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Il design ironico di Magis ai Saloni
Importanti personalità firmano le nuove collezioni
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07/05/2013 - Tante novità per Magis anche quest’anno in occasione della Milano Design Week. Per la prima volta il progetto dello Stand è stato curato da Konstantin Grcic, che ha concepito lo spazio come un'arena in cui il palcoscenico e parte delle logge laterali sono dedicate alle grandi novità disegnate dallo stesso Grcic, da Ronan & Erwan Bouroullec, Jaime Hayón, Philippe Starck, Stefano Giovannoni, Ron Arad, Naoto Fukasawa e Marcel Wanders.

La sedia Venice - nella sua nuova veste bianca - è protagonista della grande terrazza rialzata che sta di fronte al palcoscenico. Di grande impatto anche la tribuna che accoglie i visitatori in modo informale. Uno spazio particolare è dedicato alla collezione Me Too che quest'anno vede l'ingresso di una libreria modulare disegnata da Giulio Iacchetti, uno scrittoio disegnato da Philippe Starck, dei modelli di veicoli disegnati da Floris Hovers e, poi, Puppy di Eero Aarnio si popola di nuovi cuccioli.

Ecco come i designer raccontano il concept dei nuovi prodotti.

Big Will, design Philippe Starck
Big Will è la storia di un tavolo che voleva partire. Posso partire per un viaggio sulle mie ruote, il tavolo diceva tra sé. Esso lo fece, o almeno ci provò, in quanto non aveva notato di avere solo due ruote e quindi poteva solo allungarsi, con grande felicità del proprio padrone, il quale non poté che ripetere: “quando ce n’è abbastanza per sei, allora ce n’è anche per otto”.

Calippo, design Philippe Starck with A. Maggiar
Calippo è la storia di un tavolo che voleva volare, ma non poteva, perché non era dotato per il volo. Nonostante ciò, esso volle crederci comunque. Cancellò la parte finale delle sue gambe e le sostituì con del ghiaccio trasparente e colorato, con dei Calippo. E tutti dovettero credergli. Ah, i sogni! Il suo padrone aveva sei amici, ma quando questi videro Calippo, essi divennero otto. Perché quando ce n’è per otto, ce n’è per dieci.

Cyborg, design Marcel Wanders
Il termine cyborg si riferisce ad un organismo che ha in sè elementi artificiali e naturali. Il termine è stato coniato nel 1960 da Manfred Clynes. Nel 1965, nell’introduzione a ll’opera “Evolution of the Superman” di D.S. Halacy, si parla di “ponte ....tra mente e materia”. Gli organismi cyborg sono rappresentati come una sintesi di elementi organici e sintetici. Spesso la loro presenza chiama in causa la differenza tra gli esseri umani e le macchine per quanto riguarda moralità, volontà ed empatia. La spaccatura che noi avvertiamo tra il mondo naturale e quello artificiale deriva di fatto da una cattiva interpretazione; poichè non esiste un mondo artificiale, esiste solo un mondo naturale sotto l’influenza della sua propria natura. Noi siamo parte di questo sistema, un sistema fatto di continui tentativi ed errori, basato sulla sopravvivenza del più forte. Il nostro lavoro è il risultato delle nostre vite. Le nostre vite il risultato del nostro lavoro. L’uomo è un animale dotato di idee. E’ nella natura umana essere così. Ogni cosa è già stata creata. Non ci sono idee rimaste. A qualsiasi cosa possiamo pensare, questa cosa è già stata fatta in precedenza. Non possiamo più inventare il leccalecca e nemmeno il tennis da tavolo, il calcio e il grattacielo, i libri o il denaro virtuale. Non possiamo inventare l’agenda elettronica e nemmeno nuove scuse per essere in ritardo. Ogni cosa è già stata fatta!Ma nel mondo dei nostri sogni noi siamo costantemente alla ricerca di nuove invenzioni e di specie sconosciute nella grande famiglia delle piccole idee immaginative. Non possiamo fare qualcosa di veramente “nuovo” – qualcosa che non è mai stato visto-, ma possiamo creare nuove combinazioni.Ogni giorno...(addirittura più di una volta al giorno) possiamo trovare nuove combinazioni, nuove connessioni tra le cose che diamo per scontate...cose che erano “normali” un tempo ...cose che non abbiamo “visto” per un lungo tempo...possiamo girare il mondo e le sue costruzioni per sorprenderci l’un l’altro con cambiamenti intentati e inaspettati...con strani pensieri poetici, con innovazioni tecniche che immettono nuova vita nel mondo. Cercare di essere soltanto fiduciosi è un cliché, un fallimento creativo. Noi dobbiamo ricordarci delle fiabe che ci venivano raccontate quando eravamo bambini, quelle bugie a fin di bene che ci insegnavano a sognare. In quanto designer noi dobbiamo mentire come i poeti, dobbiamo abbinare l’inaspettato per esprimere la nostra visione immaginativa. Noi possiamo accrescere la bellezza del mondo con un sogno. Io amo questi piccoli momenti...sono sempre i benvenuti nel mio mondo! Cyborg è una sedia molto versatile, con una scocca in policarbonato sulla quale si possono applicare differenti schienali. Ora Cyborg si arricchisce di un’ulteriore variante: dopo gli schienali in policarbonato e in midollino, Magis presenta quest’anno anche uno schienale in legno massello di frassino curvato e tornito. E la storia continua...

