anidride carbonica) e dal basso, attraverso il suolo (elementi della nutrizione e soluzione idrica), in un ulteriore intrecciarsi di spazio e sostanze. Partecipare ad un concorso come questo rappresenta un’assunzione di responsabilità piuttosto seria, che è stata intensa da un lato come un gioco, un certamen fra la creatività e la praticità, e dall’altro con una certa, forte dedizione.
L’impegno, sia dal punto di vista degli elaborati da fornire all’Organizzazione, sia da quello del controllo delle fasi realizzative e dell’esecuzione concreta delle opere, nei tempi e con le ferree modalità previste, si sta rivelando tanto stimolante, quanto gravoso poiché è stato gestito all’estero un’operazione di questo tipo con un budget obbligatoriamente limitato, e con una distanza geografica considerevole”, spiegano da Studio Kanah.
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