07/07/2011 – Ha aperto a maggio a Castiglione delle Stiviere (MN) il JHD Dunant Hotel, progettato dal designer Ermanno Preti, una nuova struttura che prende nome da Jean Henry Dunant, fondatore della Croce Rossa nel 1859 e primo Premio Nobel della Pace, una figura che ha segnato la storia del centro mantovano. Fu proprio qui infatti, che l'idealista svizzero soggiornò all'indomani della Battaglia di Solferino (24 giugno 1859) unendosi alle "donne di Castiglione" e a chi prestava soccorso ai numerosissimi feriti e fondando dunque qui idealmente quella che diventerà la più importante e conosciuta associazione umanitaria al mondo.
Accanto alla sede del Museo Internazionale della Croce Rossa a Castiglione delle Stiviere nasce, quindi, una struttura ricettiva ispirata alla straordinaria figura del filantropo e forse anche per questo completamente fuori dagli schemi. "Abbiamo chiesto a Ermanno Preti di interpretare liberamente la vita e i principi di Dunant" spiega Eugenio Gallina, titolare del Dunant Hotel. "Abbiamo seguito il suo progetto al di là di ogni regola, senza curarci delle implicazioni legate a stelle o altre classificazioni alberghiere, proprio per dare vita a uno spazio senza paragoni".
"Quando ho lavorato sul JHD Dunant Hotel ho pensato a uno spazio capace di utilizzare le emozioni come vero e proprio 'motore di ricerca'. Ognuno di noi ha dentro di sé strumenti di ricerca differenti, ognuno ha un proprio percorso e mi piace pensare di offrire negli spazi da me progettati una sorta di navigatore sentimentale che utilizzi arti visive, 3D, scultura, grafica concettuale, materia, insomma cuore e intelletto." spiega Ermanno Preti. "Ho pensato a un hotel in cui avrei potuto ritrovare emozione e piacere della condivisione: lontano dallo straniamento di camere tutte uguali in cui 'parcheggiarsi' per qualche notte, in cui 'spegnere il cervello'. Al contrario il JHD Hotel è concepito per sviluppare la propria emotività sensoriale, risvegliare curiosità, interrogare l'ospite, portandolo lontano dalle banalità quotidiane e dalla stanchezza".
Non si pensi dunque a una "dedica" filologica o semplicemente legata al nome della struttura.
Le 78 camere dell'hotel sono tutte diverse fra loro e creano un curioso ritratto spaziale del personaggio ispiratore.
“Per meglio comprendere lo svolgimento della vita, la formazione della sua personalità e lo sviluppo della idea ho pensato che fosse più facile suddividere i suoi 82 anni in tre piani, che per certi versi si possono sovrapporre ed intersecare.
1° piano - Vuole essere un omaggio all'esistenza del fondatore della Croce Rossa considerata nei suoi aspetti culturali e religiosi.
2° piano - Rappresenta il fallimento delle attività economiche intraprese nel continente africano.
3° piano - L'ultimo piano è dedicato alla missione sociale che ha fatto di Dunant uno dei personaggi più significativi della storia contemporanea”.
Scritte al neon, interventi su mobili e oggetti rivisitati, cornici del '600, lampadari ottocenteschi, citazioni alle pareti, installazioni diverse in ogni camera: ogni dettaglio interpreta (secondo lo sguardo creativo di Ermanno Preti) un particolare periodo della vita di Dunant.
"Non amo l'idea dell'Art Hotel perché il Dunant non è un 'contenitore' di opere, mi piace invece pensarlo come un 'organismo artistico' in cui ogni stanza, ogni angolo ha un suo racconto. La stanza che abbiamo intitolato "Due tonnellate di solitudine" ad esempio rimanda al periodo in cui Dunant fu esiliato presso la pensione Paradiso negli anni immediatamente successivi alla fondazione della Croce Rossa. Per interpretare la sofferenza dell'isolamento accanto al l'installazione che da il titolo alla stanza abbiamo inserito un triste rinoceronte. E' un'opera globale in cui letteralmente il fruitore/visitatore si inserisce, ci dorme, riflette o semplicemente si incuriosisce.
