Valcucine racconta il 'Legno'
18/09/2013 - Legno è il titolo del progetto che lo spazio Valcucine Milano Brera ospita dal 24 settembre al 31 ottobre. Una mostra, un’installazione e una design talk, che avrà luogo la sera dell’inaugurazione, raccontano le diverse sfaccettature di questo incredibile materiale naturale.
Ospiti della serata del 24 settembre saranno autorevoli testimoni che hanno scelto il legno come elemento cardine del loro fare progettuale: Gabriele Centazzo, Presidente Valcucine, che della sostenibilità ha fatto il suo credo aziendale Andrea Branzi, architetto, artista, teorico del design e dell’architettura; Ambra Piccin, sensibile interprete del materiale naturale che porta a nuova vita nei suoi progetti di interni; Maurizio Riva, imprenditore dell’omonima realtà, Riva 1920, che da sempre declina la sua passione per il legno sperimentandone tutte le alternative progettuali. Modera l’intervento Patrizia Scarzella, architetto e giornalista.
Alla design talk seguirà una performance di Benedetta Cesqui Malipiero che renderà omaggio al tema del legno con una performance ad hoc su testo della giornalista Barbara Malipiero.
Per chi non riuscisse a partecipare alla serata, dal 24 settembre al 31 ottobre, presso lo spazio Valcucine, sarà possibile visionare la mostra e l’installazione temporanee.
'Wood Mood' è il titolo che Davide Fabio Colaci, architetto e designer, ha scelto per la mostra da lui curata, una selezione di 10 oggetti di altrettanti progettisti che operano al di fuori delle normali pratiche professionali del design superando la concezione della materia “legno” in termini strettamente funzionali; tra i designer coinvolti Levi Diether, Peter Marigold e Paolo Ulian.
'Il segno del Tempo' è invece l’installazione fotografica di Patrizia Scarzella, un racconto per immagini ispirato al senso del tempo di James Hilman che ha contribuito alla nascita dell’intera iniziativa “Il progetto nasce dalla passione degli scritti sul senso del tempo di James Hillman e dalle sue metafore: Come gli alberi diventiamo più irregolari, più attorcigliati, più intricati, come le rughe sui nostri volti. Diventiamo esemplari unici e strani”.
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