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Ramón Gámez Guardiola vince 'Welcome in Hotel'
Terminata la 2a edizione del concorso AIPI per Interior Designers
Autore: rossella calabrese
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26/05/2010 – Proclamati i vincitori di “Welcome in Hotel”, il Concorso Internazionale per Interior Designers promosso dall'AIPI, Associazione Italiana Progettisti d'Interni, giunto quest'anno alla sua II edizione.

Oggetto della competizione è stata la progettazione degli interni per il pian terreno e d’ingresso di un edificio oggi in stato d’abbandono ma destinato ad accogliere un nuovo hotel. Ai partecipanti era richiesta particolare cura nell'ideazione degli ambienti “lobby e lounge”.

Elementi principali della proposta avrebbero dovuto essere: lobby, spazio ricezione clienti; reception; lounge, zona attesa, lettura, relax; zona bar; ambienti di servizio alla reception, zona uffici e personale; sala colazione; sala meeting; accesso alla zona camere e/o zona ascensori e spazio esterno antistante l’ingresso della struttura ricettiva.

Tra gli elementi complementari e facoltativi figuravano invece: spazi ludici, sala tv e zona retail.

Due le categorie del concorso, rispettivamente aperte a progettisti liberi professionisti e a studenti italiani e stranieri di Istituti Superiori, Università e Accademie impegnati nello studio dell’interior design o delle arti applicate.
 
Nella categoria dedicata ai professionisti ha meritato il primo premio, pari ad 4mila euro il progetto dell’architetto Ramón Gámez Guardiola. Il titolo di secondo e terzo classificato sono invece stati rispettivamente attribuiti a Donato VS Gerardi, Paola Sola e Adriana Rosa, destinatari di una somma pari a tremila euro e al progettista Giovanni Poli, cui è stata attribuita un premio di duemila e 500 euro. Nella categoria “Studenti” hanno invece meritato il titolo di secondo e terzo classificato, corrispondenti a duemila e mille e 500 euro, Liu Ying e Paola Capellino.
 
“L’edificio racchiude una ricchezza interrotta, un grande spazio delineato dal perimetro esterno e modellato dal suo scheletro. Appropriarsi di questa ricchezza è appropriarsi di tutto lo spazio interiore con un’unica idea, contemplare e compartire il suo vuoto – si legge nella relazione del progetto di Ramón Gámez Guardiola.
 
Mobili che sono muri e lampade che sono lucciole, che sono crisalidi, che racchiudono luoghi nascosti, dipingono e colorano il grande spazio interiore; lo modellano, lo sovrappongono, lo mascherano, lo racchiudono o lo condividono.
 
Oggetti che rappresentano varie cose al contempo e che fondono i loro valori con la generosità di chi comparte le loro ricchezze ed evita il loro degrado. Le crisalidi irradiano sul grande spazio una luce che può, se si desidera, illuminare il loro interno. I mobili fabbricati con resine riciclate, inseriti in un grande muro, offrono a tutti la possibilità di organizzare lo spazio secondo le circostante e riportare gli oggetti al loro posto; “un posto per ogni oggetto e ogni oggetto al suo posto”.
 
Queste sono le tre idee che organizzano la proposta; un grande spazio da condividere, alcune crisalidi piene di luce e un grande mobile self-service “Shelve-Service”.
 
Le crisalidi sono lo spazio raccolto dal quale contemplare le stelle, bere un bicchiere di vino guardando il mare o godersi una piacevole conversazione che svanisce e si converte in un’esperienza più intima. Sono fatte di luce contenuta tra le due superfici di tela che costituiscono l’interno e l’esterno del guscio. All’interno c’è un’armatura rigida di legno che dà loro la forma e consente loro di pendere dalla struttura esistente. Alcune sono di acqua e permettono di farsi un bagno a vari metri di altezza. Altre sono un luogo di riposo con un interno morbido. Ad esse si accede attraverso la scala inserita nel muro e mediante un dedalo di passarelle che ci conduce a ognuna di esse.
 
Il muro si trova raso terra e accompagna il ritmo strutturale in tutta la sua lunghezza. Contiene la scala che ci porta alle crisalidi, alla toilette, alla cucina e allo spazio per la musica. In esso si trova tutto il mobiliario che dará liberamente forma all’area che si trova sotto il grande spazio.

Divani, poltrone, sedie, tavoli con i quali potremmo organizzare la sala da pranzo, un brunch, un tavolo da gioco, etc.
 
C’è, inoltre, un’altra famiglia di oggetti minori come lampade portatili a batteria, asciugamani, ombrelloni, auricolari nonchè dei piccoli portavasi mobili per poter portare il nostro piccolo giardino con noi.
Ogni pezzo ha la sua collocazione nel grande muro; per poterlo utilizzare bisogna solo tirarlo fuori identificandolo mediante la siluette o un gioco di bottoni riconoscibili al tatto in braille.
 
Infine, rimane il grande spazio interiore creato con un semplice gesto che consiste nell’eliminare la struttura orizzontale che sostiene il secondo piano, risaltandolo e dando grande espessività a uno degli elementi più caratteristici del movimento moderno che è la struttura porticata di cemento armato. Lo spazio rimane decontestualizzato senza senso finchè le persone che ne fanno uso gli danno il battito, il ritmo che si sussegue durante tutto il giorno in questo Lobby-Lounge sull’Adriatico. E’ uno spazio condiviso di grande libertà d’uso, di forma, d’interpretazione. Tutto è tutto e tutti possono lasciare una traccia. Il principale valore ecologico della proposta è l’investimento minimo, la versatilità dell’uso e la cooperazione di tutto con tutto”.


  Scheda progetto: Welcome in Hotel 2010 - I classificato
Vedi Scheda Progetto
Vedi Scheda Progetto
Vedi Scheda Progetto
Vedi Scheda Progetto
  Scheda progetto: Welcome in Hotel 2010 - II classificato
Vedi Scheda Progetto
  Scheda progetto: Welcome in Hotel 2010 - III classificato
Vedi Scheda Progetto
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