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21/11/2010 – San Giuliano di Puglia (Cb): sarà inaugurato a fine anno o ai primi del 2011 il costruendo Parco della Memoria, progettato da Sud’arch - Mn arquitectos Santo Marra, Pietro Latella, Luciana Polimeni, Mestre Nieves, Manuel Leira e Alessio Gerace.
Location dell’intervento è il sito una volta occupato dalla scuola elementare distrutta dal sisma abbattutosi sulla cittadina molisana il 31 ottobre del 2002, tragedia in cui persero la vita 27 bambini assieme alla loro maestra, e due cittadini rimasti sepolti sotto le macerie della propria casa.
“Il parco si propone come un’opera d’arte totale, uno spazio mentale sovrapposto ad un luogo fisico: un’opera “interattiva” perché polisensoriale, a basso impatto perché fa ricorso a principi di risparmio energetico – si legge nella relazione di progetto.
Land art, paesaggio e lighting design, altri contenuti del progetto che, con l’uso etico di materiali innovativi, cercano di creare ambienti e forme espressive per coinvolgere totalmente la sfera psicosensoriale, che come una specie di altra natura, una particolare forma di habitat, offre potenzialità da vivere su vari livelli, da quello personale a quello sociale: 15 percorsi di meditazione attraversano parallelamente l’intera superficie del parco, ognuno è inserito all’interno di due fitti filari di “giunchi”, luminosi nell’estremità superiore verso il cielo. Il percorso, più cupo alla base e guidato dalla luce sommitale, è già spazio di meditazione individuale. L’area centrale del parco, là dove si trovano i ruderi della scuola, viene cristallizzata e conservata per attestarne la Memoria.
500 giunchi in fibre di carbonio (ottenute da scarti industriali riciclati) lambiscono i percorsi; sono piante di altra sostanza, aste di altezza variabile massimo 6 metri, illuminate superiormente con luci a fibre ottiche a basso consumo, alimentate con celle ftv. – “Gli alberi oscillano al vento. Gli alberi sono flessibili e si piegano, lasciandosi attraversare dal vento. Loro non combattono il vento. Quando il vento cala, riprendono la loro forma iniziale. Questo non è quello che fa l’uomo. Gli architetti costruiscono ponti e torri che stanno su contro il vento, con forza, con difficoltà, virilmente. E qualche volta crollano.” (Fiber Wawe – Makoto Watanabe) – Quasi a ricordarci che la natura va assecondata e non combattuta, quasi a ridimensionare la presunzione umana.
30 elementi individuano con precisione le singole vittime. 30 dischi di pietra e di luce commemorativi, segni sepolcrali individuali che si incontrano lungo i percorsi di meditazione che attraversano il parco. Il progetto mira così alla creazione di uno spazio di aggregazione destinato alla meditazione individuale e collettiva; il Vissuto Esperienziale di ciascuna “vittima sopravvissuta” potrà contribuire affinché ogni disco assuma forma, dimensione, sostanza materica, epitaffi, simboli personali di unione con le “vittime prematuramente scomparse”.
Nasce così un luogo con più significati contemporanei, in dipendenza da chi vi entra.
E’ un luogo pubblico per il passante, di commemorazione astratta per il turista ma diviene luogo di forte valore spirituale e commemorativo per la gente coinvolta nella tragedia chiamata a testimoniare il dolore privato. La compresenza di elementi vecchi e nuovi permetterà un percorso psicologico obbligatorio perché chi sopravvive ai propri piccoli e ai propri cari ha bisogno di ri-conoscere e ri-costruire nel Tempo Immemorabile della Vita la relazione insostituibile con essi ripercorrendo nella storia dell’essere stato la storia del poter essere il Futuro”.
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