22/12/2014 - Joan Gaspar, designer spagnolo e progettista d’interni. Disegna lampade, librerie, lavandini e soprattutto sedie.
Il suo nome è stato più volte selezionato in occasione dei FAD Awards. Nel 2001 si è aggiudicato il premio Delta d'Argento per la serie di lampade Atlas prodotte da Marset Iluminación. Sempre per la stessa azienda ha vinto nuovamente il premio nel 2004 per la Neón de Luz luminaire.
Per Serralunga ha realizzato PicNic e Lluna, una lampada la prima, una “fioriera illuminata” la seconda.
1. Spesso nelle tue interviste ti sei definito “impaziente”. Lo sei nella vita come nel lavoro?
Sì, tantissimo. L’impazienza è la caratteristica di tutta la mia vita. E’ stata anche il motivo che mi ha portato a scegliere il disegno al posto dell’architettura!
Mi sarebbe piaciuto fare l’architetto. Mi era anche scritto all’università ma, soprattutto all’inizio, mi sono accorto che avrei dovuto studiare e disegnare poco. Il disegno era ed è una disciplina più immediata, passionale, di cuore, che si può imparare anche da autodidatti; non necessita né di un terreno scolastico, né di un cliente. Si può disegnare ciò che si vuole per poi costruirlo con le proprie mani. Questa è l’immediatezza che mi ha catturato, che mi ha totalmente rapito. Oggi potermi dedicare al disegno per me è una vera benedizione.
2. Tra architettura e design cosa scegli?
Entrambi! L’architettura mi piace osservarla ma non mi faccio tante domande; al massimo mi chiedo se una cosa mi piace oppure no. Il disegno invece lo analizzo da un punto di vista professionale, lo approfondisco, sia nella sua forma che nel materiale utilizzato, per me di fondamentale importanza. Controllo il risultato finale valutando la possibilità di un ulteriore miglioramento se utilizzo un materiale piuttosto che un altro.
Importante è tenere presente se il prodotto è in linea con il marchio che lo proporrà.
3. Ti soddisfa di più l’indoor design o l’outdoor design?
Entrambi. Del disegnare prodotti per esterno mi interessa il cambio di scala e la decontestualizzazione di oggetti che tradizionalmente appartengono all’indoor e che vengono convertiti in oggetti outdoor: questo ribaltamento dell’ambiente mi stimola e mi diverte, ma niente è facile però..
4. Quali sono i materiali con i quali preferisci lavorare?
In realtà non ho una vera e propria preferenza: qualunque materiale per me è interessante, basta saperlo usare e applicarlo con coerenza e con un criterio adeguato. La scelta dei materiali o dei processi industriali fa parte del bagaglio di un disegnatore, questo è veramente un punto molto importante e trascendentale. Credo che bisogna saper scegliere quali materiali siano capaci di potenziare un concetto e lasciar perdere quelli che potrebbero produrre un effetto contrario: è una parte fondamentale del linguaggio del mio lavoro.
5. La tua collaborazione con Serralunga è iniziata nel 2010. Tra PicNic e Lluna chi preferisci?
Sono molto differenti tra loro: PicNic è disinvolta e sorprendente, penso che abbia una carica emotiva molto forte; Lluna è più concettuale, vuole illuminare uno spazio verde contenuto e di forma alternativa, ma in realtà è essa stessa una lampada con un suo spazio verde incorporato. Rispetto a PicNic è un prodotto certamente più ambizioso dal punto di vista concettuale.
6. Come ti è venuta l’idea di realizzare PicNic e perché hai scelto questo nome?
Ricordi le lampade che avevano la base fatta con un vaso di ceramica e la parte superiore con un paralume di tela? Lampade che si possono ancora oggi costruire in casa? Ecco, l’idea di PicNic mi viene da lì.
Nel caso di PicNnic il concetto è lo stesso ma sviluppato in una forma più immediata e contemporanea, utilizzando al massimo la possibilità della tecnica rotazionale
ma l’obiettivo è anche piacevole e provoca un sorriso immediato.
L’idea del nome è invece venuta dall’insistenza di Marco Serralunga, il quale voleva un nome che evocasse l’ambiente esterno e la vita all’aria aperta. Mi è venuto in mente il picnic, l’ho proposto a Marco, gli è subito piaciuto. Adoro questo nome!
7. Qual è l'ambiente ideale in cui vorresti vedere PicNic?
Il carattere solido di questa lampada fa sì che la veda ben collocata in terrazze di bar e ristoranti sulla spiaggia, tra l’altro sopporta molto bene le intemperie e questo è dovuto a come sono costruiti e assemblati gli elementi che la compongono. PicNic è un prodotto che esalta qualsiasi ambiente e Serralunga dispone di una fantastica gamma di colori che si adattano benissimo a diversi scenari. Volendo, i colori si combinano molto bene tra loro.
E’ senz’altro un oggetto molto versatile.
8. Il tuo sogno nel cassetto.
Un lungo viaggio in moto diciamo un anno, più o meno.
9. Progetti in cantiere?
Moltissimi. Impossibile che tutti si realizzino. E’ importante avere sempre la mente occupata, pensare a cose nuove ma questo non deve diventare un’ossessione. L’idea migliore sta sempre per arrivare e se non arriva ci sono sempre la moto e la vita.
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