Board by Snaidero
02/11/2012 - L'architetto Pietro Arosio racconta com'è nata la cucina Board di Snaidero, presentata ufficialmente all'ultima edizione di Eurocucina e da oggi disponibile in tutti gli showroom Snaidero. Board nasce dalle esigenze di un mercato che è decisamente cambiato.
Quali sono stati i nuovi approcci al progetto?
Bisogna partire da questa considerazione: il mercato degli appartamenti residenziali in termini di superfici si è ridotto da circa 100-120 mq a 80-60 mq. Si è passati da una logica di netta separazione degli ambienti abitativi, distinti per funzioni specifiche, alla logica di spazi condivisi, aperti, fluidi. Nel 90% dei casi ci troviamo di fronte ad un ambiente living unico che deve fungere da ingresso, cucina, pranzo e soggiorno, con tutte le problematiche di arredo che ne conseguono e che spesso vedono il cliente finale in difficoltà. Credo che non sia stata solo la crisi economica che stiamo vivendo a ridurre questi spazi ma sicuramente anche dei cambiamenti che stanno avvenendo nella nostra società, dei nuovi usi e costumi che si stanno velocemente affermando. In effetti dai dati statistici usciti recentemente, risulta ormai che oltre il 50% della popolazione degli Stati Uniti vive da sola ed è uno stile di vita che si sta pian piano espandendo. Di conseguenza è evidente che ci dobbiamo misurare con una nuova serie di utilizzatori che hanno delle esigenze completamente diverse rispetto al passato.
In che termini, secondo lei, il mercato sta cambiando con il graduale imporsi della generazione dei “nuovi single”?
I “nuovi single” hanno bisogno di meno spazio, sia per un discorso di sostenibilità economica che di semplice gestione di questo spazio disponibile e questo porta a dover ridurre il tutto. Però, allo stesso tempo, è un pubblico sempre più esigente, un pubblico che diventa attivo, vivace spesso appassionato del buon cibo e del buon bere. Un pubblico di buongustai, sensibile, nello stile e nell’ambiente della cucina verso spazi sempre più living e conviviali, in cui le zone di lavoro sono funzionali, curano i dettagli, la tecnologia, apprezzano le dotazioni da chef. I neoappassionati del cibo ritengono che mangiare sia soprattutto “un piacere da condividere con gli altri” e una “passione, ricca di significati ed esperienze”. Ed è logico che questa sensibilità si esprima soprattutto in cucina.
A questo proposito con il blocco operativo di Board, lei ha interpretato in maniera nuova il rapporto con il cibo e con la sua preparazione.
Oggi il “design” non è più solo la forma dell’oggetto, ma anche la capacità dello stesso di comunicare con le persone. E’ questa la premessa a cui mi sono ispirato per rispondere pienamente alle esigenze di questi nuovi potenziali clienti che tendono sempre di più a quelle che possono essere le piacevolezze della vita, tra cui, anche quello che io ritengo essere la buona cucina. Con Board ho provato a disegnare un nuovo modo di mettersi in cucina che risponda ai requisiti fondamentali della funzionalità ed ergonomia di utilizzo ma che a questi sappia conciliare il piacere di cucinare inteso come piacere di stare con gli altri. Un altro aspetto che cambia un po’ le regole stilistiche di presentazione del prodotto è questo concetto di leggerezza estetica e strutturale.
Come mai ha privilegiato in Board questi valori?
Mi è venuto naturale dato che difficilmente nei progetti voglio aggiungere infrastruttura inutile, piuttosto procedo nella direzione della semplicità, verso qualcosa che non sia pesante, che non dia fastidio e che quasi passi inosservato, che non sia troppo caratterizzante. Perciò un prodotto semplice, nel limite del possibile.
Quali sono le parole d’ordine oggi in cucina?
Difficile dirlo, ogni progetto nasce dal momento in cui lo si crea, e porta con sé le esigenze sociali, funzionali ed economiche del contesto a cui appartiene. La casa, e con lei la cucina, è la metafora della vita e dei cicli di vita della persona, oltre che la più efficace rappresentazione di sé e della famiglia. La cucina deve essere pratica, comoda, facile, funzionale, su misura per me, espressione del mio gusto e della mia sensibilità estetica, ma soprattutto uno spazio sempre in evoluzione , perché i desideri e le esigenze crescono e mutano, così come evolve il gusto, il senso del bello, le proprie possibilità economiche. Ecco che con Board ho pensato a qualcosa che idealmente possa accompagnare le persone nei percorsi di vita. Penso che in futuro la generazione di nomadi crescerà, e le cucine di oggi non hanno questa capacità di essere riposizionate, in quanto sono adattate su misura agli ambienti per cui nascono. I ragazzi giovani hanno bisogno di uno spirito un po’ più libero: e con Board abbiamo offerto una soluzione industriale per concretizzare questo spirito in cucina.
In questo senso Board coglie queste esigenze di cucina “che cambia” ed evolve nel tempo?
Sicuramente. L’idea di fondo è stata proprio quella di concepire un prodotto bello e funzionale sviluppando una componibilità tale da essere versatile ai cambiamenti di spazio e d’uso, com’è mutevole la vita dei giovani di oggi. Il blocco operativo riassume in sé le funzioni fondamentali di una cucina, preparazione, cottura e lavaggio e per questo è una soluzione ideale per monolocali o mini appartamenti. Poi, in un secondo momento la soluzione può essere facilmente ampliata in caso, ad esempio di trasloco in ambienti più spaziosi. Il playoff “Cucine per la Vita” non è mai stato così calzante come in questo caso.
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