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Zaragoza: nuova sede dei Servizi Ambientali di Magén Arquitectos
Una piattaforma-belvedere affacciata sul fiume Ebro
Autore: cecilia di marzo
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10/06/2010 - La nuova sede dei Servizi Ambientali di Zaragoza, ad opera dei giovanissimi architetti dello studio Magén Arquitectos, sorge in una posizione dal valore speciale basato sulla relazione tra la città costruita e le sponde urbane del fiume Ebro recuperate come parco lineare in occasione dell’Expo 2008.
Ubicato nel cuore della città, vicino al Puente de la Almozara, il sito presentava un marcato dislivello topografico, di circa cinque metri, tra la passeggiata e la piazza, al livello superiore, e la passeggiata lungofiume dell’Ebro.
 
Il progetto si basa su due idee fondamentali: la prima deriva dalla necessità di dare risposta a questa particolare situazione urbana e paesaggistica, tramite una configurazione e definizione formale dell’edificio che propone un’intensa relazione con il paesaggio; la seconda deriva dalla necessità di esprimere il rapporto intrinseco tra l’impegno ambientale del progetto e la finalità dell’edificio, sede del Dipartimento di Monti e Aree Naturali del Servizio Ambientale del Comune di Zaragoza.
 
Il rapporto con le aree urbane circostanti e la topografia del sito diventano condizioni basilari nella progettazione dell'edificio in cui si sono fatti coincidere i livelli delle differenti piante con quelli già esistenti.
Queste relazioni sono chiaramente visibili nella sezione del progetto, che mostra anche il prolungamento dello spazio pubblico di accesso, attraverso la copertura, e la configurazione dell'edificio come piattaforma-belvedere sul fiume Ebro.
 
Il contrasto tra il solido basamento della piattaforma, in continuità con le pareti della sottostazione elettrica esistente, e la leggerezza del padiglione in vetro e legno, appoggiato su questo livello, è una delle caratteristiche formali del progetto che da anche risposta all'organizzazione funzionale delle diverse necessità.
 
Data la pendenza del terreno, l'ingresso principale si trova al livello superiore, definito dalla passeggiata e dalla piazza al di sopra della sottostazione elettrica. A questo livello, di uso pubblico, ci sono gli spazi amministrativi e l’aula ambientale. L’ingresso principale unisce e separa al tempo stesso i due spazi, consentendone anche l'uso indipendente. La configurazione dell’aula ha consentito di includere, al carattere di questo spazio, una visione panoramica continua a 180°, che lo rende uno spazio quasi fluttuante al di sopra del parco.
Il piano superiore ospita gli uffici di supporto per la sala riunioni e conferenze, mentre il livello più basso di accesso, nel basamento, ospita gli spazi privati, riservati al Dipartimento, quali garage, spogliatoi, magazzini e servizi igienici. Questo piano inferiore ha accesso pedonale ed è circondato dalla strada dal Parque de Riberas.
 
Nella progettazione paesaggistica dell’edificio sono risultati fondamentali elementi come la copertura e l'immagine della nuova costruzione dagli edifici di fronte.
Come estensione dello spazio pubblico esterno e con accesso dalla hall, la copertura si configura come un belvedere di diversi livelli, collegati attraverso piani lievemente inclinati, e gradonate, intese come anfiteatro all'aperto per i possibili usi ricreativi.
La natura pedagogica dell’impegno ambientale del progetto, inoltre, presente nella scelta dei materiali e delle soluzioni costruttive ed energetiche, è visibile anche in copertura, dove gli architetti hanno utilizzato giardini, pannelli solari e pannelli fotovoltaici da cui ottenere energia elettrica per l'illuminazione notturna.
 
L’intera proposta nasce da una necessità pubblica di costruire un paesaggio urbano. Il contrasto tra i pannelli in cemento bocciardato e dipinto di nero, in diverse texture (striato, a reticolo e liscio) del basamento, e il livello superiore, con pannelli continui di vetro senza intelaiatura e in legno, definiscono la configurazione formale dell’edificio.
Il progetto cerca di conferire il massimo valore all’utilizzo e all'espressività del legno di ipè, presente sin dall'origine del progetto, e utilizzato nella costruzione con doghe di 15 cm di larghezza, che compongono le facciate, le grate, i pavimenti, le pareti e i soffitti, sia all’interno che all’esterno.

  Scheda progetto: Ebro Environmental Centre
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