12/11/2013 - Ha aperto i battenti a Venezia, nella sala espositiva dell'ex Cotonificio di via Dorsoduro, la mostra "La linea analitica. I musei e gli allestimenti di Costantino Dardi", a cura di Luka Skansi e organizzata dall' Università Iuav di Venezia. La retrospettiva, aperta fino al 13 dicembre prossimo, è dedicata al tema dell'allestimento, nonchè al ruolo centrale dello spazio espositvo nella carriera di Costantino Dardi.
La mostra si suddivide in cinque sezioni tematiche: i progetti museali, le grandi scenografie urbane, gli allestimenti nei siti archeologici, gli allestimenti nei musei, l’attività presso la Biennale di Venezia (1978-82).
Ciò che percorre il lavoro di C. Dardi è “(..)Non dunque l’arroganza di una tecnica tutta tesa alla presa di possesso del mondo, o la costruzione di macchine irrazionali, retoricamente impegnate nella propria autocelebrazione, ma il ridisegno di quella fortezza della ragione che traccia i propri limiti e, con questo gesto inconsapevole, riscopre il mondo e le cose nel loro continuo divenire. Ma l’ironia è l’elemento costante della progettazione dardiana.
(…) La leggerezza allora che assumono tutti i suoi elementi architettonici, anche quelli appartenenti alle forme del mondo industriale come i tralicci metallici, resi astratti da un non colore, rimanda al difficile fluttuare sulla superficie dell’essere. Questo gioco ironico, questo sorridere del sapiente, per quanto ancora inesplorato, costituisce l’essenza stessa della costante e paziente ricerca di Dardi”. (Francesco Moschini, Tra retorica del simbolo ed eloquenza del segno in ‘Semplice, lineare, complesso, l'acquedotto di Spoleto’ di Costantino Dardi, Edizioni Kappa / A.A.M. / 1987).
Un percorso che non può prescindere dall’influenza nella sua formazione di Giuseppe Samonà, uno dei protagonisti più straordinari dell’architettura italiana del dopoguerra, soprattutto quando il rapporto con il maestro si trasforma in sodalizio professionale.
Costantino Dardi (Cervignano del Friuli 1936-Tivoli 1991) si laurea nel 1962 allo Iuav di Venezia con Giuseppe Samonà. Esponente del “Gruppo Architettura” con Aldo Rossi e Carlo Aymonino, opera nel dibattito culturale degli anni Settanta (del 1971 è il famoso saggio Il gioco sapiente) rileggendo il lavoro di Le Corbusier, J. Stirling e L. Kahn.
Nel 1978 è incaricato degli allestimenti per la Biennale di Venezia curata da Achille Bonito Oliva, e si occupa degli allestimenti di mostre anche alla Triennale di Milano e a Roma. Nel 1980 è confermato nuovamente come responsabile degli allestimenti alla Biennale di Venezia, dove Paolo Portoghesi gli affida l'allestimento della celebre Strada Novissima.
Nello stesso periodo è impegnato in altre esposizioni e avvia il lungo processo di ristrutturazione del Palazzo delle Esposizioni e il restauro dei Fori Imperiali. Nel 1986 lavora agli apparati scenografici del film 'Il ventre dell'architetto' di Peter Greenaway.
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