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Nervi, Palazzetto Sport Roma, Courtesy of RIBA
03/05/2011 – “Inquadrare il moderno. Architettura e fotografia in Italia 1926 – 1965”, così s’intitola la mostra in corso presso il MAXXI Roma, sviluppata dal museo capitolino in collaborazione con il Royal Institute of British Architects (RIBA).
Curata da Robert Elwall e Valeria Carullo l’esposizione ripercorre 40 anni di architettura italiana, concentrandosi sull’evoluzione della visione fotografica. Presentando più di 100 scatti d’epoca, custoditi nelle raccolte del RIBA, la mostra indaga come la fotografia abbia documentato e influenzato lo sviluppo dell’architettura nostrana, specie a partire dalla seconda metà degli anni Venti, quando il Movimento Moderno fece della fotografia una fedelissima alleata, al tempo stesso fonte d’ispirazione e strumento di divulgazione dei nuovi principi progettuali.
A partire dagli Anni Trenta con l’introduzione di nuovi materiali costruttivi come l’acciaio, il cemento, il vetro e il cromo, gli architetti moderni forniscono ai fotografi nuove suggestioni e modalità espressive, basti pensare agli scatti notturni, favoriti dall’uso dell’illuminazione artificiale a neon.
Autori delle immagini esposte più di 60 fotografi: da quelli locali, per lo più anonimi, ai professionisti specializzati, dagli stessi architetti che producevano scatti amatoriali, fino ai fotografi stranieri il cui lavoro fu fondamentale per il riconoscimento dell’architettura italiana all’estero.
Le sezioni della mostra
Allestita nella sala Carlo Scarpa, con il coordinamento di Francesca Fabiani, la mostra espone le immagini di una vasta gamma di tipologie di edifici fra cui il Foro Mussolini di Enrico del Debbio, Roma (1929); la Stazione Santa Maria Novella, Firenze (1935) di Giovanni Michelucci le aerorimesse di Pier Luigi Nervi come quella di Orbetello (1940); la Torre Velasca di BBPR, Milano (1957).
Una sezione è dedicata alle fotografie scattate dagli architetti Giovanni Michelucci (1891-1990), Giuseppe Pagano (1890-1945) - influente direttore di Casabella - e Carlo Mollino (1905-1973), certamente da considerare tra gli scatti più innovativi dell’epoca. Grande spontaneità, dinamismo e una più sentita adesione allo stile della Nuova Fotografia, li portano ad esplorare non solo gli edifici ma anche la natura e il patrimonio architettonico italiano.
In mostra i lavori di fotografi specializzati come Mario Crimella e Gino Barsotti, che lavoravano su commissione per architetti e riviste, fotografi stranieri in visita come G.E. Kidder Smith, il cui libro Italy Builds (1955) fu strumentale allo sviluppo di un più ampio riconoscimento dell’architettura italiana all’estero. L’Italia del dopoguerra è presente nelle immagini di Giorgio Casali e Oscar Savio, fotografi ufficiali delle riviste di architettura, che documentano la ricostruzione del Paese e nel lavoro dei fotografi d’oltremare tra i quali gli architetti inglesi Bryan e Norman Westwood, Hubert de Cronin Hastings che ha evidenziato le virtù dei paesaggi urbani italiani come modello per gli architetti britannici nel suo eccentrico Italian Townscape (1963).
Una sezione specifica illustra il ruolo giocato dalla fotografia, nei libri e nelle riviste come Domus e Casabella, con una straordinaria esplorazione visiva dell’architettura moderna italiana.
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Nervi, Palazzetto Sport Roma, Courtesy of RIBA Nervi, Palazzetto Sport Roma, Courtesy of RIBA
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