27/07/2010 – È un viaggio attraverso gli spazi, le architetture e gli esseri umani quello che David Adjaye racconta negli scatti della mostra fotografica “Urban Africa”, in corso presso il London Design Museum fino al prossimo 5 settembre.
Nato in Tanzania nel 1966, e trasferitosi a Londra all’età di 13 anni, dove oggi vive e lavora, Adjaye guida uno degli studi di progettazione più prestigiosi del Regno Unito.
Il corpus di immagini in mostra nasce come ricerca personale dell’architetto, che ha voluto contribuire a far luce su una materia scarsamente conosciuta e dibattuta come l'ambiente costruito nel continente africano, con particolare attenzione ai nuovi modelli urbanistici che stanno trasformando i centri nevralgici del paese.
Ne vien fuori un ritratto polifonico, a tratti poetico, di una terra dove alle tracce del passato coloniale di Kigali, capitale del Ruanda, si alterna “l’energia contemporanea” di Tripoli (Libia), e poi gli insediamenti informali ai margini di nuove città come Abuja, in Nigeria, e i segni dell’apartheid ancora inscritti sul tessuto urbano e architettonico di Pretoria (Sud Africa).
“Spesso considerata come il continente della povertà, delle guerre e del turismo, in questa mostra la terra d’Africa è presentata da Adjaye sotto una luce diversa. Quest’indagine dettagliata rivela la vita nell’Africa contemporanea come un’istantanea unica nel suo genere, documentae la natura della vita urbana in un paese in via di sviluppo, e offre un’indagine geo-culturale che racconta il profilo delle città d’Africa nel contesto globale”, spiegano dal London Design Museum.
Le fotografie sono presentate attraverso una videoproiezione su grande scala, accompagnata dai ritmi africani composti dal musicista Peter Adjaye, fratello dell’architetto.
David Adjaye – Cenni biografici
Nato a Dar-Es-Salam, David Adjaye si trasferisce a Londra nel 1979. Nel 1993 consegue la laurea in architettura presso il Royal College of Art e vince la Bronze Medal del RIBA, collabora con David Chipperfield ed poi con Eduardo Souto de Moura a Porto. Nel 1994 fonda la Adjaye Associates e acquista rapidamente una notevole reputazione dovuta al successo di alcune sue ristrutturazioni di bar, caffé e case private, tra cui l’Elektra House (Londra 2001) e Dirty House (Londra 2002). Nel 2001 vince il concorso per la progettazione di due Idea Store – biblioteche e centri di “lifelong learning” a Tower Hamlets a Londra. L’Idea Store di Chrisp Street ha vinto il RIBA Building Award nel 2005, mentre quello di Whitechapel è stato tra i finalisti dello Stirling Prize nel 2006.
Il successo di questi progetti ha fruttato alla Adjaye Associates numerose commissioni pubbliche, tra cui il Nobel Peace Centre a Oslo (2005). Nell’autunno del 2007 sono stati inaugurati a Londra tre importanti edifici pubblici che hanno riscosso un notevole successo: Rivington Place, un nuovo spazio per le arti visive creato per Iniva e Autograph ABP a Shoreditch; lo Stephen Lawrence Centre e il Bernie Grant Arts Centre, che ha realizzato le aspirazioni del deputato e leader dei diritti civili recentemente scomparso di cui porta il nome. La prima commissione pubblica di Adjaye negli Stati Uniti - la nuova sede del Museo di Arte Contemporanea di Denver - è stata inaugurata nell’ottobre del 2007. Il 2009 lo ha visto vincitore del prestigioso concorso di progettazione del nuovo Museo Nazionale di Storia e cultura afro-americana a Washington DC, che aprirà nel 2015.
La sua attività è influenzata da molteplici interessi che vanno dall’arte e l’architettura africana, alla musica e all’arte contemporanea occidentali. Le sue esplorazioni intorno al rapporto scalare, a misura, spazio, luce e materiali lo hanno condotto ad instaurare numerose collaborazioni con artisti, tra i quali ricordiamo Olafur Eliasson e Chris Ofili.
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