20/07/2010 - “Rem Koolhaas ha ampliato le possibilità dell’architettura focalizzandosi sulle relazioni tra le persone e lo spazio. Crea edifici che stimolano l’interazione tra le persone, raggiungendo in questo modo ambiziosi obiettivi per l’architettura. La sua influenza nel mondo va ben oltre l’architettura, ispira infatti persone dei più svariati campi disciplinari che traggono grande libertà dal suo lavoro”. Con queste parole Kazuyo Sejima, direttrice della 12esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, ha attribuito all’architetto olandese fondatore dello studio OMA - Office for Metropolitan Architecture (1975) il Leone d’oro alla carriera della prossima Biennale d’architettura veneziana, in programma dal 29 agosto al 21 novembre 2010.
Gia vincitore del Pritzker Prize nel 2000, Koolhaas è stato nominato vincitore del prestigioso premio dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta della Sejima.
Inoltre, all’architetto giapponese Kazuo Shinohara, scomparso nel 2006, il Cda della Biennale ha deciso di conferire uno speciale Leone d’oro alla memoria.
Alla cosiddetta “scuola di Shinohara”, si sentono legati architetti contemporanei del calibro di Toyo Ito, Kazunari Sakamoto e Itsuko Hasegawa.
“Shinohara è stato capace di riflettere sul valore simbolico dello spazio - ha dichiarato Sejima - e su come quel simbolismo si relaziona con gli individui. Da una parte si interessava al modo in cui questa tendenza si era sviluppata all’interno della tradizione giapponese, dall’altra era attratto da geometrie più astratte e dalla casualità dello sviluppo urbano. Con la sua ricerca ha creato edifici dotati di una speciale sensibilità che lo hanno aiutato ad approfondire una visione critica nei confronti dell’architettura moderna. Molte persone in Giappone e nel mondo sono rimaste affascinate da questo architetto. Ho proposto di conferirgli questo premio perché ha interpretato le possibilità dello spazio in un modo molto personale”.
Rem Koolhaas - NOTE BIOGRAFICHE
Rem Koolhaas nasce a Rotterdam nel 1944. Comincia la sua carriera come giornalista collaborando con l'Haagse Post e come sceneggiatore in Olanda e a Hollywood. Frequenta l’Architectural Association School a Londra e studia con Oswald Mathias Ungers alla Cornell University. Nel 1978 scrive Delirious New York: manifesto retroattivo di Manhattan, divenuto un classico della teoria architettonica contemporanea.
Nel 1975 – insieme a Elia e Zoe Zenghelis e Madelon Vriesendorp – fonda l’OMA (Office for Metropolitan Architecture). Le opere più importanti di Koolhaas e OMA, dagli esordi fino alla metà degli anni ’90, includono il Netherlands Dance Theatre a L’Aia, il Nexus Housing a Fukuoka in Giappone, il Kunsthal a Rotterdam, il Grand Palais di Euralille e di Lille, La Villa dall’Ava, la Très Grand Bibliothèque, la Jussieu Library a Parigi, lo ZKM a Karlsruhe e la Seattle Public Library.
Tutti questi edifici compaiono, insieme alle riflessioni di Koolhaas sulla società contemporanea, nel suo secondo libro S,M,L,XL (1995), un tomo di 1376 pagine scritto come fosse un “romanzo sull’architettura”. Pubblicato in collaborazione con il grafico canadese Bruce Mau, il volume raccoglie saggi, manifesti, fumetti, diari di viaggio.
Nel 2005 è co-fondatore con Mark Wigley e Ole Bouman della prestigiosa rivista Volume, frutto della collaborazione con Archis (Amsterdam), AMO e C-lab (Columbia University NY).
Attualmente sta lavorando ai progetti per la sede centrale di China Television a Pechino e per lo Stock Exchange di Shenzhen.
Koolhaas è professore all’Università di Harvard dove dirige The Project on the City, un programma di ricerca sul cambiamento delle condizioni urbane nel mondo. Le ricerche condotte sul Delta del fiume Pearl in Cina (intitolata Great Leap Forward) e sulla società dei consumi (The Harvard Design School Guide to Shopping) sono state pubblicate da Taschen Verlag.
Fra i riconoscimenti degli ultimi anni si ricordano il prestigioso Premio Pritzker di Architettura (2000), il Praemium Imperiale (2003), la Royal Gold Medal (2004) e il premio Mies Van Der Rohe (2005). Nel 2008 il Time lo ha citato tra le 100 personalità più influenti del mondo.
Oltre a dirigere OMA, Koolhaas è coinvolto nelle attività di AMO, il gruppo creativo di OMA costituito nel 2000, che tratta di progetti non architettonici che spaziano dall’informatica all’editoria. Sin dalla sua fondazione, AMO ha collaborato con Prada per accrescere la presenza mondiale di questa azienda attraverso una serie di attività creative. L’attività biennale di ricerca dell’AMO per la Commissione Europea sulla visual identity dell’UE si è conclusa con la mostra Image of Europe, ospitata dal governo olandese nell’autunno 2004. Nel 2003 e nel 2004 l’opera completa di OMA e AMO è stata presentata nella mostra Content presso la Neue Nationalgalerie a Berlino e presso la Kunsthal a Rotterdam. Il volume Content (2003) illustra i modi in cui Koolhaas, OMA e AMO interagiscono con il mondo e come il mondo a sua volta influenza il loro lavoro.
Kazuo Shinohara (2 aprile 1925 - 15 luglio 2006), ha esercitato un’ampia influenza sulla scena architettonica giapponese dando vita alla cosiddetta “scuola di Shinohara” cui possono essere ricondotte le opere di Toyo Ito, Kazunari Sakamoto e Itsuko Hasegawa.
Come il critico di architettura Thomas Daniell ha notato, Shinohara può essere considerato “una figura chiave che ha esplicitamente rifiutato gli influssi occidentali e che tuttavia è presente in quasi tutti gli ambiti dell’architettura giapponese contemporanea (…). L’influenza della sua attività di teorico, progettista e accademico è stata enorme”.
Ha compiuto i suoi studi al Tokyo Institute of Technology (TIT) presso il quale si è laureato nel 1953 e ha ottenuto una cattedra nel 1970, iniziando così la sua ultratrentennale carriera accademica. Ha fondato il suo ufficio nel 1954 e ha progettato più di 30 edifici residenziali, oltre a numerosi importanti edifici pubblici in tutto il Giappone. Fra questi ricordiamo i seguenti: Kugayama House (1954), Umbrella House (1961), House in White (1966), Uncompleted House (1970), Uehara House (1976), House Under High Voltage Lines (1981), Ukiyo-e Museum, Matsumoto (1982), Tokyo Institute of Technology (TIT) Centennial Hall (1987), che è considerato il suo capolavoro, Kumamoto Police Station (1990), K2 Building, Osaka (1990).
Fra le sue pubblicazioni si segnalano: Residential Architecture (1964), Theories on Residences (1970), 16 Houses and Architectural Theory (1971). Nel 2005 ha ricevuto il Gran Premio dell’Architectural Institute of Japan (AIJ).
|