Folly, design Ron Arad
La linea di demarcazione tra scultura e design è molto sottile nelle opere di Ron Arad. Le sue creazioni, siano esse di carattere funzionale o puramente estetico, sono caratterizzate dal movimento, da linee delicate che conferiscono a tutti i suoi lavori un orientamento altamente dinamico nonostante le forme semplici e primitive. Il processo creativo di Ron Arad prende il via dalla sperimentazione del potenziale espressivo dei materiali e va oltre la mera funzionalità per dare vita a degli oggetti che siano plastici ed espressivi e possano essere rielaborati per diventare prodotti per la distribuzione su larga scala. Questo è quanto è accaduto anche con Folly, la panca/scultura in polietilene stampato in rotational moulding, disponibile in un colore unico (marrone effetto cortain) e adatta sia per l’uso esterno che per interno: un oggetto scultoreo che prima di tutto ha una sua specifica funzionalità, ovvero è una panca che accoglie a sedere 8-10 persone.

Meteo, design Naoto Fukasawa
C’è sempre un certo fascino negli strumenti di misurazione che si trovano sulle auto o sugli aerei. Questo “trio” composto da igrometro, barometro e termometro dalla forma di cupcake possono essere appoggiati su un supporto tutti insieme o separatamente oppure possono anche venire appesi alla parete.

Theca, design Ronan & Erwan Bouroullec
Theca rappresenta la logica continuazione della nostra collaborazione con Magis in un ambito già esplorato con il progetto di Steelwood Family, ovvero lo stampaggio della lamiera. Eravamo affascinati dall’idea di trasformare una sottile lamiera di metallo in un pezzo precisamente strutturato attraverso l’uso di uno stampo molto grande, ma ancor di più eravamo attratti dalla sfida di creare oggetti per la casa con una tecnologia usata comunemente per prodotti industriali. La semplice tipologia del mobile contenitore si può ritrovare nelle più svariate forme a partire dal 18° secolo e in particolare predomina nel design scandinavo della metà del secolo scorso. Abbiamo cercato quindi con Theca di trovare un linguaggio moderno e contemporaneo, ma al contempo semplice e discreto. La struttura del mobile si compone di fianchi in alluminio stampato e di ripiani in legno massello, mentre il fondo e le ante scorrevoli sono in alluminio tagliato e curvato. La costruzione è piuttosto semplice, con viti a vista che fissano i ripiani di legno massello ai fianchi in alluminio stampato. Theca sarà disponibile in due differenti finiture anodizzate per le parti in alluminio (nero o naturale), mentre i ripiani saranno in ciliegio europeo e in frassino tinto nero. Ci saranno quindi quattro diverse versioni disponibili per questo mobile contenitore, che sarà quindi in due altezze (55 cm e 78cm) e in due larghezze (90 cm e 120cm). La versione più alta avrà un ripiano aggiuntivo.

Traffic, design Konstantin Grcic
Traffic è una collezione nata dall’unione dei rivestimenti propri degli imbottiti con il tondino di metallo. La correlazione tra la tridimensionalità del tondino e i volumi geometrici dei cuscini segna un cambiamento significativo rispetto al comune modo di concepire gli arredi in tondino. La modesta semplicità del suo concept attribuisce al prodotto una piacevole naturalezza, mentre la raffinatezza dei dettagli e l’accurata definizione delle proporzioni conferiscono un senso di grande eleganza. La coerente logica costruttiva crea una grammatica formale che consente molteplici declinazioni all’interno della collezione Traffic: una poltrona, un divano a due posti, una panca (in due versioni), una chaise longue e un’isola. Tutti gli elementi della collezione sono disponibili con un rivestimento in tessuto o in pelle e con una struttura metallica verniciata con colori lucidi.























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