07/09/2010 – È stata inaugurata nel luglio scorso a Sesto San Giovanni la nuova chiesa “Resurrezione di Gesù”. Primo premio nel concorso ad inviti indetto nel 2004 dalla Cei, il progetto porta la firma dell’architetto milanese Cino Zucchi, alla guida dello studio CZA CinoZucchi Architetti.
Situata nella periferia industriale, la nuova parrocchia sostituisce una chiesa-capannone costruita negli anni sessanta da alcuni preti operai. “Un contesto che ha generato un progetto asciutto – spiegano dallo studio Zucchi – che affronta il difficile tema di un luogo di culto contemporaneo senza indulgere in esibizionismi strutturali o in ricerche figurative libere”.
Qual è la forma di una chiesa nella società di oggi, nelle inedite e cangianti condizioni della città e del territorio contemporanei? Questo l’interrogativo che ha dato inizio alla riflessione progettuale. Se le forme storiche non sono riproducibili in quanto tali, perché non esistono più le condizioni che le avevano generate, la soluzione individuata dai progettisti di Zucchi & Partners, spazialmente compatta, interpreta il luogo di culto contemporaneo come una combinazione di “spazi ospitali in rapporto con la città, il complesso parrocchiale esistente ed il campo sportivo”.
Il volume della chiesa è scavato per dar vita a spazi coperti di accoglienza verso la strada a sud e verso i filari a ovest. La facciata su strada, il campanile, le nuove recinzioni e gli elementi accessori configurano un profilo concavo che definisce il sagrato, risolvendo al contempo la potenziale contraddizione tra impianto della chiesa perpendicolare alla strada e “viste lunghe” dalla facciata su strada.
L’obiettivo di creare un luogo in grado di accogliere la comunità cristiana di oggi è stato conciliato con la consapevole ricerca di un legame con la tradizione: “Il fronte su via Pisa si colloca idealmente nella lunga tradizione delle facciate “a vento”, da quella della seicentesca chiesa di Vigevano di Juan Caramuel (autore del dotto trattato sull’Arquitectura civil recta y obliqua) fino alla chiesa di Gio Ponti in via Paolo Giovio a Milano. Se il suo coronamento prende il filo e la giacitura del vicino oratorio, l’inflessione planimetrica dei suoi due lati crea un luogo coperto di fronte all’ingresso abbracciando lo spazio del sagrato”.
Intorno al volume principale dell’aula un corpo più basso coperto da un tetto a falda ospita gli ambienti di servizio e di vita sociale del complesso parrocchiale: gli uffici del parroco, la sala riunioni, l’ingresso alla sala interrata in diretto rapporto con lo spazio aperto, la sacrestia
Benché concepita come architettura contemporanea, l’aula liturgica è uno spazio in cui risuonano i due grandi paradigmi tipologici delle chiese storiche: quello longitudinale ad aula unica, con un percorso assiale centrato sul presbiterio, e quello a pianta centrale o ovale raccolto intorno all’altare.
La coesistenza di centralità e assialità - pur contenuta dalle proporzioni non troppo allungate dell’aula principale - risuona anche di due diverse matrici figurative: la chiesa francescana e domenicana, “povera” e vasta, marcata dalle grandi strutture a vista del tetto, e l’avvolgente spazio dipinto delle chiese della Controriforma. Dal portale sul sagrato si accede a uno spazio trasversale più basso che costituisce un elemento di transizione tra sagrato e aula; esso contiene il fonte battesimale, con il ricordo della sua antica posizione “esterna” all’aula. Il soffitto dell’aula rettangolare è ritmato dalla tettonica primaria delle fitte nervature trasversali che contengono i lucernari. Due leggere “vele” sospese dipartono dalle pareti per chiudersi verso il centro; un grande lucernario sulla parete di fondo porta la luce da nord sopra il presbiterio. Resta solo da completare l'arredo interno, sistemato temporaneamente in attesa di quello definitivo.
Come rivestimento esterno i progettisti hanno scelto pietra bianca di Trani per la facciata, pietra Serena grigia per i prospetti laterali, zinco ossidato, pannelli in vetro trasparente sul retro.
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