07/02/2011 – Continua a raccogliere consensi internazionali il progetto del MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXIsecolo di Roma, firmato da Zaha Hadid Architects.
Vincitrice dello Stirling Prize 2010 e “Miglior edificio del 2010' nell’ultima edizione dei World Architecture Festival di Barcellona l’opera è ora nel novero dei progetti selezionati dalla Commissione Europea e dalla Fondazione Mies van der Rohe nominati per il Premio Mies van der Rohe 2011.
Intendimento principale del prestigioso riconoscimento (il cui importo ammonta a 60.000 euro) è quello di sottolineare il ruolo che le attività culturali hanno come motori della creatività e dell’innovazione in Europa. La competizione a cadenza biennale è rivolta esclusivamente alle architetture realizzate nei due anni precedenti all’indizione del premio.
Il Museo occupa una superficie pari a circa 26mila mq – ed è articolato nelle due istituzioni MAXXI arte e MAXXI architettura, aventi in comune spazi e risorse per le attività culturali, spazi per le esposizioni temporanee, per gli eventi dal vivo, spazi per la produzione e la sperimentazione e spazi di intrattenimento e attività commerciali, oltre alla presenza di zone destinate all’accoglienza, al bookshop, al ristoranti e alle caffetterie, auditorium, sale riunioni, parcheggi.
La coniugazione dei due musei è realizzata attraverso profili innovativi che sembrano rincorrersi in un percorso che rifiuta la linearità. Il complesso architettonico è caratterizzato da forme curve, realizzate con strutture in cemento armato faccia a vista, vetro e acciaio, che si intersecano a sbalzo su piani sovrapposti fino a disegnare una sorta di L.
“L’idea alla base del progetto – dichiarava qualche tempo fa la Hadid - è quella di movimento, un movimento generato da linee di forza che, sovrapponendosi, creano diversi livelli. Lo stesso sito, con la sua forma a L, suggerisce e scaturisce queste linee di forza, dando vita a spazi interni ed esterni che si intersecano, senza rinunciare alla robustezza dell'edificio”.
Hadid ha concepito il MAXXI come un “campus urbano aperto alla circolazione pubblica”; un mondo nel quale tuffarsi piuttosto che un edificio come oggetto firmato.
Sviluppato su tre livelli, il Museo integra arte ed architettura in volumi articolati coperti da un tetto esclusivamente in vetro; elemento progettato come filtro per un uso modulato e zenitale della luce naturale, ma anche come punto di unione tra interno ed esterno. Una serie di ponti collega i tre livelli dell’edificio. Intorno ad una grande hall di accoglienza a tutt’altezza ruotano i vari spazi commerciali, la caffetteria, i servizi didattici, i laboratori di conservazione e restauro, le sale per eventi dal vivo e convegni.
L’idea progettuale è la creazione di uno spazio che non si esaurisca in un percorso lineare, ma si presenti come una complessa rete di connessioni. II progetto identifica infatti una serie di percorsi che si snodano all’interno delle gallerie quasi negando al visitatore di tornare sui propri passi.
Flessibilità e controllo delle condizioni ambientali sono le caratteristiche architettoniche di questi spazi. Le diverse suite sono infatti suddivisibili con pannelli espositivi mobili che consentono di mutare la natura stessa del luogo a seconda delle esigenze museali che volta per volta si presentano.
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