“L’invenzione del colore”. È così che Ceramica Cielo ha battezzato il complesso percorso di sperimentazione intrapreso nell’ultimo anno con l’obiettivo di indagare l’essenza del colore e il suo rapporto con la natura. Ne ha così riscoperto l’importanza come esperienza tattile reinterpretandolo attraverso il manufatto ceramico. Di qui la realizzazione delle “Terre di CIELO”, una collezione di cromatismi e texture di superficie nelle sfumature tenui e morbide ispirate alla natura.
Pomice, brina, arenaria, creta, cacao, basalto, tufo, limo, tabacco, agave, salvia, muschio. Questi i nuovi colori con cui le collezioni Ceramica Cielo coniugano la natura con l’ambiente bagno. Alla base del progetto la scoperta del colore come esperienza sensoriale, ovvero l’osservazione in merito al determinante contributo del tatto sull’accentuazione della sensazione data da un elemento cromatico.
Si tratta di un attento lavoro di ricerca su colore e materia, che indaga il rapporto tra cromatismo e tattilità in natura. Significativo in questo percorso é stato l’incontro con l’architetto Marco Piva, con cui l’azienda vanta una felice collaborazione da circa tre anni.
Una interessante occasione di approfondimento sul tema è stata la Lectio Magistralis dal titolo “Dialoghi di Architettura e Design” tenuta dagli architetti Marco Piva e Armando Bruno dello Studio Piva.
Ospitata il 21 novembre scorso a Bari, nella Sala conferenze di IME spa, la conferenza ha aperto il ciclo di incontri "Cielo Lectures" promossi da Ceramica Cielo con l’obiettivo di stabilire un legame sempre più saldo con architetti, interior designer e progettisti, costruttori e imprenditori.
In occasione della lectio, abbiamo incontrato l’architetto Marco Piva e Alessio Coramusi, amministratore di Ceramica Cielo, ai quali abbiamo chiesto di raccontarci della loro collaborazione e dei risultati più importanti raggiunti insieme.
Se Coramusi parla di una esperienza formativa che ha consentito a Ceramica Cielo di “giocare” sulla materia attraverso un percorso sperimentale complesso, Piva riconosce l’importanza di aver scoperto la “grande artigianalità” che sta alla base del prodotto industriale.
La sfida che Ceramica Cielo si è posta per riuscire a dare ai prodotti “morbidezza al tatto” è stata accolta da Piva con grande entusiasmo, in quanto gli ha consentito di sperimentare nuove forme ed “innovare ciò che sembra essere arrivato ad una sorta di capolinea”. Ed è così che, usando le parole di Piva, “la ceramica è diventata quasi seta”.
Abbracciando il concetto di colore come esperienza tattile, Piva racconta di una “ricerca quasi manuale sulla figurazione tridimensionale della materia” e di “capacità sinestetica del rapporto con l’utente”. Lo smussamento degli spigoli, la ricerca sulle texture e sui cromatismi rispondono alla comune esigenza di trovare una particolare “tattilità”, poiché “il prodotto non si presenta solo attraverso la forma ma che attraverso la percezione che l’utente ha di esso”.
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