04/10/2013 - La celebre designer spagnola Patricia Urquiola racconta il processo progettuale e costruttivo che ha portato alla realizzazione della collezione di lampade Tatou, prodotta da Flos.
A che cosa ti sei ispirata, disegnando Tatou?
Tatou nasce come un apparecchio illuminante che incrocia una tipologia tradizionale a cupola con un linguaggio di ricerca sulla propria superficie, per schermare e far trasparire la luce al suo interno. I primi prototipi nascono come sospensioni, ma diventano subito famiglia. Viene naturale la ricerca su diverse dimensioni e situazioni nello spazio domestico. Il processo è iniziato cercando di trovare diversi modi per ricostruire delle membrane, concepite alla maniera delle armature giapponesi: un insieme di fibbie di metallo unite sapientemente con dei nastri dalla forte valenza emozionale. C’è stato un processo di semplificazione in fasce traforate verticali sovrapposte e fissate tramite rivetti. Abbiamo tradotto la ricerca in un vero processo industrializzabile, passando gli stampi ad iniezione. La sovrapposizione di queste fasce è rimasta cristallizzata in una pelle tridimensionale, uno stampo dalla sezione variabile e dal pattern geometrico. Con Flos, la sfida è stata quella di ottenere un prodotto seriale, mantenendo una forte connotazione artigianale.
Da cosa nasce il nome Tatou?
Tatou significa in francese armadillo: mammifero noto per la sua struttura a placche ossee ricoperte da un strato corneo protettivo. ‘Tatou’ è un termine dalla sonorità affettiva, secondo me in linea con la funzione emozionale di questo oggetto.
In un’epoca di rivoluzione tecnologica nel settore dell’illuminazione, ha ancora importanza la forma?
Nel caso di Tatou la forma a cupola serve da filtro per la fonte luminosa. Ma qualsiasi evoluzione ci possa essere sulla sorgente, la forma dell’apparecchio resta determinante nel creare una luce che inonda l’apparecchio stesso e traspare in modo discreto agli occhi; in questo modo nasce un gioco armonico di luce ed ombra attraverso la pelle tridimensionale e traforata del paralume. L’ombra, in questo contesto, gioca un ruolo importante tanto quanto la luce. Anche il colore è determinante per l’effetto luminoso finale. La nostra scelta di realizzare Tatou in tre versioni di colore, non risponde solo a una scelta estetica, ma a una precisa ricerca di effetti luminosi diversi.
Perché la scelta di un materiale polimerico per realizzare questa lampada?
L’ambizione era quella di offrire un prodotto di ricerca e di qualità ma ad un prezzo competitivo. Ci siamo riusciti grazie a un processo complesso. Inoltre, la scelta di un materiale come il metacrilato/policarbonato stampato ad iniezione è legata sia alla sua caratteristica di leggerezza e mancanza di fragilità sia alla possibilità di lavorarlo con uno stampo tridimensionale, in modo da ottenere una produzione industriale mantenendo inalterato il concetto originale delle fasce della corazza. La calotta è semplificata in quattro moduli identici che facilitano i tempi di assemblaggio. Inoltre, il metacrilato/policarbonato è un materiale che interagisce con la luce e che si presta a giochi diversi a seconda di come si dosano le componenti di opalinità, opacità e colore. Abbiamo fatto tante prove per trovare la perfetta combinazione finale tra questi tre componenti, e siamo riusciti così a donare un senso di preziosità ad un materiale polimerico. E’ in prospettiva la sperimentazione sullo stampo anche con nuovi bio polimeri.
FLOS su ARCHIPRODUCTS
|