19/11/2012 - Progettato dagli architetti Paolo Balzanelli e Valerio Cometti in occasione del centenario del Gruppo Cimbali, il MuMAC, Museo della Macchina per Caffè, inaugurato il 12 ottobre scorso, racconta 100 anni della storia di questi oggetti meravigliosi.
Le facciate del Museo sono rivestite di doghe di metallo "rosso Cimbali", in modo sinuoso ed avvolgente come i flutti di un caffè caldo; di notte la luce artificiale filtra tra le doghe creando un suggestivo reticolo luminoso che fa pulsare il Mumac di energia.
Il MuMAC si trova nello stabilimento di Binasco del Gruppo Cimbali all’interno dell’edificio precedentemente adibito a magazzino dei ricambi e si sviluppa su una superficie di 1.800 mq, all’interno della quale si trovano l’area museale, un'area per le esposizioni temporanee e una dedicata alla cultura del caffè.
Il percorso espositivo del MuMAC si configura come un viaggio attraverso le epoche: Albori, Epoca razionalista, Invenzione della leva, Sotto le bandiere del design, Dimensione internazionale e Nuovo Millennio. Ciascuna sala corrisponde a un intervallo temporale caratterizzato, prevede grandi pannelli introduttivi relativi al periodo storico, è arricchita da foto, cartelloni pubblicitari dell’epoca e oggetti caratteristici e, naturalmente, ospita le macchine, perfettamente funzionanti e spesso inserite in suggestive ricostruzioni d’ambiente. Infine, gli schermi touch screen, presenti all’ingresso di ciascuna sala, invitano all’interattività e offrono il giusto approfondimento ai visitatori più attenti al dettaglio documentaristico e sensibili ai racconti sullo spaccato industriale.
Il tema del progetto è stato quello di creare un’architettura di pregio e fortemente caratterizzata, senza tuttavia celare completamente l’edificio esistente, anzi valorizzando la realtà industriale pienamente operativa nella quale è immersa.
Per i visitatori del Mumac è stato creato un nuovo ingresso attraverso il quale si accede ad un’area delimitata da un articolato setto color caffè. La parete di fondo di tale setto è scandita da nove alberi che la dividono in 10 spazi uguali: dieci decenni che simboleggiano il secolo di vita e di successi de LaCimbali. Una nuova facciata in doghe di metallo curvilinee di color “rosso Cimbali”, ancorata all’edificio esistente, crea una sorta di grande parete ventilata che, con il suo movimento sinuoso, accompagna nel percorso il visitatore verso il grande serramento di ingresso.
Questa delicata composizione di curve e controcurve, che vista dall’alto ricorda i caldi flutti dell’aroma del caffè che si sollevano dalla tazzina, si compone in modo riuscito con la geometria diagonale che sottende il progetto e che si ritrova come principio generatore della divisione degli spazi interni. Il serramento d’ingresso presenta un disegno scandito da elementi verticali, in riuscita contrapposizione con l’andamento orizzontale delle doghe metalliche.
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