19/04/2013 - La città andalusa di Córdoba ha un nuovo Centro per l'Arte Contemporanea. Progettato da Nieto Sobejano Arquitectos, il concept dell'Espacio Andaluz de Creación Contemporánea affonda le proprie radici nell'eco della cultura ispanico-mussulmana che contraddistingue la città di Córdoba.
“Superando la presunta efficacia e la flessibilità del contenitore neutro e universale, così comunemente adottato oggi, abbiamo immaginato un edificio strettamente legato ad un luogo e a una lontana memoria, in cui ogni spazio si possa configurare singolarmente, adattandolo nel tempo a seconda delle necessità spaziali e funzionali”.
“Abbiamo sempre ammirato la semplicità delle occulte leggi geometriche con cui gli artisti, gli artigiani e i costruttori di una Córdoba del passato remoto siano stati in grado di generare lo spazio multiplo e isotropo della Moschea, il complesso sfaccettato di cupole e mocárabes, le permutazioni di motivi ornamentali reticolari, i pavimenti e gli arabeschi, o meglio, le regole e i ritmi narrativi impliciti nelle poesie e nei racconti della tradizione islamica”.
Così come quelle “strutture” letterarie che narrano un racconto senza fine, una storia all'interno di un'altra e di un'altra ancora, abbiamo concepito il progetto a partire da un sistema, una legge, generata da un pattern geometrico su base esagonale, che a sua volta contiene tre diversi tipi di sale (150 , 90 e 60 mq). Come un gioco di combinazioni, le permutazioni di questi tre 'spazi' generano sequenze di diverse sale che possono alla fine arrivare a configurare un unico spazio espositivo.
Gli studi degli artisti al piano terra e i laboratori al piano superiore sono contigui alle sale espositive, al punto che non ci sia nemmeno una rigida differenziazione tra loro: nello studio è possibile anche esporre mentre le sale possono essere di fatto utilizzate come spazi per la produzione artistica. La sala più grande è concepita come uno spazio scenico adatto a rappresentazioni teatrali, conferenze, proiezioni o presentazioni audiovisive.
El Espacio de Arte Contemporáneo non è una struttura 'centralizzata': il centro si sposta da uno spazio all'altro, è ovunque. Si configura come una sequenza di ambienti ed è concepito come crocevia e luogo di incontro; è uno spazio comune dove esporre e scambiare idee, ammirare un'installazione, accedere alle mostre, entrare nella libreria multimediale, attendere l'inizio di una rappresentazione o anche “sbirciare” il fiume Guadalquivir da una prospettiva diversa.
I materiali, come il calcestruzzo a vista che contraddistingue interamente gli interni, contribuiscono a sottolineare il carattere di 'fabbrica d'arte' che permea il progetto.
All'esterno l'edificio si esprime attraverso un unico materiale: pannelli prefabbricati in GRC che rivestono le facciate e la copertura. Con la collaborazione dello studio realities:united, la facciata sul fiume, vera 'maschera' protagonista della costruzione, è stata concepita e progettata come uno schermo perforato da numerose aperture poligonali dietro le quali sono posizionate lampade a LED monocromatiche. Utilizzando un apposito software, sulla facciata vengono proiettate immagini e testi che si riflettono nelle acque del fiume. Durante il giorno, la luce naturale filtra attraverso i fori e inonda lo spazio interno.
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