Allo stesso tempo l'hotel non può dirsi un 'contenitore di arredi': anche i mobili sono stati rivisitati, segati, a volte perfino cambiati nelle loro funzioni. Una cassettiera è diventata libreria, un comò funge da mensola: mobili di fine '800 inizi '900 integrati con strutture metalliche e vetro. Ho lavorato 'in ascolto'... traducendo i messaggi che la vita di Dunant poteva avere per me, per le nostre vite e informandone ogni spazio, in modo che ognuno possa trovare qualcosa che risuona nel profondo" conclude Preti.
Le stanze
59 - IL MOVIMENTO DELLE COSE
L’idea di Dunant è un onda impetuosa ed irrefrenabile che s’infrange contro uno scoglio erodendolo in un lento, ma inesorabile destino. Cosi, Dunant si è battuto ogni giorno della sua vita, con instancabile tenacia e profonda dedizione, affinché la sua idea di soccorso universale prendesse forma ed avesse vita.
20 - STANZA DI DECOMPRESSIONE
Dare la possibilità al cervello di meglio assimilare, concependo sè e creando altro! si vuole qui istigare un’azione di destrutturazione del tuo pensiero e della tua persona, pausa per sfuggire alle scene lugubri da cui si è circondato da ogni parte nella battaglia! Buchi neri per te che stai riflettendo sulla storia, su Dunant e su te stesso e ti vengono dubbi, magari vuoi cambiare la tua vita.
71 - DUE TONNELLATE DI SOLITUDINE
Nel 1867 Dunant fallì per un mlione di franche e finì sul lastrico. A soli 39 anni la sua vita di fatto era finita. Venne esiliato da Ginevra e a poco a poco estromesso dal "Comitato ginevriano di soccorso dei militari feriti". La miseria entrò nella sua vita e nella sua mente. La solitudine fu la sua unica compagna. Il paradiso di colui che si battè per ricordare gli sconfitti, gli emarginati ed i feriti, è che nessuno si mosse a ricordo di lui.
77 - L'IDEA DI UN SIMBOLO
Prima vi era solo una convenzione orale tra i combattenti (issare bandiere nere e non sparare in quella direzione) nel tentativo di rispettare i luoghi di soccorso che non erano comunque adeguatamente attrezzati e sufficientemente preparati. Oggi l’emblema della Croce Rossa è simbolo di protezione e neutralità, riconosciuto a livello internazionale; una realtà regolamentata e universalmente riconosciuta, volta al rispetto e alla salvaguardia dei diritti e della vita di ogni singolo essere umano.
63 - LA FORZA DELLA LUMACA
La convinzione nelle proprie idee e la determinazione nell’affermarle trovano in Dunant un uomo dall’instancabile tenacia. Come una lumaca che nel suo lento cammino permea di sé tutto il tragitto percorso. Dunant e la sua idea lentamente si sono radicati e continuano a radicarsi nel mondo intero perché quando la determinazione è ferma e l’idea è vincente neanche la forza di gravità può trattenerti.
76 - DEDIZIONE INSTANCABILE
L’impegno e l’azione quotidiana della Croce Rossa in tutto il mondo è paragonabile alla vastità e fecondità di un immenso campo di grano. Spighe alte, rigogliose e lucenti, ricche di vita pronte a curare e sfamare dove c’è bisogno. Una “Calda devozione senza confine”! (L’Azione qui celebrata trae origine dall’Idea, infatti l’azzurro del soffitto della stanza testimonia la diretta continuità di questa stanza con quella precedentemente incontrata del fragore/potenza del pensiero!)
30 - ATTIVISMO RELIGIOSO
Dunant, seguendo la tradizione calvinista della famiglia, aderì formalmente al movimento evangelico all’età di 18 anni. Fu sempre molto attivo a livello religioso e fu membro fin da giovane della Societè d’Aumones che gestiva opere di carità, della l’Union Chretienne de Genève e della YMCA - Young Men’s Christian Association.
Fonte: comunicati stampa THREESIXTY
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