18/03/2013 – Toyo Ito è il vincitore del Pritzker Prize 2013. Dopo Renzo Piano, Tadao Ando e Zaha Hadid, l'architetto giapponese è stato insignito del premio, dopo essere stato vincitore l'estate scorsa della Biennale di Venezia 2013, come curatore del padiglione Giapponese Home for All.
" L'architettura è legata da diversi vincoli sociali. Ho sempre progettato tenendo a mente che fosse possibile realizzare spazi più confortevoli, se siamo liberi dai vincoli. In ogni caso, quando un edificio è completato, divento terribilmente consapevole della mia inadeguatezza che si trasforma in energia per affrontare la sfida del progetto successivo” spiega Toyo Ito “Probabilmente questo processo continuerà a ripetersi nel futuro. Quindi non potrò mai definire il mio stile architettonico e non sarò mai soddisfatto dei miei lavori.”
Toyo Ito è il sesto architetto giapponese ad essere insignito del prestigioso premio, dopo Kenzo Tange nel 1987, Fumihiko Maki nel 1993, Tadao Ando nel 1995, e il team di Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa nel 2010, segno evidente del ruolo fondamentale rivestito dall'architettura giapponese nello scenario internazionale.
La cerimonia ufficiale si celebrerà il 29 Maggio 2013 al John F. Kennedy Presidential Library and Museum di Boston.
Il Pritzker Architecture Prize è stato istituito nel 1979 dalla Hyatt Foundation è consegna ogni anno il premio all'architetto che meglio ha contribuito, attraverso le sue opere, all'arricchimento del patrimonio architettonico mondiale. Quest'anno la giuria è stata presieduta da The Lord Palumbo e ha contato con la presenza di Alejandro Aravena, Yung Ho Chang e Juhani Pallasmaa.
“Durante la sua carriera Toyo Ito è stato capace di produrre una serie di lavori che combinino innovazione concettuale e la superba esecuzione dei lavori. Creando eccezionali architetture per più di 40 anni, ha realizzato con successo librerie, case, parchi, teatri, showroom, uffici e padiglioni, ogni volta cercando di estendere le possibilità dell'architettura. Un talento professionale unico,dedicandosi al processo di scoperta che permette di scoprire le opportunità che risiedono in ogni incarico ed in ogni luogo”, così la giuria descrive il lavoro dell'architetto giapponese.
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