Eric Cuvillier
24/06/2014 - Con una sontuosa cerimonia d’apertura nel novembre del 2013 Sofitel Luxury Hotels ha festeggiato l’inaugurazione del Sofitel The Palm Dubai, l’orgoglio della catena francese a Dubai. Il progetto si propone di rievocare le atmosfere di un villaggio polinesiano e grande importanza ha avuto quindi la scelta del legno utilizzato negli interni. Perché è stato scelto il frassino americano (American ash) tinto in colore scuro? Lo spiega il progettista Mahnaz Liaghat, CEO di Mahnaz International Design & Planning:
“All’inizio volevamo il noce africano ricostituito per cercare di rimanere nel budget iniziale. Tuttavia, il cliente preferiva un legno esotico, che in quel momento non combaciava bene con l’estetica del progetto. Di conseguenza abbiamo scelto il noce americano e abbiamo lavorato al modello iniziale delle camere. Tuttavia, considerando la quantità di legno necessario per il progetto, sarebbero serviti oltre cinque anni per completare l’approvvigionamento. Il frassino americano invece, con la sua porosità e la texture uniformemente marcata, costituiva la migliore alternativa prontamente disponibile, in linea con il budget, per soddisfare i requisiti di design.'
Nel tentativo di riportare il lusso alle sue origini, il Sofitel The Palm Dubai è stato sviluppato secondo lo stile di un villaggio polinesiano, dove la frescura è garantita da alberi a foglia verde, mentre gli arredi in stile cabana e l’acqua in continuo movimento salutano gli ospiti subito al loro arrivo. L’ambiente lussureggiante, verde e vivace è frutto del lavoro di Mahnaz Liaghat, CEO di Mahnaz International Design & Planning ed ex Design Director di Mirk, che ha focalizzato l’attenzione in particolare sul tema dell’isola. La stessa lobby è organizzata sotto una tradizionale cabana in legno naturale, con tranquilli bacini d’acqua a completare le aree di relax per gli ospiti.
Una caratteristica speciale del pian terreno è un giardino verticale a “parete vivente”, piantumato dal rinomato botanico Patrick Blanc, che sembra estendersi per chilometri davanti agli occhi degli ospiti quando entrano per la prima volta nell’hotel, e che permette di vivere una meravigliosa esperienza “outdoor indoor”. Il Koru, una felce tradizionale che simboleggia l’espressione della nuova vita, caratterizza lo speciale giardino verticale grazie ai suoi viticci a spirale che gli conferiscono movimento e vita. Inoltre, corridoi e spazi più piccoli sono stati studiati in particolare per evocare la sensazione di fresco di un villaggio immerso nel verde, grazie al frassino americano, al bambù e all’ambiente circostante nei toni della terra. Fare una passeggiata in hotel, infatti, è come camminare nei boschi, dove la luce solare screziata penetra tra le foglie degli alberi.
Secondo Mahnaz, la società cliente voleva che il resort si configurasse come un luogo di riscoperta e incanto: ecco perché il suo design rimanda allo stile delle isole della Polinesia francese in una più moderna interpretazione e traduzione della sua cultura, i cui simboli iconici danno corpo al progetto generale che conferisce al resort la sua identità unica e memorabile. Questi simboli sono stati integrati in tutto il progetto per creare un effetto di omogeneità nei singoli spazi e trasmettere un messaggio positivo.
“Per noi è stata una sfida riuscire a far assomigliare un edificio di sei piani a un resort polinesiano, ma, soprattutto, volevamo esprimere un nuovo modo di definire il “lusso” attraverso l’esperienza fornita dal resort. In linea con il principio secondo cui “meno è più”, abbiamo progettato il resort integrando materiali naturali (di prima generazione) come pietra, legno, acqua e natura, e li abbiamo completati con elementi di design subliminale, in altre parole la quarta dimensione, che influenzano il nostro subconscio per far percepire lo spazio in maniera più grandiosa e completa,” ha affermato Mahnaz.
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