08/02/2012 - L’architettura come servizio, possibilmente verde: così potremmo riassumere la visione che Renzo Piano ha della sua “arte”. Una disciplina che si pone al servizio delle persone e che produce cose che servano, nel rispetto del contesto e dell’ambiente.
Nel progettare un nuovo edificio l’architetto deve quindi partire dalle voci di coloro cui l’edificio è destinato, poiché il bello e l’utile nascono dall’ascolto delle persone, dei loro desideri e dei loro sogni. E bisogni e desideri si potranno tradurre in realtà solo creando edifici sempre meno violenti nei confronti dell’ambiente, costruiti con materiali naturali, rispettosi della tradizione locale e delle caratteristiche del territorio.
Così è nato il nuovo quartiere Le Albere di Trento: un microcosmo ricco e mutevole, dove il benessere del cittadino è messo al primo posto. Alloggi e servizi realizzati con il legno e la pietra tipici della regione ma ripensati in chiave moderna; attenzione al consumo delle risorse e al risparmio energetico; scelta di un materiale tecnologicamente avanzato come il laminato zintek® per le coperture; progettazione urbanistica accorta, con viali, canali, collegamenti stradali funzionali; presenza di luoghi di aggregazione come il polo culturale multifunzionale e il MUSE (il nuovo Museo tridentino di scienze naturali). E a tenere insieme il tutto, un fil rouge... decisamente verde.
Per recuperare l’area industriale ex Michelin, da anni abbandonata, e ricollegarla al centro cittadino, il Renzo Piano Building Workshop ha infatti scelto gli alberi e il fiume come elementi di raccordo.
Creando un percorso alberato lungo le sponde dell’Adige, e facendolo confluire nel vasto parco all’interno de Le Albere, il RPBW ha così ottenuto un duplice risultato: unire il quartiere al resto della città, e ripristinare il legame di Trento con il suo fiume (legame virtualmente interrotto da quando, a metà dell‘800, il percorso dell’Adige venne modificato per far posto alla ferrovia Verona-Bolzano).
Inoltre la scelta di dotare la nuova cittadella di un grande parco ha permesso di inglobare al suo interno anche l’antico Palazzo delle Albere che, come il quartiere stesso, deve il proprio nome all’albero-simbolo della zona, il pioppo (“albera” in dialetto trentino significa, appunto, pioppo).
Il complesso de Le Albere non si impone dunque come una presenza aliena fra le mura di Trento. Al contrario, è un luogo nel quale i cittadini possono rispecchiarsi e riconoscersi. Cambia il volto della città in meglio, e con esso la qualità del quotidiano e della vita.
È insomma un esempio riuscito della filosofia di Renzo Piano: costruire, curandosi anche del desiderio e del sogno.
Visitate la galleria fotografica dedicata al quartiere Le Albere.
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