13/05/2015 - È stata inaugurata lo scorso 24 aprile a Milano la Casa della Memoria, progettata da Baukuh. L'edificio ospita la sede di alcune associazioni che conservano la memoria della conquista della libertà e della democrazia in Italia: l’Associazione Nazionale Ex Deportati (A.N.E.D.), l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (A.N.P.I.), l’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo (A.I.VI.TER.), l’Associazione Piazza Fontana 12 Dicembre 1969 e l’Istituto Nazionale di Studi sul Movimento di Liberazione d’Italia (I.N.S.M.L.I.).
"L’edificio, costruito dal 2013 al 2015 a seguito del concorso svolto nel 2011, è stato realizzato per il Comune di Milano che ha voluto destinare una nuova sede alle associazioni e attivare un centro dedicato ai valori di democrazia e libertà per cui la città di Milano ha combattuto nell’ultimo secolo. La Casa della Memoria è un nuovo spazio pubblico dedicato ad attività culturali, scientifiche, espositive e didattiche operando come luogo di scambio e dibattito.
La Casa della Memoria è una casa, una casa comune, dove i milanesi trovano protezione per alcuni oggetti che vogliono conservare. Nessuno abita nella Casa della Memoria, e casa, in questo contesto, significa riparo, luogo protetto, guscio che cristallizza il ricordo nel flusso della metropoli. Il nome “casa”, fin troppo familiare, ribadisce paradossalmente la monumentalità dell’edificio, facendone un archetipo, un simbolo.
La Casa della Memoria è una casa, e, quindi, un monumento. La casa diventa così tanto un contenitore che un oggetto da esporre, un tesoro da circondare con un involucro che ne protegge e allo stesso tempo ne espone il contenuto.
[…] La Casa della Memoria espone da subito la differenza di potenziale fra il suo esoscheletro solido e il suo contenuto fluido e mutevole. Diversi stili di memoria coincidono così in un oggetto capace di misurarsi con una moltitudine di tempi e di dialogare con pubblici differenti senza rinunciare a costruire una rappresentazione unitaria. Una scena fissa si affianca a scenari mutevoli, costruendo una macchina complessa e sorprendente, lenta e imprevedibile, molteplice ed immobile. L’edificio approfitta della sua pesantezza e della sua leggerezza. Come archivio aperto e continuamente accessibile grazie alle più recenti tecnologie, la Casa della Memoria si lascia usare nei modi più imprevisti e informali. Come massa, volume compatto, la Casa della Memoria mostra la sua inerzia, scegliendo di permanere come monito, come pietra di inciampo messa a ingombrare e a ostentare la sua testimonianza.
La Casa della Memoria è interamente rivestita di immagini rappresentative della storia di Milano del dopoguerra. L’involucro dell’edificio, inteso come un grande polittico, prova a dar conto con immediatezza della complessità della memoria di una intera città, senza per questo rinunciare ad immaginarne una ideale unità. La decorazione delle facciate, più che definire una memoria condivisa, espone l’esigenza di questa condivisione. Per questo le immagini rappresentate sull’involucro dell’edificio sono allo stesso tempo esplicitamente monumentali e deliberatamente fragili. Per come sono realizzate, queste immagini appaiono più nettamente da lontano e poi perdono chiarezza avvicinandosi, scomponendosi in un pulviscolo inafferrabile, quasi a proclamarsi, infine, piuttosto incerte della stessa verità che hanno così orgogliosamente scelto di esporre.
Il programma iconografico, pazientemente definito da un apposito comitato scientifico, si compone di diciannove ritratti di milanesi anonimi (che suggeriscono la complessa composizione della moltitudine che ha animato la città nel dopoguerra) e di otto quadri storici che fissano alcuni momenti decisivi della storia recente della città: la deportazione nei campi di concentramento, la Liberazione, l’attentato di piazza Fontana... Il rivestimento in mattoni policromi si mette esplicitamente in relazione con la tradizione lombarda delle decorazioni in laterizio di edifici come l’Ospedale Maggiore o Santa Maria delle Grazie".
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