02/01/2012 – “Il progetto di una residenza privata raramente può prescindere dalla struttura familiare del cliente. La casa è del resto una sorta di esoscheletro al cui interno relazioni umane, prima che familiari, si sviluppano e trovano un loro equilibrio”. Il progetto di questo nuovo appartamento firmato da Federico Delrosso parte dalla precisa richiesta di un casa che potesse ospitare genitori e figli, nati anche da precedenti esperienze.
"Tutto nasce dalla fusione e radicale ristrutturazione di tre appartamenti, preesistenti, all'interno di un palazzo primi del '900 nel centro storico di Montecarlo. Il primo atto è stato quindi la creazione di un vano scala nuovo, del tutto indipendente dalla scala condominiale. Volevo che questa nuova scala interna, ad uso esclusivo della famiglia, rendesse i tre livelli chiaramente collegati anche se esteticamente indipendenti." Federico Delrosso introduce con queste parole il suo progetto terminato nel 2010 dopo circa 18 mesi di lavoro.
"Per questo appartamento, nato con una specifica vocazione familiare, ho pensato di differenziare i primi livelli in chiave generazionale: il primo piano, più "affollato", dedicato ai ragazzi, il secondo, più intimo e raccolto, per i genitori. Il terzo piano è stato pensato come luogo delle attività comuni e di accoglienza, quindi living e cucina, per finire poi con un soppalco dove lo spazio informale e raccolto diventasse un luogo dedicato alla felice anarchia delle relazioni e delle attività: metà studio metà svago" .
"Con questa suddivisione degli spazi ho creato di fatto una casa con sviluppo verticale inverso…La zona ingresso è in alto, al terzo, e ospita il living con soppalco, scendendo si trovando le zone più private (notte/studio): al secondo piano per genitori e figli più giovani, e al primo, con accesso diretto dal vano scala condominiale, il piano dedicato ai “piu’ adulti” e indipendenti."
"La relazione emotivamente molto forte, tra legami familiari e indipendenza dei soggetti, mi ha suggerito poi l'uso di due elementi - uno esteticamente molto visibile, l'altro quasi immateriale - che potessero essere percepiti come il comune denominatore di tutta la casa. Parlo del legno zebrano, che ho utilizzato per arredi, porte, divisori... e una linea verticale immaginaria che attraversa ogni piano e si materializza solo nell'ultimo tratto quando, incrociando il tetto, diventa un sottile cavo d'acciaio fissato nella trave centrale. E' un elemento volutamente molto visibile, dall'aspetto molto meccanico. Dà l'idea della forza e della leggerezza al tempo stesso, qualcosa di affidabile anche se non invadente... ".
"Al rovere grigio, che ho scelto per i pavimenti, ho affiancato lo zebrano, che con la sua particolare texture molto naturale e calda dà un carattere quasi selvaggio agli ambienti. Riesce ad ammorbidire la razionale ortogonalità degli spazi, e funziona molto bene per "colorare" in alcuni tratti il bianco algido delle pareti (porte, mensole...). Il colore dello zebrano si accosta bene sia con i toni caldi che con quelli freddi senza limitare eventuali scelte cromatiche successive degli inquilini, in termini di arredi e accessori. E' un elemento che non preclude ma sostiene l'evoluzione di questa abitazione... Quasi una metafora delle relazioni familiari".
Press Office: Map Design Communication
|